Ultimo “pit stop”, poi a tutto gas: serve un Frosinone da Formula Uno

A sette giornate dal termine della stagione regolare uno snodo fondamentale sarà il prossimo mini-ciclo di 3-gare-3 alla ripresa. Nella tabella almeno 7 punti

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Un campionato avvincente come una gara di Formula Uno lunga 38 giri. Sorpassi e controsorpassi, qualche pit stop troppo lungo, lente risalite di posizioni, assetto non sempre adatto al tempo, errori dei piloti e dei team. C’è di tutto e di più. A sette giornate dalla fine della stagione regolare, l’unica sentenza è quella che annuncia, a meno di miracoli, anche se non ufficialmente la retrocessione del Pordenone in Lega Pro.

Pure il Crotone con19 punti è in corsa per un posto nei playout, grazie alla vittoria sul Frosinone nel penultimo turno. E tra le prime 8 pensare ad una squadra sicura del passaporto per la serie A, ad oggi sarebbe un grosso azzardo. Figuriamoci immaginare la griglia playoff.

Frosinone, quale versione?

Fabio Grosso

Il Frosinone? Non dovrà nemmeno farsi sfiorare dall’idea di guardarsi indietro. Non serve mai a niente, meno che mai d’ora in poi. Perché correrebbe il rischio di impantanarsi nei rimpianti.

A 630’ dal termine non se lo può permettere. C’è il turno infrasettimanale di Crotone da dimenticare? A Crotone dove i giallazzurri hanno creato almeno 7 palle gol nitide e sono tornati a casa sconfitti 2-0? Ecco fatto, nel giro di 4 giorni arriva il Benevento che viene semplicemente surclassato dal 1’ al 96’, fatta eccezione per l’unico sussulto dei campani dopo 38” di partita.

Squadra corta, aggressione alta alternata alla capacità di stare sotto la linea della palla e poi devastante ogni volta che cercava di pigiare il piede sull’acceleratore. E’ il Frosinone che Grosso, con una sana dose di realismo, a fine gara ha descritto così: “Se fossimo sempre questi, avremmo già vinto il campionato”. In effetti, il ragionamento non fa una piega. Ma se non si può sempre essere come quella squadra che ha battuto il Benevento, nemmeno si può essere come quella che ha perso con Perugia, Cittadella e Crotone.

Nel sabato in cui il Benevento che aveva fatto pretattica recuperando tutti gli effettivi e il Frosinone perdeva anche Cicerelli oltre a Garritano con Charpentier già out per infortunio, chi è andato in campo con la maglia giallazzurra ha mostrato la dote che serve per vincere: essere una squadra e sempre al massimo delle proprie possibilità. Una caratteristica che non prendi a caso. Evidentemente è nel dna di questo gruppo che però ogni tanto perde le coordinate e lascia sul percorso qualcosa.

Tutti insieme per la volata

Luca Garritano (Foto: Mario Salati / Alessioporcu.it)

Per la volata il Frosinone ha bisogno anche dei suoi tifosi. In 5.000 hanno sostenuto la squadra contro il Benevento ed è un dato importante. Ma è necessario tornare ad alzare l’asticella.

Le prossime tre partite, compresse di nuovo dentro una settimana, rappresentano il penultimo mini-ciclo: Lecce e Pordenone fuori casa nel giro di 4 giorni, quindi subito dopo la Cremonese in casa. Questo scoglio sarà la cartina di tornasole di quello che potrà riservare il finale della stagione regolare.

All’andata quelle tre partite portarono 3 punti, nella tabella di oggi ne servirebbero 7 per giocarsi il rush  senza limitatore di velocità. Si strizza l’occhio al piazzamento favorevole, magari senza passare per i preliminari ma nel calcio mai dire mai. Con un organico che deve spingere da tutte le parti, l’apporto di tutti è più che mai necessario.

