Top e Flop, i protagonisti di martedì 29 agosto 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 29 agosto 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 29 agosto 2023

TOP

NICOLA OTTAVIANI

Nicola Ottaviani su TgCom24

Ancora lui, sempre lui: questa volta su TgCom24 il canale all news del gruppo Mediaset. Il deputato Nicola Ottaviani è diventato ormai una costante sui video ogni volta che la Lega debba mandare qualcuno a spiegare cosa abbia intenzione di fare in qualunque campo dell’economia. Dalle accise alle quote pensione, dal cuneo fiscale agli emendamenti, non c’è tema sul quale l’ex sindaco di Frosinone nin venga mobilitato, truccato, catapultato davanti alle telecamere.

«Passo dopo passo – ha spiegato nelle ore scorse – stiamo centrando una serie di obiettivi con una gerarchia di priorità al cui vertice rimane certamente il taglio del cuneo contributivo. Si tratta di una misura che, una volta attuata, libererà una quantità enorme di risorse in termini di capacità di spesa degli italiani. Siamo nell’ordine dei 7 punti per i redditi intorno ai 25mila euro e di 6 punti per quelli sui 30mila euro. Un provvedimento a favore delle famiglie che dovrà essere firmato entro il 31 dicembre».

Con altrettanta precisione, efficacia, competenza, nelle ore precedenti era apparso sugli schermi di La7 a Coffee Break, spiegando invece le pensioni e la possibilità di arrivare a Quota 103.

Che avesse competenza, non era un mistero: i dieci anni alla guida del Capoluogo avviandone il risanamento sono una testimonianza chiara. Che avesse una innata ars oratoria lo sanno in tutti i tribunali dove continua ad andare («campo di questo, mica di politica»). E che bucasse il video era chiaro fin dalle prime apparizioni su Teleuniverso. Ora resta da capire perché sempre lui. Forse perché la competenza in politica non si compra al supermercato.

E dire che noi qui gli facevamo fare l’avvocato.

WALTER MAURIELLO

Walter Mauriello

Alla fine ci è riuscito, nel suo interno di mettere a somma una galassia talmente vasta da far diventare un evento una possibile fucina di pensiero. E il leader di Meritocrazia Italia Walter Mauriello questo successo se lo può intestare senza la vanagloria degli urlatori.

In agenda per questo delicato autunno 2023 c’è infatti la quinta edizione del Congresso nazionale di Meritocrazia Italia e il tema è accattivante. Sarà su “La politica artificiale. Le forme della rappresentatività”. Gli Stati generali di MI sono previsti per il 26, 27 e 28 ottobre a Roma, presso il Teatro Manzoni. Ma chi interverrà: rappresentanti di grana grossa di istituzioni, politica, società civile. E poi gli imprenditori, i sociologi ed altri. Tutti a conclave per “analizzare i risvolti della intelligenza artificiale sulla nostra vita”.

E i relatori in carnet? Il primo invito è andato alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E con la prima sessione “L’Europa di Governo” toccherà ad altri interlocutori di peso. Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Debora Serracchiani, Alessandro Cattaneo (Forza Italia), Andrea Ostellari (Lega), Carolina Varchi (Fratelli d’Italia) e Fabrizio Marrazzo (partito Gay LGBT). Prevista anche la partecipazione di Elly Schlein. Tutto questo per arrivare alla sessione due su “Il rapporto tra diritti e doveri senza partecipazione”.

Chi ci sarà? Flavio Briatore, Alfonso Pecoraro Scanio, già Ministro dell’Agricoltura, Martin Nkafu Nkemkia, filosofo e teologo dell’Università pontificia, Aldo Patriciello, europarlamentare, Giuseppe Spadaro, Presidente del Tribunale dei Minori di Trento. Poi Edoardo Colombo, esperto di trasformazione digitale del turismo per la PA e le imprese.

E ancora: Lorenzo Vanni, imprenditore, Raimondo La Valle, giornalista, Chicco Testa, giornalista e manager, e Sandra Zampa, senatrice Pd. I temi sono interessanti, relatori hanno tutte le skill del caso e Mauriello ha dimostrato ancora una volta di essere esattamente dove voleva stare.

Cioè al centro del calderone politico-culturale di un paese che di solito in “menu” ci mette solo le grandi formazioni ed i sistemi complessi di “massimo calibro”.

Ecumenico.

FLOP

BARBARA DI ROLLO

Barbara Di Rollo e Stefano Tescione

C’è il momento del silenzio e poi c’è quello per le parole. Lei fino a questo punto ha scelto con abilità i tempi giusti: sia per tacere che per parlare. In questo modo non ha prestato il fianco alle chiacchiere inutili ed è andata dritta al punto politico. Mettendo a nudo i limiti di un’amministrazione comunale sulla cui capacità di rivoluzionare Cassino come mai nessun altro (tranne il Dopoguerra) è impossibile negare; ma sulla cui capacità di coinvolgere tutti ed individuare il giusto percorso politico (cosa diversa da quello amministrativo) è evidente che molto ci sia da rivedere.

La mossa con cui la settimana scorsa ha fatto organizzare l’incontro con il centrodestra all’opposizione, lanciando la possibilità di costruire uno schieramento alternativo e trasversale a quello di centrosinistra è stato un atto di coerenza e coraggio. (Leggi qui: Lo “strappo della Foresta”: Di Rollo vuole una coalizione anti Salera).

