Sor Gino Annunziata, il presidente in anticipo sui tempi

(Foto: Carlo Carino / Imagoeconomica)

Un mese fa se ne andava Sor Gino Annunziata. Troppi lo hanno ricordato con le parole. Pochi con gli esempi. Eppure ne aveva dati tanti. Eccone alcuni

Giusto un mese fa ci lasciava Gino Annunziata, accompagnato dalla superficiale ipocrisia con cui molti pensano di onorare il defunto con le parole e non con l’esempio da lui appreso. Nemmeno Luigi Annunziata (per l’Anagrafe), Sor Gino (per tutti coloro che hanno avuto modo di lavorarci) è sfuggito a questa sorte. Ne avrebbe volentieri fatto a meno. Perché nel suo caso c’erano opere alle quali attingere in abbondanza per prenderlo come esempio.

La visione anticipata

Luigi Annunziata con i prodotti Scala (Foto: Carlo Carino / Imagoeconomica)

Una di queste è la visione che Sor Gino ebbe delle province di Frosinone e Latina, in un momento storico preciso. Fu lui il presidente chiamato a dare sostanza alla nuova Camera di Commercio appena riformata in modo epocale dalla Legge 580. Un norma che disegnò ambiti e competenze dando in là al cambio di passo. Quel cammino lo fece con una visione che dopo di lui non c’è più stata: né per convinzione, né per volontà. Si è dovuto attendere fino all’arrivo dell’attuale presidente Giovanni Acampora per tornare a sentire parlare delle province di Frosinone e Latina come di una realtà unica.

Fu Gino Annunziata ad avere il coraggio di dire negli anni Novanta che era necessario unire i due territori delle province di Latina e Frosinone: per fare sistema e contare di più a livello metropolitano e nazionale. Nessuno osò ribattere in virtù dello spessore dell’uomo, tutti confidarono sul fatto che quell’idea restasse isolata salvaguardando così collegi e santuari.

Sor Gino si presentò in anticipo sui tempi anche con il mondo della scuola. Capì che università ed industria dovevano avere un terreno comune. Per questo aprì la Camera di Commercio al sistema scolastico per i primi stage. Fece sempre più sistema unendo il mondo delle imprese con quello accademico dell’Università di Cassino e della ricerca guidata all’epoca dal professor Maurizio Scarano. Nacque così il Palmer – Parco Scientifico e Tecnologico del Lazio Meridionale: un gioiello al servizio delle imprese che oggi ha rilievo nazionale nei sistemi di taratura e nella certificazione.

Eccovi i numeri

Luigi e Pasquale Annunziata (Foto: Carlo Carino / Imagoeconomica)

Amava il calcio perché gli piaceva il concetto di squadra. Amava la Lazio: un po’ per passione giovanile un po’ perché quella squadra è stata il paradigma di molto del sistema industriale del territorio. Sul quale nessuno scommetteva che potesse essere da scudetto: un sistema industriale troppo indisciplinato, troppo inquinato da protagonisti per nulla disposti a mettersi a disposizione della squadra. E invece la Lazio di Maestrelli e Chinaglia raggiunse lo scudetto ed il sistema industriale della provincia di Frosinone dimostrò di essere maturo per sopravvivere alla fine della Cassa per il Mezzogiorno.

Citava spesso anche un’altra Lazio: quella di Eriksson, per intenderci quella che dimostrò come unire umiltà, sacrificio e passione per raggiungere traguardi come lo scudetto. Proprio per cercare di fare squadra Sor Gino si inventò l’abitudine di chiamare a raccolta parlamentari nazionali e regionali eletti nel territorio. E forniva i dati dell’Osservatorio Economico: fu pure quella una sua intuizione. Avviò un monitoraggio costante sull’andamento dell’economia, della demografia, dell’industria: per capire chi eravamo davvero, dove stavamo andando, cosa stava accendo.

I dati statistici sfornati in tempo quasi reale studiando le Camere di Commercio di tutto il Lazio, arriveranno anni dopo.

Puntualità e solidarietà

Alla politica chiedeva uno scatto in avanti. Chiedeva di battere un colpo, insieme. Mettendo prima gli interessi del territorio e poi le divisioni di bandiera. Lanciò così un modello che a mano a mano è stato messo troppo frettolosamente in una soffitta.

Luigi Annunziata con Andrea Renna

In quegli anni la Camera di Commercio iniziò ad essere un Ente che erogava servizi e non solo un ruolo da pagare. In questo lo aiutò un giovane che scelse di persona fidandosi molto dell’intuito ed affidandogli il compito di avviare un ufficio Stampa. Quel giovane si chiamava Andrea Renna e da allora ha percorso tutte le tappe fino ad essere oggi il direttore delle Bonifiche del Lazio.

Aveva una mania: la puntualità. Guai a presentarsi in ritardo, mai arrivato lui fuori orario ad un incontro. Sapeva che era quello il primo biglietto da visita: la precisione nelle cose, l’affidabilità nelle persone, per lui si vedeva anche e soprattutto dai piccoli gesti come la puntualità.

Credeva molto nell’associazionismo come mezzo di solidarietà. Non a caso era membro del Rotary e con convinzione affiancava la signora Andreina nelle iniziative dell’AIRC – Associazione Italiana per al Ricerca sul Cancro. Con iniziative importanti: il concerto di Renzo Arbore nel 1995 è rimasto a lungo un evento insuperato.

Classe innata, passo felpato, eloquio con i toni del garbo, ascolto quasi come dovere aristocratico. Esempi che in pochi hanno imitato: per questo troppi hanno preferito ricordarlo solo a parole. (Leggi qui Fallimento della Cartiera, assolti gli Annunziata).