Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 22 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 22 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 22 novembre 2023.

TOP

ENZO SALERA

Enzo Salera (Foto © Stefano Strani)

Il silenzio è la peggiore delle paludi. La più pericolosa. Perché è lì che si rischia di sparire. Lì si spera sempre che, spinti dalla rassegnazione, i propri avversari finiscano per emarginarsi e subire, in silenzio e senza parlare. Il sindaco di Cassino Enzo Salera non è tipo da subire il silenzio. E ieri pomeriggio ha rotto il muro del silenzio, frantumando un’arrendevolezza nella quale non ha la minima intenzione di accomodarsi.

Il numero dei medici mandati nelle strutture della provincia di Frosinone sfiora il ridicolo: nel resto del Lazio sono infinitamente di più. Per questo ha impugnato la clava. Ha convocato la Consulta dei sindaci del Lazio Meridionale, allargata al commissario Asl di Frosinone ed ai consiglieri regionali eletti sul territorio, denunciando la questione delle recenti assunzioni fatte nella sanità del Lazio e giudicate insufficienti nei numeri assegnati alla Asl frusinate.

Il sindaco di cassino ha evidenziato che a fronte di circa 600 assunzioni tra medici, infermieri, tecnici ed operatori sociosanitari, alla Asl di Frosinone sono state assegnate solo 14 unità. Una ripartizione che, per Salera, “sfavorisce in maniera inaccettabile, l’azienda della nostra provincia“. Per il primo cittadino tutto ciò avviene senza tenere in considerazione la strategicità dell’Asl di Frosinone ed in particolare del Santa Scolastica di Cassino, ospedale con un bacino di 200mila abitanti, che nel 2022 ha fatto registrare oltre 8000 ricoveri e 32000 interventi. “Un polo ospedaliero – spiega Salera – che nonostante i numeri è sotto organico in ogni reparto, con servizi che vengono assicurati con fatica e costi rilevanti per i bilanci aziendali“.

Al di là del fatto specifico c’è quello politico. I nuovi equilibri interni al Pd nati dal Congresso regionale del Lazio mettono Salera nella condizione di riposizionare le energie dal fronte interno a quello esterno. Inizia a ringhiare, raccogliere truppe, lanciare offensive non più contro l’opposta corrente Dem ma contro ciò che secondo lui non va sul territorio. E questo, piaccia o no, fa bene al territorio ed anche al Partito.

Energie nuove per il Pd.

MARIO ABBRUZZESE

Mario Abbruzzese

Dimagrito, tonico, con un incarnato anche più colorito. C’è gente alla quale fa bene l’aria di mare, altri trovano giovamento in quella respirata nelle montagne. A Mario Abbruzzese fa bene l’aria delle Elezioni. Soprattutto se il candidato è lui.

L’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio sta battendo in lungo ed in largo l’Umbria e la Toscana, lo attendono nelle Marche. A Roma ha fatto qualche incontro strategico stando bene attento a non sollevare polveroni: è l’unica cosa che condivide col Segretario del Pd, non vuole che lo vedano arrivare. E che continuino a pensare alla sua come ad una candidatura di rincalzo, al massimo da outsider.

I 14mila voti messi sul piatto della bilancia leghista alle scorse Regionali con scritto sopra il nome di Pasquale Ciacciarelli sono ben altro e ben di più di mercanzia da outsider. È quasi la metà del prezzo di un biglietto per Bruxelles e Strasburgo: la volta scorsa si è saliti a bordo con 35mila preferenze personali. Ma a quel tempo la Lega stava al 33,5%, oggi sta molto più giù ed i 14mila voti di partenza che Abbruzzese può mettere in campo sono molto rivalutati.

L’assenza di un candidato Dem del territorio rischia di essere il più grande regalo che il destino possa servirgli su un vassoio d’argento: il valore della territorialità l’ha dimostrata tutta in questi anni che il cassinate non ha espresso suoi uomini o donne in Parlamento. Sia detto con ogni rispetto: la differenza s’è vista, non avere una Anna Teresa Formisano o un Angelo Picano a contatto con i posti dove si decide meteva l’intero Lazio Sud in una condizione differente da quella vissuta senza di loro.

Avanti.

