Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 6 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questa giornata di giovedì 6 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questa giornata di giovedì 6 gennaio 2022

TOP

NICOLA ZINGARETTI

Nicola Zingaretti (Foto: Pola Onofri / Imagoeconomica)

Sempre sul pezzo, sempre in anticipo: dalle ordinanze anti-Covid a quelle sul rientro a scuola. Ma anche sulla nomina del commissario per la bonifica della Valle del Sacco e soprattutto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quando la situazione lo richiede, Zingaretti fa emergere sistematicamente il suo lato migliore, quello dell’amministratore.

Ma pure dal punto di vista politico si sta muovendo benissimo. Il Pd è in una fase cruciale, perché per la prima volta si trova nella condizione di non avere i numeri per poter eleggere da solo (o con la coalizione) il presidente della Repubblica. Enrico Letta è in azione con le strategie, Dario Franceschini e gli altri capi corrente pure.

Lo scenario è imprevedibile e potrebbe succedere qualunque cosa. Perfino, come ha ipotizzato Italia Oggi, che Zingaretti possa tornare a fare il segretario nazionale del Partito. (Leggi qui Se Zingaretti tornasse segretario nazionale del Pd).

Mai andato via.

TAJANI-CONFALONIERI

Fedele Confalonieri (Foto Canio Romaniello © Imagoeconomica)

Lui è l’uomo delle missioni impossibili. E noi per lui siamo pronti a fare l’impossibile anche stavolta”: lo ha detto Fedele Confalonieri, numero uno di Mediaset e braccio destro di Silvio Berlusconi da una vita.

Il fondatore e leader di Forza Italia vuole provare fino in fondo ad essere eletto presidente della Repubblica. Sa che ci sono dubbi e resistenze anche nel centrodestra, soprattutto nelle file degli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia. Ma è convinto di potercela fare. E la discesa in campo di Fedele Confalonieri fa capire che il gioco è già diventato duro.

In questo quadro Antonio Tajani, coordinatore nazionale del Partito, ha detto che ci sono le condizioni per farcela, che nel Gruppo Misto in tantissimi voteranno per Berlusconi. Dalla quarta votazione in poi comincerà la fase decisiva. Tajani è impegnatissimo a convincere i grandi elettori.

Capi della guardia pretoriana.

FLOP

GIANCARLO GIORGETTI

Giancarlo Giorgetti (Foto Andrea Giannetti © Imagoeconomica)

Scontro durissimo in Consiglio dei Ministri ieri sull’obbligo vaccinale e sul super green pass per il lavoro. I ministri della Lega hanno guidato la rivolta costringendo il premier Mario Draghi, il ministro Roberto Speranza e il Pd a scendere a compromessi. L’obbligo vaccinale, per esempio, era stato proposto per gli over 40. Non per gli over 50.

Alla fine la linea del Carroccio è passata. A guidare la delegazione leghista è stato il ministro Giancarlo Giorgetti, che in questo modo ha iniziato a sfilarsi dal ruolo di punto di riferimento di Mario Draghi.

Qualche mese fa Giorgetti aveva tenuto una posizione filogovernativa mettendo in difficoltà Matteo Salvini. Ma evidentemente qualcosa di profondo è cambiato e Giorgetti è tornato nella posizione originaria di numero due della Lega e allineato sulle posizioni di Salvini. Il quale sta pensando di portare il Partito all’opposizione se l’elezione sul Capo dello Stato andrà in un modo non gradito al Carroccio. Giancarlo Giorgetti è con lui.

Tornato nei ranghi.

LUIGI DI MAIO

Luigi Di Maio (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

In Consiglio dei Ministri, sull’obbligo vaccinale e sul super green pass, il Movimento Cinque Stelle si è ritrovato sulle posizioni della Lega. Contemporaneamente Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e molto influente nel Movimento, sta cercando di far passare l’ipotesi di Mario Draghi al Colle.

Uno scenario che fa venire l’orticaria a Giuseppe Conte, che però non ha molta presa sui gruppi parlamentari pentastellati, che rischiano davvero di andare in ordine sparso. Sempre Di Maio viene ormai individuato dal Pd come l’interlocutore più affidabile nella partita dell’elezione del Capo dello Stato.

Ricapitoliamo: contro Draghi e con la Lega sulle misure anti-Covid, con Draghi per lo scenario dell’elezione del Capo dello Stato, con il Pd sulle strategie da adottare.

Tre parti (almeno) in commedia.