Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 5 novembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di giovedì 4 novembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ora scorse e cosa ci attende in questa giornata di venerdì

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di giovedì 4 novembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ora scorse e cosa ci attende in questa giornata di venerdì.

TOP

IGNAZIO PORTELLI

Ignazio Portelli

Il coraggio di guardare in faccia la realtà per dire che in questo territorio, purtroppo, le infiltrazioni malavitose ci sono. Non sparano, ma si infiltrano e condizionano diversi settori dell’economia provinciale. Le interdittive antimafia prima dell’arrivo di Ignazio Portelli non si erano viste e in ogni caso non sono provvedimenti che si firmano a cuor leggero. (Leggi qui L’urlo di Ignazio Portelli).

Ma Ignazio Portelli, nel giorno del commiato, ha parlato anche delle eccellenze di questo territorio, aggiungendo che non ci sono le ragioni per sentirsi in soggezione nei confronti della vicina provincia di Latina.

Non è certamente un derby, ma l’osservazioni di dati di fatto e di numeri che dicono che in molti campi la Ciociaria ha una situazione migliore. Si tratta di crederci. Come si tratta di non mettere la testa sotto la sabbia per quanto riguarda le infiltrazioni della malavita.

Diretto.

MAURIZIO STIRPE

Maurizio Stirpe

Al via il terzo anno per una nuova classe dell’Its Meccatronico del Lazio. Altri 25 alunni che si inseriscono in un percorso formativo di due anni che li proietterà nel mondo del lavoro. Un’intuizione enorme quella avuta dal vicepresidente di Confindustria Maurizio Stirpe.

Il quale ha detto: “L’industria manifatturiera ha bisogno di capitale umano adeguatamente formato per rispondere alle veloci mutazioni tecnologiche e digitali richieste dalle imprese. In particolare, i settori automotive, aerospaziale e della componentistica elettrica ed elettronica richiedono figure professionali sempre più qualificate per gestire settori meccatronici complessi e connessi. In questo contesto confidiamo che l’Its Meccatronico del Lazio possa essere la risposta più concreta”.

Maurizio Stirpe non ha più nulla da dimostrare nel campo industriale e associativo. Ma l’idea del Meccatronico copre un campo diverso, quello di lasciare ai posteri un gioiello per far incontrare formazione, domanda e offerta di lavoro.

Proiettato nel futuro.

FLOP

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Apparentemente ha vinto lui. Piena fiducia da tutta la Lega, Giancarlo Giorgetti compreso. Oltre ad aver ribadito di non voler entrare nel Ppe e di restare quindi agganciato ad un altro modello di Europa, lo stesso di Orban e della Polonia.

In realtà è una tregua fragilissima, perché mai in precedenza era successo che in un partito come la Lega il Capo venisse criticato in modo così esplicito e ripetuto. Giancarlo Giorgetti lo ha fatto perché sa che quando inizierà la partita delle partite (l’elezione del presidente della Repubblica), allora il gioco comincerà a farsi duro.

Matteo Salvini vuole usare la stessa tecnica di Umberto Bossi del Partito che sta al governo con i ministri e in piazza con chi protesta contro quel governo. Giancarlo Giorgetti ha uno schema diverso. La resa dei conti è solo rimandata, ma il fatto che Salvini abbia sentito l’esigenza di ribadire che il capo è lui, che ascolta tutti ma poi decide lui, è un segnale di debolezza. Non di forza.

Costretto a rincorrere.

ALESSANDRO DI BATTISTA

Alessandro Di Battista (Foto Stefano Carofei / Imagoeconomica)

È tornato ad annunciare la possibile nascita di un altro movimento, aggiungendo che ormai i Cinque Stelle fanno parte del sistema. Sul piano politico Dibba non trova pace. Era sembrato che potesse in qualche modo dare una mano a Giuseppe Conte tornando quindi nei Cinque Stelle. Non è così.

Ma la domanda che deve farsi è se ci sono gli spazi per un nuovo movimento politico. Francamente non sembra, considerando che poi è necessario pure poter contare sul simbolo. E i simboli in politica sono tutto.

Quanto successo nei pentastellati al Senato dimostra che in realtà c’è un solo vero leader: il ministro degli esteri Luigi Di Maio. Sul capogruppo a Palazzo Madama l’ha spuntata lui. Giuseppe Conte è stato ridimensionato. Alessandro Di Battista è da troppo tempo fuori dai giochi e non si decide a rientrare sul serio. In questo modo non può andare molto lontano.

Eterno indeciso.