FELICE GRANISSO

Felice Granisso (Foto © Imagoeconomica)

Ha masterizzato un processo che, con l’istituzione della Zes per il luogo in cui opera, diventerà ottimale. Anzi, per quelli della ex Whirpool lo è già diventato. Felice Granisso, Ceo di Italian Green Factory, può ritenersi a tutta ragione l’uomo del giorno. L’uomo alla guida della società del Gruppo Tea Tek ha fatto il miracolo: Ed ha rilevato il sito dell’ex Whirlpool di via Argine a Napoli dove un mese fa erano stati firmati i contratti di assunzione in vista della reindustrializzazione dell’area.

Alla presenza del prefetto di Napoli Claudio Palomba, dell’assessore regionale alla Formazione Armida Filippelli e del il sindaco Gaetano Manfredi c’era stato il “miracolo”. Oggi la produzione è avviata in tutto e per tutto ed è arrivato il primo stipendio del nuovo corso. E Granisso ha ringraziato. “Grazie all’impegno di tutti, daremo a Napoli una nuova stagione occupazionale, investendo sulle energie rinnovabili”.

E ancora: Italian Green Factory è concepita come una realtà all’avanguardia nell’ambito del fotovoltaico, con quattro asset fondamentali”. Quali sono? “La produzione di Inseguitori solari (trackers), la produzione di Power skids con cui puntiamo al 35% del mercato italiano, la produzione di trasformatori”. Infine “la realizzazione di un Green Innovation Center. La ricerca sarà il nostro fiore all’occhiello per sviluppare”.

Si parla di roba seria: Tecnologie IOT applicate alle rinnovabili; pannelli stradali innovativi attraverso la partnership con la azienda canadese Solar Earth, produttrice di pannelli fotovoltaici stradali; interconnessione tra le tecnologie IOT green; Smart grid; realtà aumentata e realtà virtuale. Italian Green Factory ha dunque riassorbito tutte le maestranze – 312 operai – e “le formerà per lavorare in quella che sarà la nuova fabbrica green di Napoli e del Mezzogiorno”.

Signore e signori, ecco una delle tante rinascite possibili, di quelle che fanno tornare il sorriso nelle famiglie e non solo nei Cda. E Natale è abbastanza vicino da innescare pensieri felici.

Isola… Felice.

FLOP

I GIOVANI

Come disse un indimenticabile personaggio di Carlo Verdone, “O’ famo strano”. E pare proprio che in materia di sesso i giovani italiani abbiano abbandonato per parte congrue abitudini di talamo, diciamo, “ortodosse”. In che modo ed a favore di cosa? Lo spiega un report degli andrologi nostrani.

“In Italia un ragazzo su tre fa solo sesso virtuale, mentre oltre 1 milione e 600mila giovani 18-35enni non ha mai avuto rapporti sessuali”. E non è finita mica eh? “Circa 220mila coppie stabili, della stessa fascia di età, dichiara la propria astinenza dal sesso. La proverbiale ‘tempesta ormonale’, gli ardori della tarda adolescenza e l’inizio dell’età adulta, nella Generazione Z sembrano dunque scontrarsi contro blocchi culturali, insicurezza e fragilità.

E a volte le fragilità generano mostri, come la terribile vicenda di Giulia Cecchettin ci ricorda amaramente. Nel mondo virtuale oggettivizzare è fin troppo facile, non sfugge il pericolo.

Al di là del tono da celia o di quello tragico degli ultimi fatti di cronaca l’allarme c’è, è serio e non va preso sottogamba. Gli andrologi italiani sono preoccupati anche per “i riflessi sull’attuale crollo delle nascite nel nostro Paese e sul boom di impotenza tra i giovani”. L’indagine di riferimento è stata promossa dalla Società italiana di Andrologia (Sia) nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e prevenzione andrologica.

Nella stesura del report sono stati coinvolti, tra gli altri, l’Esercito italiano, la Croce rossa italiana (Cri), e l’Università Iulm di Milano. Il tutto per un’indagine su un campione di 500 giovani maschi, dai 16 ai 35 anni e i loro partner.

“Obiettivo della ricerca: esplorare, tramite un questionario, i cambiamenti delle abitudini sessuali dopo la pandemia, la virtualizzazione dei rapporti di coppia, lo stato attuale della prevenzione andrologica”. Questo “per aumentare la consapevolezza dei giovani anche attraverso materiali e spot pubblicati su tutti i social”. E il risultato piace decisamente poco.

Regrediamo, è un fatto.