La profezia del Papa: «Il futuro di Fca a Cassino si decide con i piani dal 2022»

Davide Papa, presidente di Unindustria Cassino, esamina il momento dell'Automotive. Nessun pericolo immediato. Ma bisogna iniziare subito a costruire il futuro. L'appuntamento di martedì a Roma. Il ruolo di Unindustria

Il programma industriale di Sergio Marchionne per la Fca è stato confermato e darà respiro al sito Cassino Plant di Piedimonte San Germano ed all’indotto. Ma la politica e le istituzioni devono guardare al piano del nuovo Ad Mike Manley, affinche’ gli stabilimenti italiani restino centrali nelle strategie Fiat Chrysler.

Lo ha dichiarato questa mattina il presidente di Unindustria Cassino, Davide Papa in una lunga intervista al quotidiano L’Inchiesta.

 

Per il presidente, amministratore del gruppo Ecoliri S.p.A. con una delle più diffuse reti di vendita auto nel centro Italia, la tenuta dell’automotive non e’ un problema immediato. Il territorio deve preoccuparsi di ancorare la fabbrica più grande e importante della regione ad un nuovo sviluppo del sito cassinate in vista dei piani che saranno elaborati dal 2022 in poi.

 

Ha lo sguardo proiettato sul futuro prossimo Davide Papa, attento a quel che sta accadendo in Fiat Chrysier non solo per questioni attinenti alla propria azienda, ma soprattutto per quel che la multinazionale guidata da Mike Manley significa per il territorio del Lazio meridionale.

Chiede che questo occhio sul futuro prossimo venga mantenuto, ora e subito, dalla politica e dalle istituzioni direttamente competenti.

 

Presidente Papa, cosa pensa del nuovo corso avviato con le nomine da parte del nuovo amministratore delegato?

“Il nuovo capo di Emea è un torinese, Pietro Gorlier. Va considerato un elemento positivo. Un’altra cosa positiva è che Gorlier non sommerà alla sua carica quella di responsabile Mopar, vare a dire dell’official service partner per tutti i brand di Fiat Chrysier Automobiles, come aveva fatto Alfredo Altavilla. Si parla di due persone che potrebbero ricoprire quel ruolo ed entrambi saranno sicuramente molto attente agli stabilimenti italiani del gruppo”.

 

Il mercato di settembre s’e’ trasformato in una debacle…

“Gli stabilimenti hanno lavorato. La produzione c’è stata. È cambiata la normativa europea sull’adeguamento dei motori ai nuovi standard ambientali. Per questo si è dovuta bloccare la produzione, per consentire l’ingresso in linea delle nuove motorizzazioni. C’è stato un agosto in cui si è spinto con le motorizzazioni tradizionali; adesso ci sarà la ripresa coi nuovi propulsori. L’annuncio del nuovo Renegade a Melfi ne è il segno. In ogni caso è vero che a settembre c’è stato un calo ma ha riguardato soprattutto Alfa Romeo e Jeep, mentre Fiat e Lancia hanno venduto bene”.

 

Veniamo al sito di Piedimonte. Cosa prevede?

“Su Cassino sono fermamente convinto che ci saranno investimenti importanti da parte di Fca. C’è un piano industriale varato prima dell’uscita di scena di Marchionne e quel programma verrà seguito. Quello di cui ci dobbiamo preoccupare, ed i nostri politici locali e nazionali sono chiamati al massimo coinvolgimento, è il nuovo piano industriale che abbraccerà il periodo successivo al 2022. I modelli previsti dal piano Marchionne daranno linfa fino al 2024 2025. Ma bisogna stare attenti a quel che accadra’ dopo, le istituzioni ed i politici siano proattivi affinché il primo di Manley preveda l’utilizzo di tutti gli stabilimenti in Italia, non solo di quello di Cassino”.

 

Il territorio però al momento “offre” solo l’accorpamento dei consorzi industriali nell’unico ente per tutto il Lazio.

“Il consorzio unico a me sta bene purché vengano lasciati gli uffici sul territorio. Bisogna fare anche in modo che ci sia un coordinamento sui piani regolatori dei vari Comuni. Insomma le amministrazioni civiche, il consorzio industriale unico e la Regione devono essere seduti allo stesso tavolo quando si parla di programmazione urbanistica. Altrimenti accade quel che è stato denunciato a Gaeta da un’azienda della logistica. Le barche non girano alle rotonde come quella di Pignataro e, quindi, i trasporti eccezionali non possono essere fatti tra entroterra e Golfo per alcune tipologie di strutture. Insomma il porto di Gaeta cresce e crea nuove opportunita’ ma da questa parte facciamo i lavori sbagliati”.

 

È giunto anche il momento di mettere in cantiere nuove infrastrutture. Non pensa? “Sicuramente c’è bisogno dell’adeguamento, potenziamento e messa in sicurezza della viabilità tra Cassino, Formia e Gaeta. Della creazione di un collegamento più diretto tra Gaeta e San Vittore del Lazio in previsione della costruzione dell’autostrada per Termoli e non solo. C’è, infatti, il polo termale di Suio che andrebbe preso in considerazione per farlo diventare volano per la crescita turistica del comprensorio. Suio andrebbe inserito tra i progetti importanti della Regione Lazio affinche’ torni ad essere quello che era 30-40 anni fa”.

 

Auto a parte, c’è un’economia che tira ancora al di là delle difficolta’ che tutti conosciamo nel Lazio meridionale?

“Di sicuro abbiamo esperienze positive con aziende della Valle di Comino e del settore marmi nel versante cassinate che vanno bene, soprattutto grazie all’esportazione”.

 

C’e’ un primo bilancio da trarre a proposito dell’apertura della sede di Unindustria nella parte meridionale della provincia di Frosinone?

“Da quando è nata, cioè da marzo 2017, abbiamo riscontrato che era necessaria perché subito divenuta punto di riferimento delle imprese. Questo ci ha permesso non solo di fare attività nella struttura ma anche di spostarci presso importanti aziende del territorio in cui abbiamo portato a confrontarsi imprenditori, esponenti della Regione, politici, esperti, toccando temi strategici per lo sviluppo”.

 

Unindustria si prepara anche all’assemblea regionale del 16 ottobre che vedrà la presenza di esponenti di primo piano della politica nazionale, a cominciare dal vicepremier Salvini. Puo’ diventare un’occasione anche per il nostro territorio?

“Visti i personaggi che interverranno è una ribalta da sfruttare per lanciare messaggi precisi. Tra questi sicuramente urge un riferimento a Fca Cassino. Ma penso che l’assise debba essere prima di tutto un momento di unità, è auspicabile un’alta partecipazione e un autentico coinvolgimento nelle discussioni”.

 

Le uniche progettualità sul terreno sono, intanto, quelle del Cosilam. Come le valuta?

“Il piano industriale Cosilam contiene tante cose, alcune irrealizzabili. Secondo me andrebbero presi in considerazione”.