Pd, il modello vincente di Cassino e quello perdente di Frosinone

La vittoria di Enzo Salera dovrebbe far riflettere il Partito nel capoluogo, dopo le due sconfitte di seguito dovute alla “balcanizzazione”. Norberto Venturi: “Gli steccati non pagano”. Il ruolo di Alessandra Sardellitti.

Da domenica notte c’è un modello Cassino nel Partito Democratico. Lo incarna il sindaco Enzo Salera, che prima ancora di aver battuto Mario Abbruzzese al ballottaggio aveva costretto all’angolo Giuseppe Golini Petrarcone; marginalizzato i tanti che non avevano voluto accettare il verdetto delle primarie; tenuto a distanza Pensare Democratico, la componente di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. Non perché alla fine sia mancato l’appoggio, ma per quella tendenza democristiana di cercare di barcamenarsi sempre, di non scegliere nettamente.

Enzo Salera invece è uomo da scelte nette. Con lui c’è stato sin dall’inizio Antonio Pompeo, sindaco di Ferentino, presidente della Provincia e dell’Upi Lazio. Il modello Cassino non è quello “potente e sovietico” di Pensare Democratico. Non è neppure quello aperto di Piazza Grande. È quello disegnato dal coordinatore della campagna elettorale di Salera, Danilo Grossi. Un modello al tempo stesso civico e di Partito, che parla alla gente. Umano. Enzo Salera ha affrontato il ballottaggio dividendosi tra la gente da coinvolgere ed il capezzale nel quale sua madre è rimasta aggrappata alla vita fino a questa mattina: il tempo di sapere che il figlio è diventato sindaco di Cassino, sentire in televisione che le dedicava la vittoria e poi è andata via.

Non è un caso che da Frosinone si siano mobilitate per Enzo Salera figure come quelle dei Consiglieri Alessandra Sardellitti e Norberto Venturi, che il neo sindaco ha voluto ringraziare pubblicamente. Spiega Norberto Venturi: “Non lo nascondo: i ringraziamenti di Salera mi hanno commosso. Sono io che ringrazio lui. Più di un anno fa mi sono candidato nella lista di Zingaretti, quella che faceva riferimento a Massimiliano Smeriglio. Perché credo in un Pd ampio, inclusivo, attrattivo, all’interno del quale si possa discutere senza incorrere in minacce di scomunica. Il modello di Cassino risponde a queste caratteristiche, di un Partito unitario e fondato sui valori, che non si arrocca e che mira al buon governo. A dimostrazione che la vera risorsa sono alla fine gli amministratori. Guardiamo a quel modello, anche a Frosinone. Basta con gli steccati e gli apriorismi, basta con le vecchie logiche. L’unità e il rilancio passano attraverso il coinvolgimento di tutti”.

A Frosinone, alle comunali, il Pd viene da due sconfitte che hanno lasciato il segno: la prima nel 2012, quando l’allora sindaco Michele Marini fu letteralmente abbandonato da moltissimi che avevano condiviso con lui l’esperienza amministrativa. Eppure Marini arrivò al ballottaggio, recuperò moltissimo, ma non riuscì a battere Ottaviani. Nel 2017 il centrosinistra ha perso al primo turno e il candidato a sindaco Fabrizio Cristofari ha pagato sul nascere la “balcanizzazione” del Partito, soprattutto nel capoluogo.

“Balcanizzazione” che sembra non essere stata superata però. Nel dibattito sulla costruzione della moschea ci sono due posizioni, entrambe legittime. La prima è quella del circolo cittadino, esternata dal segretario Andrea Palladino e dalla presidente Stefania Martini, e condivisa dai consiglieri comunale Fabrizio Cristofari, Angelo Pizzutelli e Vincenzo Savo: sì al luogo di culto ma in una zona diversa da viale America Latina. Dall’altra c’è quella dei consiglieri Alessandra Sardellitti e Norberto Venturi: sì alla moschea in viale America Latina.

Il Pd è un partito molto diverso dal centralismo democratico del Pci. Nel Pd le posizioni diverse dovrebbero essere un arricchimento. Invece a Frosinone è come se si volesse delimitare uno spazio invalicabile.

Alessandra Sardellitti (che è anche consigliere provinciale) e Norberto Venturi fanno parte dei Democrat, hanno consensi e credibilità. E guardano al modello vincente di Cassino. Nel quartier generale di Enzo Salera, domenica scorsa Alessandra Sardellitti era l’anima, il braccio e la mente. Perché non dovrebbe essere tenuta in considerazione? Perché troppo ingombrante? Perché assume posizioni autonome? Arroccarsi produce sconfitte, come è stato dimostrato proprio al Comune di Frosinone. Ci sono spazi per tutti se si hanno idee e spirito di squadra.