Quando la politica indossa il vestito migliore

Bandiere socialiste e garofani rossi: oggi alle 10 nella chiesa di Sant’Antonio a Cassino c’è stato l’addio a Giuseppe Spiridigliozzi. Il Compagno Pino è stato un’icona della politica socialista nella provincia di Frosinone. Lo hanno ricordato in tanti nelle ore scorse. Il tributo più commovente è stato questo di Katia Valente su Ciociaria Oggi.

 

KATIA VALENTE per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Indossava sempre il vestito migliore, senza quelle toppe che oggi coprono qualche “peccato” della politica. Amava comprare personalmente le stoffe e scegliere il sarto per il suo stile impeccabile. Ma era il Psi a calzargli a pennello. Un abito su misura che non ha mai rinnegato, neppure quando gli amici di sempre se ne sono andati. E di amici ne ha avuti tanti.

Uomo d’altri tempi che ha iniziato la militanza nel lontano ‘73 grazie all’amico Peppe Fargnoli con quale lavorava nell’allora Riv. Lui lo portò nella Uil ma è stata la sua passione a portarlo lontano. Ha iniziato ad avere incarichi provinciale nel sindacato che allora fiancheggiava il Psdi e il passo fu breve.

Dalla militanza politica all’amicizia con personaggi di spicco come Luigi Russo con i quali ha vissuto battaglie e gioie. Ma anche vacanze al mare e caffè in piazza. Era un uomo di partito ma non si è mai voluto candidare. «Ha seguito la mia carriera politica – ricorda l’amico fraterno Luigi Russo – ma personalmente non aveva velleità, non era invidioso ma sempre incoraggiante».

Era impossibile litigarci e lo amavano anche i nemici. Ogni discussione finiva sempre con un abbraccio o un sorso di caffè. Viveva con entusiasmo e gli bastava poco per essere contento. A volte una cravatta originale lo metteva di buon umore. Ed era contagioso nella sua allegria.

Nella sezione chiamava i più giovani come Armando e Arduino – quando cominciarono a muovere i primi passi nel partito – “maschietti” perché aveva un atteggiamento da educatore e un po’ anche per rimarcare la differenza di età e di esperienza. Per loro era un maestro ma anche zio Pino. Li lanciò sulla scena e li incoraggiò sempre. Era uno dei pochi “vecchi” della politica che amavano mettere in mostra i giovani. Senza riempirsi la bocca di propagande. Non conosceva la parola “rancore” e quando molti uscirono dal Psi per confluire nel Pd, lui restò un socialista ancora più convinto.

E alle ultime amministrative lasciò il segno inventandosi i “Socialisti Riformisti” a sostegno di Peppino.

Uomo d’altri tempi. Politico della perfezione e degli ideali. Ricco di umanità e di insegnamenti. La sua sapienza continuerà ad aggirarsi nel cuore della città. Come faceva lui ogni giorno.

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