Ma quali vincitori e vinti: se non contiamo a Roma abbiamo perso tutti (di C. Trento)

I Partiti pensano che il 4 marzo ci siano stati vincitori e vinti. In provincia di Frosinone non è così. Fino a quando non ci sarà un assessore regionale, un sottosegretario, una figura chiave nei luoghi in cui si decide continueremo a contare niente

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Nei posti chiave bisogna starci. Altrimenti non si conta: è la dura legge della politica.

La provincia di Frosinone non ha eletto neppure un europarlamentare nella scorsa tornata. E adesso non esprime un assessore regionale.

Intendiamoci: il ruolo di capogruppo del Pd alla Pisana, che andrà a ricoprire Mauro Buschini, è importante e prestigioso. Ma si tratta di un incarico politico, non amministrativo.

Facciamo finta di non accorgercene, ma le grandi e piccole scelte che influiscono sulla vita quotidiana vengono prese a Bruxelles, a Strasburgo e alla Regione. La Ciociaria semplicemente non c’è. Così come non indica da anni un ministro o un sottosegretario.

Continuare a credere che si possa fare la differenza sul territorio è da provinciali. Anche perché non c’è mai un progetto comune, trasversale nel senso nobile del termine, condiviso. Un progetto che però avrebbe comunque bisogno di essere presentato e sostenuto laddove le decisioni vengono prese. E certo non aiuta essere costantemente divisi e indecisi a tutto.

Per i senatori e i deputati appena eletti l’esordio è stato bellissimo e impegnativo. A metà tra l’emozione del primo giorno di scuola e la paura di sbagliare. Però un fatto è certo: un ricambio, politico e generazionale, c’è stato. Tre deputati per il Movimento Cinque Stelle: Luca Frusone (l’unico confermato), Ilaria Fontana ed Enrica Segneri. Due deputati e un senatore per la Lega: Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa, eletto a Viterbo. Un senatore per Fratelli d’Italia: Massimo Ruspandini, vicesindaco di Ceccano.

Sarà una legislatura complicata e con tante incognite. Ma i sette parlamentari hanno anche l’occasione di poter battere colpi importanti. Specialmente se davvero verranno affrontati temi cruciali che riguardano il lavoro e il fisco.

Serviranno coraggio, impegno e studio. Però si può invertire la tendenza e dimostrare, a testa alta, che le istanze di un territorio possono diventare il centro di gravità dell’azione politica. Le occasioni andranno colte al volo.

 

Alle comunali senza aver imparato la lezione

Quindici Comuni alle urne a fine maggio. Tra i quali Ferentino, Anagni e Fiuggi.

Alle politiche del 4 marzo ha prevalso il voto di rabbia, che ha ormai seppellito quello della speranza. Alle amministrative però le coalizioni tradizionali si affrettano lentamente. Succede per il centrodestra a Ferentino, ma pure per il centrosinistra ad Anagni.

Una sorta di fatalismo fondato sull’illusione che non è cambiato nulla. Invece è cambiato tutto e anche a livello locale arriveranno gli effetti. Per esempio la Lega non vuole fare da sparring partner di Forza Italia alle comunali. E Fratelli d’Italia in provincia si sta rafforzando molto.

Equilibri e rapporti di forza sono destinati a mutare, perfino nel breve periodo. Se le classi dirigenti non se ne accorgono, allora vuol dire che hanno perso la sintonia perfino con i tradizionali alleati.

Prima o poi il Movimento Cinque Stelle dovrà decidersi a indicare candidati in grado di poter vincere anche alle comunali in provincia di Frosinone. Tre parlamentari e un consigliere regionale sono il risultato del voto di opinione, ma ora proprio gli eletti devono impegnarsi per un radicamento forte sul territorio.

 

De Angelis-Pompeo Prove di asse nei Democrat

La mancata elezione alla Camera non ha impedito a Francesco De Angelis di dimostrare di essere ancora l’azionista di maggioranza del Pd provinciale. Con il pieno di voti per Buschini e Battisti.

L’adesione all’area di Orfini non lo ha blindato alle politiche e un anno fa, in occasione delle primarie, provocò anche un momento di “gelo” con il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Con il senno di poi potevano essere fatte altre scelte.

De Angelis però guarda avanti e si ripresenterà per la presidenza dell’Asi. In sede di assemblea potrebbe essere decisiva la Provincia. Antonio Pompeo ha tre obiettivi: conferma come sindaco di Ferentino, leadership dell’area del partito finora rappresentata da Scalia e mandato bis al vertice dell’ente di piazza Gramsci.

Fondamentale il sostegno di tutto il partito: la doppia intesa con De Angelis è nelle cose. L’accordo potrebbe anche andare oltre, fino al congresso provinciale, che prima o poi verrà celebrato.

Non sfugge a nessuno, però, che il Pd uno scatto deve effettuarlo in provincia. Il passo è obbligato: ammettere le tante sconfitte di questi ultimi anni, dalle comunali alle politiche. Basta un dato: alle politiche i Democrat hanno ottenuto il 18% a livello nazionale, mentre a Frosinone città si sono fermati al 13%. Dopo il 9,3% delle comunali di meno di un anno fa.

D’altronde se il partito in Ciociaria vince tutte le sfide degli enti intermedi (dove non votano i cittadini) ma arretra nei Comuni, vuol dire solo una cosa: si è perso il contatto con i bisogni dei cittadini.

O si riparte da zero o non si riparte.

 

Centrodestra di lotta e di governo Ma con problemi

Al Comune di Frosinone il dibattito è stato dominato dal duello a distanza tra il sindaco Nicola Ottaviani e l’assessore Massimiliano Tagliaferri. Su un tema fondamentale come quello dell’assistenza domiciliare. Ma pure sul bilancio e perfino sulla sosta tariffata nella maggioranza sono emerse posizioni diverse.

L’opposizione fatica ad inserirsi e questo deve far riflettere. Perché nella coalizione di centrodestra i “distinguo” ci sono.

Nicola Ottaviani, per mettere al riparo giunta e maggioranza da possibili fibrillazioni, ha fissato un paletto: in aula i gruppi restano quelli usciti dalle elezioni comunali. Perché da allora il quadro è cambiato: Lega e Fratelli d’Italia stanno crescendo, Alternativa Popolare non c’è più, alcune liste civiche guardano con attenzione alla partita degli enti intermedi.

Il fatto è che gli appuntamenti elettorali non finiscono mai: provinciali, europee in poco più di un anno. Senza considerare la possibilità di un ritorno anticipato alle urne alle politiche e perfino alle regionali.

Le ambizioni crescono.

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