Smart o ufficio? Seeweb a metà tra Google e Facebook

Da oggi il Lazio è in zona bianca. Il Paese si avvia alla nuova normalità. E si ritrova nel dibattito mondiale: lavoro smart o si torna in ufficio. I giganti di Internet sono divisi. La scelta di Seeweb

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

L’ultima indagine di Federlazio, circa le conseguenze del Covid, ha parlato chiaro: in Ciociaria, nonché a livello regionale, i tre quarti delle piccole e medie imprese vogliono mollare il prima possibile lo Smart Working. Resta il fatto che una pur minima parte è intenzionata a salvare il meglio che offre. (Leggi qui Federlazio fotografa la ripresa dopo il covid).

Il lavoro agile era stato presentato come una delle grandi rivoluzioni accelerate dall’emergenza sanitaria: perché in Italia piace proprio dire che non tutti i mali vengono per nuocere. Dopo oltre un anno di zone rosse, arancioni e gialle, la campagna vaccinale impenna e i contagi crollano. Il Lazio, dopo averne già viste di tutti i colori, da questa mattina si tinge di bianco: vengono meno le più rigide restrizioni anche sul posto di lavoro.

Dall’ufficio o da casa?

Foto Ravindra Panwar

E ora? Lavoro in ufficio o da casa? C’è chi auspica la classica via di mezzo: un modello misto. È la soluzione che vorrebbe Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale. In pratica chiede di non fare di tutta l’erba un fascio: se in un particolare settore è più fruttuoso mettersi all’opera da casa, pur garantendo la necessaria presenza fisica, ben venga. Con tanto di opportuna socialità. (Leggi qui Imprese, scocca l’ora della trasformazione digitale).

Se si passa dal privato alla pubblica amministrazione, però, il ministro al ramo e per la Semplificazione Renato Brunetta punta a regolare la situazione entro il 2021: per ora massima flessibilità e, basandosi sulle esperienze in corso, la previsione dello Smart Working nei contratti di lavoro. Ne parlerà questo fine settimana intervenendo a Fiuggi alla due giorni “Superare la pandemia” con ministri, leader politici, docenti universitari.

Il tutto mentre alcuni colossi tecnologici mondiali come Google e Apple, rivogliono i loro dipendenti in ufficio quanto prima: almeno per tre giorni a settimana. Facebook e Twitter, invece, premono l’acceleratore in direzione opposta: lavoro da remoto a tempo indeterminato. Lo Smart Working è riuscito a mettere in disaccordo anche i primi che, per naturale predisposizione, lo hanno attuato: i Big Tech.

Da Mountain View a Frosinone

Nella tecnologia dell’informazione, con le dovute proporzioni, Frosinone ospita due data center di proprietà di Seeweb: uno dei più affidabili internet provider in Italia, la prima società del settore ad offrire soluzioni di cloud computing. E proprio a Frosinone c’è il cuore più recente del Cloud computing provider con cui garantire servizi di archiviazione, elaborazione e trasmissione di dati. Come si sta regolando Seeweb? Dal data center o da casa? Abbraccia appieno lo stile ibrido.

A metà tra i blocchi contrapposti Google-Apple e Facebook-Twitter: settimana gestita tra presenza obbligatoria in ufficio e lavoro da remoto. Così, d’altronde, riescono a rispettare il limite di persone che possono essere accolte nelle sue sedi di Corso Lazio e Via Armando Vona.

Sin dallo scoppio della pandemia, agli inizi del 2020, soltanto i data center manager hanno dovuto lavorare obbligatoriamente in presenza. Per forza di cose: devono monitorare le macchine. A tutti gli altri, fino ad oggi, è stato consentito di scegliere le modalità lavorative. Niente chiamata a raccolta in ufficio come quella di Tim Cook: l’amministratore delegato di Apple contro cui stanno insorgendo i lavoratori.

La dimensione flessibile di Seeweb

Il provider italiano di servizi IT, operativo nel capoluogo ciociaro ma anche nel Milanese e all’estero (Croazia e Svizzera), «si colloca in una dimensione flessibile – dice di sé Seeweborientata all’ascolto delle necessità dei dipendenti, da quelle personali a quelle legate alla distanza tra città di provenienza e di lavoro».

Anche e soprattutto perché, in fondo, un lavoratore contento è più produttivo: è quello che conta. È bastato fare un sondaggio interno ed è scaturita un’organizzazione libera dello Smart Working.

Continuando ad agevolare il lavoro flessibile, come piace fare a Seeweb, «in un’ottica di benessere personale e comunione tra esigenze individuali e professionali». Provare per credere.