Salvati sfida il prefetto: tre giorni per revocargli la sospensione

Il presidente dell'Unione dei Comuni concede tre giorni al Prefetto per revocare l'atto con cui lo ha sospeso. E lo segnala all'ufficio ispettivo del Ministero dell'Interno. Minaccia la denuncia alla Procura ed al Tribunale Civile. "Atto illegittimo. Incauto". "Nessuna violazione di legge: solo interpretazioni diverse".

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il presidente (sospeso) Antonio Salvati concede i tre giorni al Prefetto Ignazio Portelli: o si ravvede entro la settimana o lo citerà di fronte al Tribunale Amministrativo Regionale.

In attesa del ravvedimento però ha presentato un esposto al dipartimento del Ministero dell’Interno che vigila sull’operato dei prefetti. E si prepara a consegnare alla Procura della Repubblica una denuncia per ‘falso ideologico‘ e ‘abuso d’ufficio‘ a carico del dottor Portelli. Alla quale farà seguito un’istanza di risarcimento da protocollare al Tribunale Civile.

 

” L’atto illegittimo” del prefetto

Tutto nasce del decreto con cui il prefetto Ignazio Portelli la settimana scorsa ha sospeso l’avvocato Antonio Salvati dalla carica di presidente dell’Unione dei Comuni Antica Terra di Lavoro. Ipotizza «Gravi e persistenti violazioni di legge». Perché? Una volta venuti meno i requisiti con cui ricoprire la carica – ricostruisce il prefetto – Salvati non ha più convocato l’assemblea che doveva nominare il suo successore. (leggi qui «Gravi e persistenti violazioni di legge»: il prefetto revoca il presidente Salvati)

Nell’esposto inviato al Ministero dell’Interno, Antonio Salvati ed il suo avvocato Ivan Santopietro hanno sostenuto che «provvedimento di sospensione notificato dal Prefetto è un atto totalmente illegittimo. Si fonda su circostanze false che sono smentite dai documenti».

Ed elenca quelle che ritiene siano «le incongruenze in cui è incorso il Prefetto». Tutte evidenziato in un Atto di Autotutela: il documento con cui si concede alla Pubblica Amministrazione di ravvedersi da un errore ed annullare spontaneamente un atto sbagliato.

 

Le “incongruenze” di Portelli

Nell’Autotutela si evidenzia che il prefetto ha adottato il provvedimento di sospensione affermando che il presidente Salvati abbia commesso gravi e persistenti violazioni di legge.

Quel decreto viene ritenuto ‘carente di motivazione‘. Cioè non indica in maniera sufficientemente dettagliata in cosa consisterebbero le violazioni di legge addebitate a Salvati.

«Non mi si accusa di aver rubato, di aver distratto fondi o di altri gravi reati contro la pubblica amministrazione – evidenzia il presidente sospeso -. L’unica mancanza che mi si addebita è quella di non aver risposto alle lettere della Prefettura in cui mi si chiedeva la convocazione del consiglio».

Le lettere di risposta invece per Salvati ci sono. Sono state inviate via Pec dall’avvocato Ivan Santopietro.

Ma l’assemblea non è stata convocata. Nè il nuovo presidente è stato eletto. «Noi riteniamo che le richieste di convocazione fossero illegittime: abbiamo un punto di vista diverso e lo abbiamo scritto nella nostra risposta. Avere un’interpretazione differente sulla stessa norma non significa violare in maniera grave e persistente la legge» spiega l’avvocato Santopietro.

 

L’interpretazione diversa

Perché Antonio Salvati non convocava l’assemblea per eleggere il suo successore? Perché ritiene che il Comune di San Giovanni Incarico non avesse titolo per pretendere l’assemblea: non fa più parte dell’Unione. E perché il Testo Unico sugli Enti Locali stabilisce che la convocazione deve essere richiesta da almeno 1/5 dei consiglieri.

C’è poi il caso dell’esposto attribuito al vice sindaco di Falvaterra Francesco Piccirilli. È al centro di un’altra delle lettere inviate dalla prefettura.

«Anche a tale richiesta è stata data tempestiva risposta con PEC» sostiene Salvati nell’Autotutela e nell’Esposto al Ministero. In quella risposta si faceva presente che il vicesindaco aveva disconosciuto la sua firma sull’esposto, tanto da avere presentato una denuncia per falso. «Ed il Prefetto Zarrilli, accertata la falsità dell’esposto e la correttezza del mio operato, non ha proceduto a convocare coattivamente il consiglio. Dunque quali sarebbero le norme che il sottoscritto avrebbe violato, se ho sempre risposto ad ogni istanza della Prefettura?» domanda Salvati.

 

La carenza di requisiti

Il punto fondamentale non sono le lettere. Non sono le mancate risposte alle sollecitazioni della Prefettura.

Il nocciolo è che per il Prefetto Ignazio Portelli l’avvocato Antonio Salvati non aveva più i requisiti per continuare a fare il presidente dell’Unione. Li aveva persi da quando era stato eletto il nuovo sindaco di San Giovanni Incarico e lui era decaduto dalle funzioni.

Anche su questo, c’è un’interpretazione differente della norma. La prefettura la legge in un modo, Antonio Salvati ed il suo avvocato la leggono in un altro.

Sostiene Salvati: «L’art. 32 del TUEL prevede che il Presidente dell’Unione debba essere scelto tra i Sindaci. La lettura della norma evidenzia come sia necessario “essere Sindaco” al solo momento della scelta del Presidente e non per tutto il mandato. Non esiste assolutamente alcuna norma che stabilisce che alla cessazione della carica di Sindaco, venga meno anche la carica di  Presidente».

 

Il prefetto? Incauto, s’è fatto prendere dalla foga

Nel suo esposto l’avvocato Antonio Salvati sostiene che il prefetto si è lasciato «prendere dalla foga di adottare un atto illegittimo sotto diversi profili».

Non solo. Giudica anche «gravissime, lesive della mia reputazione ed incaute, anche, le parole del Prefetto riguardo il mio operato di Segretario Comunale, quando ha affermato testualmente che “si viene meno ad un preciso dovere etico quando un Segretario Comunale svolge anche la carica di Presidente di un Ente terzo. Al contrario, non esiste alcuna incompatibilità di legge tra la funzione di Segretario Comunale e la mia carica di Presidente presso l’Unione».

 

Un po’ come Salvini

Come il vice premier Matteo Salvini l’altro giorno ha messo in evidenza che lui aveva la legittimazione popolare perché votato dai cittadini mentre i giudici che lo indagavano non li aveva eletti nessuno, ora anche Salvati mette in campo un concetto simile.

E dice di ritenere il provvedimento di sospensione «una grave violazione non solo delle più basilari norme di legge, ma anche della volontà e delle scelte dei cittadini elettori che, per mezzo dei propri rappresentati, hanno democraticamente espresso la volontà di vedermi Presidente dell’Unione di Comuni».

 

I sindaci a colloquio

Nel suo provvedimento di sospensione, il prefetto aveva avanzato riserve anche sull’operato dei sindaci dei due Comuni rimasti all’interno dell’Unione.

Ai sindaci Rocco Pantanella di Roccadarce e Antonio Lancia di Falvaterra aveva rimproverato di «ignorare volutamente la problematica in essere; tale comportamento lede la corretta gestione degli Enti locali con un’ostinazione non più tollerabile».

Entrambi si sono risentiti. Hanno chiesto un colloquio chiarificatore urgente. Il prefetto Ignazio Portelli li riceve martedì mattina.

Fino ad oggi non ha revocato l’atto di sospensione di Salvati. E nemmeno l’iter per revocarlo in maniera definitiva.