The Day After Marini: «Pd, siamo già nel baratro, nulla da difendere»

«Non c’è più nulla da difendere e men che meno da nascondere. Il baratro è stato già toccato. Possiamo soltanto risalire, a patto però di fare un’analisi spietata di quanto successo in questi anni. Senza sconti e senza ipocrisie». Quando l’ex sindaco Michele Marini ha elaborato la sua analisi politica nel corso della Direzione Provinciale Pd (leggi qui ‘Zuffa alla direzione Pd’), in tanti annuivano. Da Francesco De Angelis a Sara Battisti, posizionati in prima fila.

 

IL RESTO DI MICHELE
Ha rotto un silenzio di mesi Michele Marini, lui che tanto tempo fa aveva detto a Norberto Venturi: «Attenzione, perché l’entrata di Domenico Marzi nel Pd e i contemporanei tappeti rossi a Fabrizio Cristofari sono operazioni chiarissime, che vanno in una sola direzione: candidare Cristofari a sindaco, a scapito tuo».

Ogni termine è pesato da Michele Marini, anche se sta parlando a braccio. Ha detto che la crisi del Pd in provincia e a Frosinone è durissima, che si è perso il contatto con la gente, con i quartieri, con le periferie.

Ha aggiunto che la Conferenza programmatica in autunno servirà a nulla. «E’ come se si usassero pannicelli caldi contro una malattia mortale. Non funziona, è il solito modo di decidere di non decidere».

Non ha assolto nessuno: non Francesco De Angelis, non Norberto Venturi. Nemmeno Fabrizio Cristofari. Per Michele Marini la popolarità non basta, bisogna fare le liste, mettere in piedi una coalizione, convincere la gente a scendere in campo. «Nessuno può chiamarsi fuori da quella che non è una semplice sconfitta, ma una disfatta senza precedenti. Neppure Fabrizio Cristofari. Al quale ha rimproverato di essersi voluto candidare ad ogni costo, senza primarie, senza una riflessione autocritica su quanto successo cinque anni fa.

Un concetto sul quale Marini ha insistito molto: «Dal 2012 ad oggi nessuno ha provato a ricostruire quanto accaduto». Ha detto Marini: «Non è una questione di vendetta o di rancore, possiamo andare a cena tutti insieme, ma questo non vuol dire non effettuare delle analisi vere. E’ stata una Caporetto».

Dalle macerie del Pd cittadino è difficile capire cosa potrà essere salvato e su quali basi si cercherà di ripartire. Michele Marini ha aggiunto: «Ci sono state delle dimissioni, ora si faranno i soliti congressi nei quali non cambia nulla. Continueremo a perdere tempo».

 

A CHI IL PD?

Oppure potrebbe provare a riprenderselo lui il Pd cittadino. Francesco De Angelis glielo ha già sostanzialmente chiesto nel colloquio riservato che ha preceduto la riunione della direzione provinciale.

Marini non ha deciso ancora il da farsi. Intanto però è tornato. Per restare.

 

COSTANZO E LE MACERIE

Il suo ritorno è stato un terremoto. Che ha scosso il Pd dalle fondamenta. Il segretario provinciale Simone Costanzo guarda sconsolato le macerie di quella Direzione e dice «Ci sono stati 25 interventi, abbiamo discusso oltre sette ore. E’ possibile che l’attenzione vada solo su quello che ha detto Michele e sulla rissa verbale tra Norberto Venturi e Francesco De Angelis? Sono solo due episodi

Il segretario può consolarsi: pure un campionato di calcio dura 9 mesi, si giocano una quarantina di partite, ti alleni tutti i giorni di tutte le settimane, poi però non vieni promosso in Serie A per un solo goal oltretutto fatto al 93° cioè a tempo scaduto. Alla fine, sono i dettagli a determinare il tutto.

In mattinata Simone Costanzo manda un Comunicato stampa, racconta la sua vulgata. Sarà domani sui giornali.

 

VENTURI, ASPRO MA EDUCATO
Il segretario del circolo cittadino del Pd di Frosinone Norberto Venturi, dopo lo scambio di accuse al veleno con Francesco De Angelis, conferma tutto. «Il tenore del confronto è stato aspro, diretto, frutto di due visioni totalmente opposte, ma mai oltre il rispetto della persona».

Mai pensato il contrario, dottore.

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