Oltre le parole. La Regione Lazio stanzia 150mila euro all'anno per i tatuaggi con cui coprire le cicatrici nelle donne che hanno subito un intervento per asportare un tumore al seno. Il ruolo di Sara Battisti
Una legge che non può cancellare l’incubo. Ma nasconderlo, si: sotto un disegno a colori capace di restituire la voglia di guardarsi. E di essere guardate. Una legge che poco alla volta sta prendendo forma per le donne che vivono nel Lazio. Donne particolari: pazienti oncologiche, che hanno subito un intervento al seno, che vogliono tornare ad una vita serena. È quello che si nasconde dietro l’emendamento alla Legge Regionale sui tatuaggi approvato dalla commissione Bilancio della Pisana: il primo passo dell’iter che porterà questo progetto a concretizzarsi. Ma è fondamentale, perché sono stati stanziati i fondi: 150 mila euro all’anno per il triennio 2021-2023. Soldi che serviranno ad aiutare le donne che hanno vissuto l’incubo di un tumore alla mammella.
Un’opera d’arte e via le cicatrici
La legge vede come prima firmataria Marta Leonori, ma l’emendamento di cui parliamo è un risultato del lavoro della ciociara Sara Battisti, consigliere regionale eletto in quota Pd. È lei che si è battuta ed impegnata affinché fosse inserita in quella legge la possibilità di realizzare tatuaggi di micropigmentazione per nascondere le cicatrici che restano dopo un intervento per un tumore al seno.
Una prassi poco conosciuta in Italia, importata dagli States, una misura che vede il Lazio pioniere in questo ambito: la Regione Lazio è la prima in Italia a dotarsi di uno strumento del genere. (Leggi qui Un tatuaggio per cancellare dall’anima i segni del tumore)
Sara Battisti non prova neanche a nascondere l’orgoglio: “Abbiamo il dovere di aiutare le donne che hanno vissuto il dramma fisico e psicologico di vedere asportata l’areola mammaria a seguito di un tumore al seno”. E il ringraziamento della consigliera va anche a chi ha aiutato a trovare i fondi necessari. “Un sincero grazie all’assessore Alessandra Sartore per la sua sensibilità”.
Riscoprirsi belle
La chemio e l’intervento mettono a dura prova la forza d’animo delle pazienti, possono a volte minare la consapevolezza della propria femminilità, possono causare un disagio psicologico, quando viene rimossa una parte del proprio essere donna. Non è così per tutte, ma per molte sì. (Leggi qui l’approfondimento).
“Con questo stanziamento aiutiamo le donne a sentirsi di nuovo bene con se stesse, a ritrovarsi belle. L’aspetto psicologico, come noto, è determinante per la guarigione”. E questo è un piccolo aiuto nella strada verso la salute, mentale e fisica.
Quei fiori, quelle linee astratte, quei disegni che vengono creati sulle cicatrici delle pazienti possono aiutarle a sentirsi ancora più belle.