Sara Battisti: “Pd ora rimettiamoci in cammino”

Come cambia il Pd nel Lazio dopo il Congresso. La rotta dei timonieri Leodori e De Angelis. Il totem del pluralismo. E poi Buschini, i giovani, le destre. La visione di Sara Battisti

Fino a lunedì è stata vice Segretario Pd del Lazio. È stata lei ad organizzare ed allestire la lista di Rete Democratica che in provincia di Frosinone ha preso 7.269 voti sui 18.202 raccolti in tutta la regione; lei ha schierato il candidato più votato in tutto il Lazio, quel Francesco De Angelis eletto con 4.187 preferenze. E che ora è presidente regionale. Sara Battisti guarda con ottimismo al futuro del Partito Democratico: proprio per le cose fatte vedere dal Pd del Lazio.

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Onorevole, il suo Partito ha un nuovo gruppo dirigente: cosa cambia?

Cambia tutto. Il Congresso del Lazio ha innescato una rigenerazione del Partito Democratico basata sulle sue tradizioni. Il valore del confronto ma senza più la discussione infinita, i Circoli come luogo di dibattito e formazione delle nuove generazioni. Un Partito aperto e plurale capace di fare sintesi. Rispondiamo al cambio di passo che ci viene chiesto dalla società: se non ci hanno votato è perché non abbiamo saputo interpretare bene ciò che la gente voleva da noi”.

Largo ai giovani ma il candidato è sempre Francesco De Angelis.

La ragione della sua candidatura l’ha spiegata bene nel suo intervento subito dopo l’elezione a Presidente del Pd del Lazio. Insieme a Daniele Leodori guideranno una fase di riorganizzazione e cambiamento che richiede tutta la loro esperienza e tutta la loro capacità di mediazione. E poi c’è il gruppo dirigente diffuso e degli amministratori ormai completamente rinnovato. Basta guardare gli eletti in Assemblea regionale e il Segretario di Federazione”.

Il Congresso ha definito anche nuovi equilibri interni in ogni Federazione: cosa cambierà a Frosinone?

Anche a Frosinone ovviamente bisognerà perseguire la strada dell’unità, mantenendo vivo il pluralismo, chiedendo l’impegno a tutte e tutti di riorganizzare e mobilitare il Partito. Come indicato ieri proprio dall’Assemblea regionale”.

Daniele Leodori e Francesco De Angelis hanno dimostrato al Pd che c’è anche un’altra via.
Francesco De Angelis e Daniele Leodori

Hanno superato il correntismo senza sopprimerlo. Le correnti, quando sono luogo di discussione, di aggregazione e di confronto hanno una loro utilità. Non devono diventare trincea sulla quale assestarsi. Perché in una comunità plurale come la nostra bisogna sempre ricordare che la sintesi è fondamentale”.

Di quali azioni ha bisogno il Pd del Lazio e di Frosinone?

Usciamo dall’assillo del governo e torniamo nelle strade, nelle piazze, nei luoghi del conflitto sociale. Siamo chiamati a ricostruire un rapporto diretto con le cittadine e i cittadini, smetterla di discutere del nostro “ombelico”. Torniamo a rappresentare chi soffre.

Questa è la nostra storia e la nostra cultura politica. Dobbiamo fare un’analisi attenta di quanto non ha funzionato, uscire dalle stanze e riconnetterci con tutte e tutti quelli che non riescono a trovare lavoro, hanno un lavoro precario o non adeguatamente retribuito, che chiedono strumenti e sopratutto servizi per incentivare la crescita economica e sociale per tutti.

Sia il Segretario che il Presidente Regionali hanno detto che ora bisogna riconnettere il Pd alla società: quali sono le emergenze sociali alle quali il Pd deve dare una risposta?

Il costo della vita aumenta, ma gli stipendi non vengono adeguati, incrementando esponenzialmente il numero di chi rientra nel novero dei “working poor”, chi pur avendo un lavoro non arriva alla fine del mese. I giovani inattivi crescono sempre di più, i Neet (i giovani 15-34 anni che non studiano e non lavorano) sono 1 su 5 in Italia, il dato più alto d’Europa, accrescendo oltre al problema meramente occupazionale, anche quello sociale. Un giovane non impegnato nella collettività è un giovane marginalizzato con tutti i rischi che ne derivano.

