“Una giunta di larghe intese” Appello di Lecce al Consiglio

“Evitare in ogni modo il commissariamento”: l’appello del presidente del Consiglio comunale Antonio Lecce ai consiglieri comunali ed ai Partiti. "Occorre senso di responsabilità”. La soluzione della crisi passerà comunque attraverso la formalizzazione delle dimissioni del sindaco De Donatis.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Il commissario prefettizio in Comune? Nemmeno a pensarlo. Va evitato a qualunque costo. Anche se si dovesse istituire un’amministrazione dei responsabili: un governo cittadino di larghe intese. Lo chiede il presidente del Consiglio comunale di Sora Antonio Lecce che lancia un appello confidando nel buon senso di tutti i colleghi e di tutti i Partiti che compongono l’assise civica. Lo fa dopo le dimissioni annunciate venerdì dal sindaco Roberto De Donatis e che verranno presentate lunedì, salvo clamorose svolte. (leggi qui Il sindaco: “Mi dimetto”. Anzi no, “lo faccio lunedì”)

Il momento storico è grave, la città di Sora non può permettersi il commissariamento. Ne risentirebbero soprattutto le fasce sociali più deboli”: è il motivo che spinge l’avvocato Antonio Lecce all’appello alla responsabilità.

L’appello all’Aula

Floriana De Donatis (Foto: AG IchnusaPapers)

Un appello rivolto in particolare a chi ha costretto il sindaco a dimettersi: inevitabile quella scelta, nel momento in cui si è trovato senza una maggioranza per la seconda volta di fila durante il Consiglio Comunale. Venerdì mattina sono stati ben tre: Alessandro Mosticone, Francesco De Gasperis e Floriana De Donatis. Il motivo? Sempre lo stesso. Che si ripete ormai da mesi: accusano Fratelli d’Italia di fare scelte amministrative a soli scopi elettorali a discapito delle altre componenti della maggioranza.

Resta da capire se il problema sia la prima parte della frase: fanno scelte amministrative a soli scopi elettorali, cioè tu accontenti i tuoi elettori prevedendo opere e servizi nei quartieri dove sei più votato. Oppure la seconda parte: lo fanno a discapito delle altre componenti della maggioranza, cioè il problema sta nel fatto che ‘tu lo fai ed a me non lasci niente’.

Non è il momento dei giochetti

Non entra nelle polemiche il presidente Antonio Lecce, nel rispetto del proprio ruolo di garante di tutta l’Assise civica. Anzi arriva subito al sodo.

Il mio è un appello al senso di responsabilità rivolto a tutti i Consiglieri comunali che mi onoro di rappresentare e a tutti partiti Politici presenti nell’Assemblea cittadina”. Li invita a “riflettere sul grave momento storico che stiamo vivendo, legato alla pandemia da Covid-19 e su tutte le conseguenze che ne derivano sotto l’aspetto sanitario, sociale ed economico”.

Il Consiglio comunale di venerdì

Stigmatizza l’atteggiamento dei consiglieri: “Non è questo il momento per fare giochetti politici che incidono negativamente sull’azione amministrativa. Questa è l’ora della responsabilità”.

Il presidente del Consiglio invita tutti a farsi “promotori di iniziative che permettano di arrivare a fine mandato. Per evitare che la città venga amministrata da un commissario prefettizio che si dovrà limitare all’ordinaria amministrazione e a far quadrare i conti. Con inevitabili ripercussioni soprattutto sulle fasce sociali più deboli che in questo momento hanno bisogno di tanto aiuto”.

Un governo di fine mandato

Parole di responsabilità, quelle di Lecce. Ma con un sottile rimprovero proprio al sindaco Roberto De Donatis. Che nell’annunciare le sue dimissioni e presagendo l’arrivo di un funzionario della Prefettura aveva detto: “Meglio un commissario che, tutti sanno, forse non ha il simbolo della città di Sora impresso nel cuore. Ma è meglio un burocrate piuttosto che un’Amministrazione che non può fare il bene della comunità che lo ha eletto”.

Per Antonio Lecce il Commissario prefettizio è proprio quello che si deve evitare.

Roberto De Donatis annuncia le dimissioni

Ecco perché ora propone di individuare una nuova maggioranza in Consiglio comunale. Una maggioranza fatta di responsabili che abbiano la forza di “mettere da parte le velleità dei singoli nell’interesse della collettività”.

L’esortazione del presidente fa pensare a una sorta di governo tecnico di emergenza per la città. Ad un’amministrazione di salute pubblica.

Necessario passare dalle dimissioni

Ma è soprattutto l’appello ai Partiti a rappresentare l’aspetto politicamente interessante. Un’esortazione rivolta sia a quelli di maggioranza (Lega e Fratelli d’Italia) che già amministrano insieme a Patto democratico e per i quali non ci sarebbero problemi. Ma anche e soprattutto a quelli di opposizione. Ossia ai Cinque Stelle, al Partito Democratico ed a Forza Italia.

Una maggioranza più ampia potrebbe permette al primo cittadino di non essere più politicamente ostaggio di un singolo consigliere, come accade regolarmente da oltre un anno a questa parte causa il suo risicato margine di vantaggio. Infatti la maggioranza si tiene su un solo voto in più.

Un’evoluzione del genere non può che passare attraverso le formali dimissioni del sindaco che, come da lui stesso confermato venerdì pomeriggio dopo il consiglio “verranno formalizzate lunedì, per essere sicuri che tutti gli adempimenti rispondano ai dettati di legge”.

È in corso un approccio col Pd

Augusto Vinciguerra

Un’apertura verso il Pd per portarlo all’interno di una Giunta di salute pubblica c’è già stata nelle ultime ore. Il consigliere di opposizione Augusto Vinciguerra (che già in passato è stato al fianco di De Donatis)  ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare per superare la crisi.

Ma anche la capogruppo del Pd Maria Paola D’Orazio ha ricevuto stamattina un invito esplicito del sindaco, dopo che ieri non ha contribuito a far mancare il numero legale rispondendo “presente” all’appello per la verifica. A qualcuno ha confidato: “Ci sto pensando. Ciò significa che non ha ancora deciso ma che comunque non è un no a prescindere.

A salvare lo scorcio di consiliatura che separa dalle elezioni, spostate all’autunno causa Covid, potrebbe dunque essere l’appello istituzionale del presidente Lecce ai consiglieri e ai partiti. Resta da capire se aderirà anche Forza Italia oppure il Movimento 5 Stelle. I due consiglieri del Pd, qualora dovessero accettare, potrebbero infatti non bastare. A meno che non rientrino anche le posizioni di almeno qualcuno dei franchi tiratori della maggioranza.