Matteo Renzi cita Frosinone tre volte al Tempio di Adriano

La provincia di Frosinone finisce in tre passaggi chiave del discorso di Matteo Renzi al Tempio di Adriano. Grazie ai progetti che hanno salvato ex Marazzi ed ex Ideal Standard. Ed in arrivo c'è una grossa novità

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Tre volte. La provincia di Frosinone viene citata tre volte in un’ora da Matteo Renzi. Il Tempio di Adriano a Roma è il suo palcoscenico per una notte e come due sere prima a Milano c’è il pienone. Un po’ presenta il suo libro, un po’ fa campagna per le Europee. Ma per tutti i presenti è solo un pretesto: in realtà sono lì per ascoltarlo mentre parla di politica dei giorni nostri, sentirlo randellare Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Stanno in sala per spellarsi le mani con gli applausi appena straccia le vesti addosso ai due vice premier con la sua parlantina affilata più d’un bisturi.

Micidiale. Più di cento comizi del Politboureau che gestiva il Pd prima del suo arrivo: corpo estraneo in un Partito fuori sintonia dalla pancia del Paese. Ha inaugurato lui la gestione di una nuova era nazionale: fatta di ‘elettorato gassoso‘, cioè evanescente, impalpabile, pronto a sparire passando dal 40% al 18% in un’elezione. Acqua passata. Ora al Nazzareno c’è un Segretario che sta risintonizzando il Pd su una frequenza più in linea con le sue origini. Mentre a Palazzo Chigi ci sono i Gialloverdi. E Matteo Renzi ha deciso di seppellirli sotto una valanga di risate. Pretesti, questo governo sembra fornirgliene ogni giorno. In sala ridono mentre gli indicatori economici dicono che ci sarebbe da piangere.

Camicia bianca, maniche arrotolate, linea in forma perfetta, Matteo Renzi si muove come un attore consumato. Cambia continuamente posizione, gesticola, varia il tono della voce con un continuo sali e scendi che porta il pubblico sulle montagne russe. Prima fino al punto più profondo, raccontando dove sta il Paese, poi la salita nel descrivere le soluzioni prodotte dal governo Conte – Salvini – Di Maio, infine giù a capofitto tra le risate. Come il punto in cui sbeffeggia il ministro dell’Interno e quello del Lavoro usando un colpo solo. «Salvini sappiamo perché è diventato così, gli hanno fregato il pupazzetto di Zorro. Ma a Di Maio che hanno fregato, la Barbie? Coccolino?…».

In tre giorni, sociologi e teologi si sono mobilitati contro il rosario ostentato a fini politici da Salvini. Matteo Renzi lo incenerisce usando gli scaricatori livornesi. «Ma come può un ministro dell’Interno, in piazza Duomo, tirare fuori un Rosario e affidare la campagna elettorale a Maria Immacolata. Che poi, la Madonnina che dà la preferenza alla Lega, non ce la vedo… Ma proprio lui? Che tre anni fa le telecamere lo riprendevano mentre bestemmiava come uno scaricatore di porto livornese… e lo dico con il massimo rispetto per i livornesi, che in materia hanno una sensibilità pari ai fiorentini».

Per lui Luigi Di Maio è «l’incompetente. Lo statista di Pomigliano». Un’alleanza tra M5S e Pd? Nicola Zingaretti ha detto no in tutte le lingue, spiegando che è agli elettori pentastellati che si deve puntare. Il no di Renzi è devastante: «… che poi dal Governo viene un sottosegretario a dirci che invece degli assorbenti dobbiamo utilizzare le coppette… Caro D’Uva, nel Medio Evo tornateci voi. Ecco perché noi del Pd non possiamo stare insieme a voi».

Che c’entra Frosinone? A sentire Matteo Renzi nel Tempio di Adriano c’è un filosofo in abito scuro. È atterrato da poche ore in aeroporto con un volo di linea decollato da Parigi o forse da Berlino oppure da Ankara: nemmeno lui sa più quante miglia ha accumulato con Alitalia nelle ultime settimane. L’imprenditore Francesco Borgomeo sta incontrando i maggiori importatori di ‘pietre da spacco’ in Europa. Li sta invitando in Italia per assistere alla più grossa rivoluzione nel campo delle ceramiche nazionali in duecento anni: la creazione del nuovo materiale, il Grestone® che viene lavorato a Roccasecca nello stabilimento che venne spremuto fino al midollo da Ideal Standard e poi gettato in un cestino insieme a quasi 300 lavoratori.

All’ingresso, Matteo Renzi riconosce Francesco Borgomeo con al braccio la signora Giovanna. Lo saluta con un sorriso che va da un orecchio all’altro, lo abbraccia: «O che tu fai qui, Borgomeo». L’imprenditore lo aggiorna al volo sulle ultime novità industriali messe a punto in provincia di Frosinone: Renzi spalanca la bocca per la sorpresa. Nessuno ancora ne sa niente ma c’è una novità enorme e mondiale. Altri brevetti, progetti che vanno dall’antica Mesopotamia fino alle Colonne d’Ercole. «Verrai a fine giugno, presidente? Sarà una cosa mondiale». Chi c’era ha sentito una mezza promessa che una capatina la farà. Ma dove e per cosa lo sanno solo loro due. Un indizio viene dal Tempio di Adriano: «Vedi queste pietre presidente? Ecco… »

Non era un saluto di circostanza. Non erano frasi buttate lì. Matteo Renzi cita tre volte Frosinone durante lo spettacolo che doveva essere un comizio. «Comunque… A proposito delle cose fatte…: Industria 4.0, il Jobs Act…», la mano destra con la camicia arrotolata fende l’aria mentre l’ex Presidente del Consiglio inizia a contare partendo dal mignolo. Pausa ad effetto di un secondo. «Borgomeo quanti dipendenti avete assunto a Frosinone con questi strumenti?» L’imprenditore è nella platea e si ritrova in un attimo tutti gli occhi addosso. Risponde con una sola parola ed un punto esclamativo: «Cinquecento!». L’applauso a scena aperta è stato per le politiche economiche che tutti criticavano, nessuno aveva compreso, tanti hanno attuato e uno ora ha testimoniato.

La seconda citazione avviene dopo poco. «Vedete, questo Paese ha bisogno di una prospettiva, di un modello, di una visione… Serve una visione di futuro per portare il Paese a crescere: esattamente come ha fatto Francesco Borgomeo a Frosinone. Se non avesse avuto quella visione ora pure lui sarebbe fermo».

La terza citazione è quando Renzi parla del rinnovamento, del mondo che cambia, di un’economia del tutto diversa dal passato e della nuova vita per ciò che altri considerano uno scarto. Economia Circolare: «Esattamente come hanno fatto a Frosinone, trasformando materiali che prima erano destinati alla discarica e scoprendo che potevano essere trattati e trasformati in nuova materia prima».

Cosa sia invece la scoperta che sta portando Francesco Borgomeo in giro per il mondo, legata al Tempio di Adriano, Matteo Renzi non lo ha svelato. Si saprà “a fine giugno“. E “sarà una cosa mondiale“.