Saf, tutto come previsto: rinvio tattico

Nulla di fatto nell'assemblea dei sindaci per la Saf. Era previsto. La questione non è sulla gestione né sulle scelte operative. Ma sugli equilibri nel centrodestra. Si vota tra due settimane

Come da copione: fumata nera. È andata deserta la prima convocazione dei sindaci per tracciare il futuro della Saf, la società che smaltisce i rifiuti prodotti in provincia di Frosinone. Appartiene ai 91 Comuni ciociari in parti uguali: a prescindere dagli abitanti e dai rifiuti prodotti. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di giovedì 29 giugno 2023).

Nulla di fatto perché alle 15 di giovedì i soci non si sono presentati nel salone di rappresentanza del palazzo della Provincia dove era convocata l’assemblea. Per decidere tre aspetti fondamentali. L’approvazione dei conti, il rinnovo della governace (presidente e consiglio d’amministrazione), le linee guida per il futuro.

Tutto come da copione

Che la seduta saltasse era previsto. Questione di equilibri politici e non di scelte strategiche. Perché negli ultimi due mandati la Saf è stata guidata dall’ex dirigente regionale del settore Rifiuti, Lucio Migliorelli. Che tre anni fa ha avuto una maggioranza quasi unanime: ha tenuto in equilibrio i conti evitando di chiedere altri soldi ai cittadini, avviato il totale rinnovo degli impianti con altri che funzionano di più ed inquinano di meno, aumentato il recupero dei materiali, avviato lo sfruttamento in house dell’organico per evitare di continuare a regalare il metano al Veneto.

Il rinvio nasce dal fatto che Lucio Migliorelli proviene dai quadri del Partito Democratico. Mentre ora la Regione ed il governo sono a guida centrodestra. A voler forzare la mano una maggioranza si trova: nell’una o nell’altra direzione. Ma la storia ha insegnato che la Saf funziona solo se è al riparo dalle fibrillazioni dei Partiti: per 25 anni la Ciociaria non ha avuto emergenze, mentre cento chilometri a nord e cento a sud Roma e Napoli hanno avuto l’immondizia fino al balcone del primo piano. (Leggi qui: Saf, plebiscito per Migliorelli: confermato con un solo voto contro).

La soluzione di equilibrio sta in un coinvolgimento del centrodestra. All’interno del CdA. Oppure con la presidenza di rappresentanza scorporata dal ruolo operativo di amministratore delegato che resterebbe nelle mani di Lucio Migliorelli per proseguire sulla rotta tracciata in questi anni. In entrambi i casi, il nome più accreditato è quello dell’attuale presidente dell’Apef (l’agenzia provinciale per l’energia) Fabio De Angelis; in maniera molto minore l’avvocato Gabriele Picano. Ed in entrambi i casi si tratta di nomi in quota Fratelli d’Italia. La Lega di Nicola Ottaviani non gradisce.

In seconda convocazione

Una maggioranza si trova. Ma l’obiettivo è quello di una convergenza larga. Il più larga possibile. Perché con i rifiuti non c’è possibilità di errore.

Rinviare la conta alla seconda convocazione è una scelta strategica. Assegna alla politica altre die settimane per ampliare i margini, trovare una soluzione che soddisfi anche Ottaviani. Per questo è stato aggiornato tutto al 13 luglio. Oltretutto, in seconda convocazione sarà sufficiente un numero minore di soci per deliberare: ne basterà un terzo.

Il falso problema

Non compete all’assemblea dei sindaci invece individuare la discarica dei rifiuti nella quale interrare ciò che avanza dal ciclo di lavorazione dello stabilimento Saf che si trova a Colfelice.

Fino ad un anno e mezzo fa la discarica era proprietà di un privato: la Mad di Roccasecca. Che ha deciso di cessare l’attività nonostante avesse già un quinto invaso autorizzato e realizzato, pronto ad accogliere i rifiuti, con la Regione che premeva per riprendere l’attività. Da quando Mad ha chiuso i rifiuti vengono portati a Viterbo ed in altri siti. Pagando. Tanto, come si vedrà dalle prossime bollette.

Uno degli invasi della discarica di Roccasecca

Compete alla Regione dire dove si farà la discarica. Ma sulla base delle indicazioni che darà la Provincia. Che due anni fa aveva chiesto al Politecnico di Torino un’esame della situazione. La risposta è che nessun sito è pienamente idoneo, ma a voler considerare quelli potenzialmente idonei ci sono diverse aree: toccherà ai sindaci esaminare ora le carte e sollevare le loro controdeduzioni. Ma s anche domani mattina si decidesse dove, resterebbe il fattore quando: realizzare una discarica richiede non meno di un anno di lavori.

Mad ha messo in vendita. I sindaci non potranno evitare di considerare la questione. Perché se non comprano loro, qualcun altro arriverà per farlo.