In provincia di Frosinone, poi, c’è un’ulteriore emergenza. Basta guardare il dato di chi scappa dal nostro territorio, che ha perso circa 40.000 cittadini: oltre ai noti problemi di denatalità, il tema centrale deve essere quello inerente i servizi. Bisogna diventare attrattori soprattutto per chi vive nella Capitale.

Giorgia Meloni dice che sono problemi provocati da voi e lei sta cercando di mettere rimedio.

La destra al Governo continua a ripetere come un mantra, evidentemente per auto convincere se stessa, che le scelte che sta operando sono conseguenti agli errori fatti da chi li ha preceduti. Ma questa retorica non convince più nessuno.

Il Partito Democratico del Lazio, la Segretaria del PD Elly Schlein, i dirigenti, i nostri militanti e gli amministratori sono chiamati ad un nuovo compito: guidare con autorevolezza e attenzione l’opposizione, chiedendo che si faccia subito chiarezza su alcuni temi.

Quali?

La battaglia sul Pnrr, non è legata alla difesa del nostro operato al governo, è necessaria per evitare che vengano dispersi fondi per progetti infrastrutturali, a danno dell’innovazione in termini di servizi offerti ai cittadini, a danno dell’economia. Bisogna tutelare la sanità pubblica: nel Lazio Rocca ha regalato 22 milioni di euro ai privati, raccontando la favola dell’operazione svuota Pronto Soccorso. Lo ha spiegato bene il Direttore della Asl Angelo Aliquó: servono i medici. Altrimenti verranno chiusi reparti importanti.

Cosa non la convince delle scelte di Rocca?

Le scelte compiute dal centrodestra in materia di Sanità sottolineano in maniera sostanziale le politiche che si vogliono portare avanti. Hanno investito una valanga di soldi sulle cliniche private. E solo su quelle romane. Ora dico: se il problema c’era e per risolverlo occorreva dare quei soldi, come mai solo a Roma? Ma soprattutto quei soldi non potevano essere usati per assumere personale nel pubblico? Questa scelta, puramente ideologica, “più privato e meno pubblico” non ci appartiene e la combatteremo. In questo solco ho apprezzato che la prima uscita pubblica del nuovo Segretario Regjonale Daniele Leodori, sia stata accanto alla Cgil scesa in piazza per difendere la sanità pubblica.

Intanto si ferma l’assistenza domiciliare

Qualche giorno fa, il distretto B socio assistenziale della Provincia di Frosinone ha notificato ai Comuni la sospensione del servizio per assenza di fondi da parte della Regione. Ho sollevato il tema e quello che mi ha colpito è che invece di avere risposte nel merito, si sono sperticati a dare responsabilità ad altri. Sono finalmente tornati indietro e l’assessore Maselli è stato costretto a convocare i comuni del Distretto B nei prossimi giorni.

Buschini è stato affondato sulla via dell’Egaf
Mauro Buschini (Foto © Stefano Strani)

Continuo a leggere ed ascoltare i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Daniele Maura ed Alessia Savo felici per aver fermato Buschini. Ma Maura e Savo hanno contezza de fatto che gli Ato sono normati da una legge nazionale, che nel piano dei rifiuti regionali vengono inseriti da Renata Polverini, che diverse Regioni governate sia dalla destra che dalla sinistra hanno prodotto leggi regionali per la governance degli ambiti?

A loro interessa colpire una persona e non spiegare ai cittadini come vogliono abbassare le tariffe, rendere il servizio di raccolta più efficiente e meno impattante per l’ambiente. Di questo abbiamo avuto la prova ieri durante i lavori della Commissione chiamata a discutere della delibera per l’annullamento degli Egato, durante la quale ho assistito ad interventi non puntuali e vaghi sulla materia, meramente delegittimanti nei confronti di una singola persona.

Perché avete scelto di puntare su Leodori e De Angelis?

I problemi sono evidenti. Occorrevano persone con un enorme bagaglio di esperienza, politica ed amministrativa, per affrontarli. Su questa impostazione abbiamo scelto di svolgere un Congresso Regionale nella nostra Regione, chiedendo alle personalità più importanti del nostro Partito di ritrovare una rotta comune..