Ma allo stesso tempo è impossibile negare che si sia lanciata avanti con foga per scoprire soltanto di essere sola: Il ‘candidato sindacoLuigi Maccaro a quel pranzo non è andato, l’ex assessore Arianna Volante altrettanto, l’ex assessore Emiliano Venturi ha preso solo l’antipasto.

Con altrettanta chiarezza, a tavola il Centrodestra le ha detto che se intende partecipare al progetto deve prendere le distanze ora dall’amministrazione Salera. E nelle ore scorse il Gruppo consiliare Pd (del quale lei fa parte) le hanno chiesto un’abiura e la dichiarazione di fedeltà assoluta a Salera. La presidente del Consiglio comunale di Cassino Barbara Di Rollo è tutto fuorché sciocca: sapeva benissimo che si sarebbe ritrovata su questo punto. E con ogni probabilità è esattamente quei che voleva arrivare.

Il vento di centrosinistra sta calando, quello di centrodestra soffia sulle vele: in casa suo marito Stefano Tescione è un apprezzato ex amministratore comunale di Centrodestra; sarebbe assolutamente normale se avesse detto ‘sono stato buono per dieci anni, ora tocca a me‘. E quindi la presidente potrebbe avere deciso di cedere il passo. Se sia una scelta per la pace familiare o di opportunità politica toccherà agli elettori valutarlo. Ma almeno va detto. Perché così ci passa per quello che non è: cioè una che è andata ad un pranzo carbonaro rimanendo con la sola carbonella in mano.

Troppo furba per essere vero.

ANTONIO PATUELLI

Antonio Patuelli (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

“La tassa sugli extra-profitti delle banche varata dal governo è una ottima misura per reperire risorse da destinare alla collettività, ma potrebbe spingere le banche a reagire attraverso un aumento dei costi di gestione di conti correnti e carte in capo ai consumatori”. E’ l’avvertimento che arriva da Assoutenti ed è la rotta che avrebbe dovuto seguire il presidente di Abi Antonio Patuelli. Premessa: l’Associazione Bancaria Italiana non è andata affatto al muro contro muro con il governo Meloni che ha tassato gli extra profitti degli istituti di credito.

Tuttavia il suo silenzio perdurante non è la migliore delle cose. Anche a contare che esistono fior di associazioni che danno la loro spiegazione come quella di Assoutenti. Che cioè Abi non si sia mossa contro Palazzo Chigi perché avrebbe ben altri e proficui target di “rivalsa”.

Non si cade nella mistica delle “banche mannare”, sarebbe cretino. Né si asseconda quel detto in iperbole assoluta di Brecht, perciò in totale discredito storico. Quello cioè per cui “c’è solo un reato più grave che rapinare una banca: fondarla”.

Però il rischio c’è e fino a smentita ufficiale resta. Anche perché a suo tempo era stata proprio Bankitalia a lanciare l’allarme. Lo aveva fatto a febbraio, quando era scesa in campo contro l’incremento dei costi dei conti correnti applicati dagli istituti di credito.

L’inflazione pare stia frenando la sua corsa ed il valore reale dei soldi che abbiamo in tasca cresce, di pochissimo ma cresce. Però è inferiore ai dati del 2022 e i rialzi dei tassi della Bce hanno portato le rate dei mutui e dei prestiti alle stelle.

Ci sono famiglie che si sono trovare a dover pagare da 500 quasi 850 euro, senza alcun motivo se non le fluttuazioni dei massimi sistemi. Patuelli batta perciò un colpo e ci faccia sapere cosa vuole fare Abi. E se vuole farlo a discapito o a vantaggio degli italiani.

Toc toc.

STEFANO BANDECCHI

Stefano Bandecchi (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Alcuni media l’hanno definita “rissa sfiorata”, sbagliando. Anche se non si arriva alle manimani quella era già una rissa. Lo era a contare che si era in un’aula consiliare, quella di Terni. Ad innescare la rissa, facendosene fegatoso e incivilissimo conducator, è stato il sindaco Stefano Bandecchi.

Step by step è accaduto questo. Bandecchi ha preso la parola rivolgendosi ai consiglieri di minoranza di Fdi. Ad uno di essi, in particolare: il consigliere Orlando Masselli che era stato il suo antagonista diretto per la corsa a Palazzo Spada. Il claim di Bandecchi è stato che Masselli si sarebbe dovuto vergognare “nel dire che oggi servono i soldi”. Questo perché l’ultimo assessore al bilancio prima dell’arrivo dell’attuale maggioranza era stato lui.

Masselli pare abbia riso e Bandecchi gli ha detto, dallo scranno sindacale, di smetterla, “altrimenti gli volano via tutti i denti dalla bocca”. La frase di protesta ha scatenato il putiferio, perché Bandecchi è partito in quarta ed ha raggiunto Masselli dopo aver fatto volar via una sedia e prima di essere fermato dalla Polizia Municipale.

Il momento becero ha visto il “primo” cittadino duellare anche con il capogruppo di FdI Marco Celestino Cecconi. Tutto questo prima di essere accompagnato fuori come una furia mentre l’assise veniva sospesa. L’Assise, cioè il momento di massimo confronto istituzionale in una democrazia.

Cioè il midollo della stessa democrazia a patto che le ossa non siamo marce. Democrazia che è cosa bellissima, ma che una tantum o poco più ci lascia perplessi. Perché è grazie ad essa che abbiamo scoperto persone immense. Ed a volte è anche per colpa sua che conosciamo persone di tutt’altre dimensioni. Noi e quei ragazzi che poi vorremmo educare. Persone come quel Bandecchi di ieri. Che si spera non sia il Bandecchi di sempre.

Buio.