Il risentimento di Bettini per Renzi che non aiuta Zinga

Foto Puccini / Imagoeconomica

Il Cardinale Richelieu del Partito ha come principale preoccupazione quella di evitare la ricucitura con il leader di Italia Viva. Ma stavolta la sua posizione non convince tutto il Pd. E la fronda è in pressing sul segretario.

“Le elezioni sarebbero una sciagura, ma alla fine questa cosa che le elezioni non si possono mai fare non deve diventare motivo per ingoiare tutto, sarebbe il massimo della subalternità ingoiare tutto in nome della considerazione delle elezioni come colpo di Stato”. Lo ha detto Goffredo Bettini nel suo intervento all’attivo della Federazione provinciale di Roma del Partito Democratico. Mettendo nel mirino Matteo Renzi.

Un messaggio per rassicurare quanti nei gruppi parlamentari del Pd temono il ritorno alle urne. Bettini ha aggiunto: “Le elezioni? L’ultima soluzione, io penso non si possa andare comunque ai cittadini senza aver affrontato almeno in parte le emergenza, ma se l’agibilità è maggiore non devono essere considerate un colpo di Stato, una sciagura sì perchè io penso che dobbiamo andare avanti fino all’ultimo, ma non fino a decapitare il Pd”.

Il sottile piano di Renzi

Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini, Matteo Renzi

La crisi è incomprensibile ma non dal disegno politico di Renzi. La vera strategia di Renzi è stata fin dall’inizio ridurre il Pd al 6% come i socialisti francesi e fare Macron. Questa roba non ha funzionato, quello spazio che lui immaginava non c’è stato. Calenda, Renzi e la Bonino hanno potenzialmente un’area del 10% e rompono le scatole, questo è il punto. Renzi ha visto una sua crisi politica e ha rotto per questo, coerente con la sua impostazione di fondo, fallita, per riaprire i giochi, avere più protagonismo, rompere uno schema funzionale anche al futuro tra Pd, M5s e Leu”.

E poi: “Renzi ha voluto determinare una frattura ed è entrato in una contraddizione ridicola. Gliel’ho detto personalmente, hai fatto un casino, hai rotto un percorso coerente e poi hai detto chiamateci. Ma che serietà, che coerenza ha una politica di questo genere? Ora cosa si può fare, riaprire il dialogo con Renzi? Non so quale credibilità può avere. La politica non esclude alcuna verifica ma io la ritengo una strada sbagliata, ci metterebbe ancora più nei guai e se fosse determinante Renzi tra due settimane ci sarebbero le stesse fibrillazioni. Renzi è una garanzia di instabilità, non di stabilità”.

Non si fa politica con i risentimenti

Dario Franceschini

L’analisi di Goffredo Bettini è autorevole ed è quella che maggiormente influenza il segretario Nicola Zingaretti. Ma nel Partito Democratico in tanti spingono per una riconciliazione con Renzi. C’è chi lo fa apertamente e chi restando più al coperto. Ma il ragionamento è diffuso tra gli ex renziani di Base Riformista ma anche nelle truppe di Dario Franceschini. Anche perché lo schiacciamento del Pd sul premier Giuseppe Conte è incomprensibile. (Leggi qui Senza tritolo ma con calibri grossi per cercare la sintesi Pd – Iv)

Goffredo Bettini è una delle menti più lucide del partito da decenni. Ma in questo momento appare preoccupato solo di sbarrare la strada a Matteo Renzi. E come insegnava Pietro Nenni non si fa politica con i risentimenti. E men che meno con il rancore.