Nelle settimane che hanno preceduto il voto, Pensare Democratico ha partecipato alla fondazione di Rete Democratica, nella quale si sono unite tutte le forze progressiste e riformiste. Perché?
Claudio Mancini

Per rendere più forte questa linea di pensiero. Abbiamo dato vita ad un’area che poi ha espresso una lista. Che si è data come priorità quella di percorrere la strada dell’unità nel Pd, facendo vivere il pluralismo interno. Di questa operazione va dato il merito a Claudio Mancini, a Francesco De Angelis ed ai colleghi consiglieri, Mario Ciarla, Salvatore La Penna ed Eleonora Mattia.

Considerati i risultati, l’operazione è riuscita?

L’operazione politica è perfettamente riuscita. Per questo le figure apicali, a partire dalla Presidenza a Francesco De Angelis, saranno frutto di uno sforzo collettivo di sintesi interna. Sono molto felice di aver contribuito a comporre la lista di Rete Democratica insieme al sindaco di San Donato Enrico Pittiglio ed a Gianpiero Di Cosimo, dando un segnale chiaro: il rinnovamento non si annuncia, si pratica.

Fino a ieri era Vice Segretario Regionale, ora cosa farà nel Partito?

Oggi sono chiamata a svolgere un ruolo istituzionale ma bisogna in questa fase mettere a disposizione la propria esperienza per il Pd. Le ultime primarie regionali hanno fatto emergere una classe dirigente sul territorio che si è misurata non con le liste bloccate ma con le preferenze. Questo lavoro non può andare disperso. Ora ognuno può apportare il proprio contributo nel Pd, in termini di idee, di contenuti, di impegno personale: io sicuramente lo farò.

Al Regionale c’è un Segretario unitario ma nella Federazione provinciale c’è ancora nell’aria l’odore della polvere da sparo. Tra Politiche, Provinciali e Regionali è stata guerra continua con Pompeo e Salera.
Antonio Pompeo

La dico come la penso perché non mi piace fare giri di parole: sono stati due anni molto particolari quelli che ci lasciamo alle spalle, gli errori commessi sono diffusi e non attribuibili ai singoli. Si può chiedere al Segretario Provinciale di tenere in considerazione un quadro politico nuovo, non si può chiedere al Segretario Provinciale di accollarsi responsabilità non sue. A lui il compito di sapere interpretare questa fase. A noi il compito di un contribuito propositivo.

Cercherete di ricostruire il dialogo anche a Frosinone?

Intanto ricordo che il nostro avversario è la destra. Non possiamo arretrare di un millimetro davanti ad una destra che si dimostra arrogante, approssimativa, senza idee, dobbiamo coralmente combattere. Poi, io non ho problemi a ragionare su come si valorizza il protagonismo di persone che vogliono dare questo contributo, senza essere minimamente sfiorati dall’idea di un consociativismo che porterebbe gli elettori a non comprenderci. .

Anagni e Ferentino però ci dimostrano che c’è stata ancora una volta una cinta interna fratricida.
Sara Battisti

Apriamo subito una fase di consultazione in tal senso per riorganizzare il Partito e diamoci delle regole che permettano di non commettere errori. Ad esempio il prossimo anno si vota in diversi Comuni, costruiamo un regolamento che preveda che, laddove non si trova una sintesi interna, si possano utilizzare le primarie per selezionare i candidati a sindaco. Definiamo il campo di azione, chiariamo da subito che vogliamo anche qui riunire il centrosinistra, dando cittadinanza anche alle esperienze civiche con le quali abbiamo già ottenuto risultanti importanti.

Diamo voce ai corpi intermedi dentro i nostri organismi, alle tante associazioni sul territorio..

Questo congresso ha messo in luce anche una generazione nuova. Che ruolo avrà?

Apriamoci, non bisogna avere paura della novità e del confronto, affidiamo questo lavoro ai volti nuovi di queste primarie. Mobilitiamo i Giovani Democratici, la Conferenza delle Democratiche, i Circoli locali. Facciamoci Partito, mettiamoci in cammino