La mediazione di Tortoriello: «È il momento dell’unità, revocate lo sciopero»

Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

Vertice domani tra i sindacati ed i ministri Patuanelli a Gualtieri. Per rivedere l'elenco delle attività che possono restare aperte. La mediazione di Tortoriello. Ed il messaggio a Cgil-Cisl-Uil: "La prima cosa è la sicurezza. Ma non è il momento di scioperi: serve unità".

Uno degli ultimi casi è stato registrato in queste ore. È positivo al Covid-19 un operaio. Lavora in una delle aziende farmaceutiche che costituiscono il polo a cavallo tra le province di Frosinone e Latina. Per i sindacati Cgil – Cisl e Uil e la conferma delle loro preoccupazioni: sono rimasti tre i possibili luoghi di aggregazione nei quali il micidiale coronavirus si può trasmettere in massa. Quei tre luoghi sono gli ospedali, i supermercati ed i luoghi di lavoro. È per questo che continuano a chiedere la serrata per tutto ciò che non sia strategico.

L’elenco da rivedere

Il premier Giuseppe Conte con il ministro Roberto Gualtieri

L’elenco firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte è da rivedere. Non è quello che era stato limato per una giornata intera da sindacati ed industriali. Contiene alcune decisioni incomprensibili: i produttori di mobili in pratica da giardino possono continuare a fabbricare sedie e tavolini; in base allo stesso elenco Giovanni Turriziani e tutti gli altri gruppi come il suo in Italia non potrebbero consegnare i carburanti alle stazioni di servizio: sono stati lasciati aperti i pozzi di petrolio e le raffinerie ma ci si è dimenticati della distribuzione.

I sindacati chiedono di rivedere l’elenco. Lo chiedono anche gli industriali. Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ed il suo collega titolare del dicastero dell’Economia Roberto Gualtieri martedì mattina alle 11 incontrano in videoconferenza i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

La mediazione di Tortoriello

Filippo Tortoriello

Cerca un punto di equilibrio il presidente di Unindustria Filippo Tortoriello. Il ragionamento degli industriali del Lazio è lineare: se adottiamo tutte le misure di sicurezza sulle distanze, sui contatti, sulla sanificazione, allora non c’è motivo di chiudere tutto. Altrettanto lineare quello dei sindacati: abbiamo molte segnalazioni di imprenditori che non applicano le misure anticontagio e gli ispettori del lavoro non possono andare a controllare.

Il punto di sintesi: se chiudiamo tutto per questo motivo, sarebbe come togliere le auto dalle strade perché le guida anche qualcuno che provoca gli incidenti; cerchiamo invece chi si comporta in modo scorretto, conviene a tutti.

Ma il caso del lavoratore trovato positivo al Covid-19 in queste ore nello stabilimento farmaceutico ha fatto scattare il nuovo allarme tra i sindacati.

Revocare lo sciopero

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Il diritto di lavorare in condizioni di assoluta sicurezza è requisito assolutamente prioritario“: a dirlo non sono i sindacati ma il presidente degli industriali del Lazio. Filippo Tortoriello lo ha messo nero su bianco in serata. Aggiungendo: “Condividiamo l’appello di Cgil, Cisl e Uil di intraprendere un’azione congiunta nei confronti degli organismi competenti al fine di fare più tamponi possibili come misura alternativa alla sorveglianza domiciliare. Condividamo questo appello perchè per noi la salute, la sicurezza, e la tranquillità dei lavoratori è fondamentale”.

Poi il concetto già messo in chiaro nel recente passato: “Per noi imprenditori, i nostri dipendenti sono il bene più prezioso. Auspico che questo sacrosanto dialogo costruttivo sul diritto alla salute debba anche valere per sostenere il nostro sistema produttivo“.

In pratica? Ha auspicato che “lo sciopero dei metalmeccanici indetto, anche nel Lazio, possa essere revocato. Non è il momento delle divisioni ma è il momento dell’unità. Diamo al Paese una risposta comune”.

Perché Tortoriello lo chiede? Perché “gli obiettivi sono gli stessi ed identici: uscire da un’emergenza cosi drammatica”.

Il Lazio è l’11% del Pil

Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria

La preoccupazione di Filippo Tortoriello è per una serrata che non darebbe scampo a molte realtà del Lazio. Perché non tutto il mondo è il lockdown e ci sarebbero molti concorrenti pronti a produrre ciò che nel Lazio smetteremmo di fare.

In mattinata il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia aveva evidenziato che il blocco del Paese costerebbe 100 miliardi al mese di PIL. Evidenziando che “sarebbe un’economia di guerra che purtroppo non farebbe ne’ vinti ne’ vincitori”.

Filippo Tortoriello a questo proposito aggiunge che il Lazio è la seconda economia dell’Italia, contribuendo per oltre l’11% del Pil nazionale: “diamo un segnale di unita’ proprio partendo dalla nostra Regione. Ed il primo segnale sarebbe proprio quello di revocare lo sciopero e questo a vantaggio esclusivo di tutte quelle filiere produttive indispensabili che sono strategiche e necessarie al sostegno di quei settori economici determinanti per affrontare questa difficilissima situazione”.

Il confronto di domani con i due ministri sarà fondamentale.