Fondamentale sarà anche il recupero di Charpentier come quello di Garritano e dello stesso Cicerelli. A Novakovich manca solo un gol per riacquistare quella fiducia che per un attaccante è pane quotidiano, lo deve cercare con la cattiveria. Guardando i numeri: il Frosinone al termine del girone d’andata aveva 31 punti, alla 12.a di andata ne aveva ottenuti 21 che sono 20 oggi dopo 12 giornate del girone di ritorno. Uno in meno. E sempre nel girone di andata il Frosinone dalla 13.a alla 19.a ha ottenuto 10 punti che se riproposti da qui alla fine potrebbero non garantire del tutto l’accesso ai playoff.

La Cremonese si conferma in vetta

Fabio Pecchia

Un gol di Barberis al penultimo giro dei 6’ di recupero e poi la Var che non dà il meglio in occasione di un fallo di Di Gregorio su Canestrelli proprio sul gong: così il Monza batte il Crotone, così Stroppa batte il suo recente e glorioso passato, così i brianzoli festeggiano un primo posto durato però lo spazio di una notte dopo il successo della Cremonese a Ferrara con la Spal (2-0) e del Pisa in casa col Cittadella (1-0) nei posticipi di domenica.

I biancorossi tra le squadre di vertice hanno il cammino più importante: 4 vittorie e 1 pari nelle ultime 5 gare. La squadra di Pecchia colpisce a freddo con un rigore di Ciofani, poi sigilla il match con un gol di Zanimacchia che per i grigiorossi è diventato una sentenza. All’undici di D’Angelo serve un gol dell’attaccante arrivato a gennaio, quel Torregrossa che rappresenta forse il miglior investimento della stagione viste le polveri sempre bagnate di Lucca.

Iannarilli trascina la Ternana

Il portiere Antony Iannarilli

In basso la Ternana batte 3-0 l’Alessandria al suo terzo ko di fila con lo stesso punteggio e la squadra di Lucarelli vede più vicina la salvezza.

Il migliore in campo è risultato il portiere degli umbri Iannarilli che, nel momento migliore della squadra di Longo, ha evitato la capitolazione. Male la difesa dei ‘grigi’ che hanno pagato le assenze. I piemontesi hanno la Spal 7 punti sopra, Vicenza e Cosenza sul collo. Salvezza diretta lontana, playout affatto certi.

La Reggina vince anche il derby con il Cosenza, decide un rigore di Folorusnho che aveva subìto il fallo in area. Per i silani due legni e il Var che al 93’ cancella le speranze di un rigore. La formazione di Stellone agguanta così la salvezza e dovrebbe mettersi al riparo da possibili penalizzazioni. Pari a reti bianche del Parma in casa con il Lecce, con i salentini che scivolano al quarto posto (-3 dalla vetta). Per Baroni continua l’andamento lento, quarto pareggio di fila e squadra stanca. Per Iachini si allontanano le chances di agguantare un posto nei playoff. Spuntati Pandev e Simy tra i ducali, dall’altra parte l’ex di turno Coda è rimasto a secco, e Rodriguez non ha fatto meglio.

Niente salto per Ascoli e Perugia

Pippo Inzaghi

Il Brescia a Pordenone rischia di perderla dopo aver pensato di vincerla a spasso: al gol di Ayé fa da contraltare il pareggio stupendo di Cambiaghi che si fa beffa di Pajac e Joronen. Poi il portiere salva sul rigore tirato alla carlona da Lovisa jr. Per Cellino un altro boccone amaro da ingoiare, per Inzaghi 15 giorni affatto facili da gestire davanti a sé.

Falliscono il salto l’Ascoli e il Perugia. I marchigiani perdono 2-0 a Vicenza, i biancorossi sbagliano anche un rigore con l’ex Da Cruz ma la squadra di Sottil prende due gol abbastanza curiosi, con la difesa molto rivedibile. La squadra di Alvini spreca ancora e poi viene trafitta da un gran gol di Ciciretti che regala 3 punti-salvezza al Como. Ora due settimane di riposo attivo, servirà a tutti per sistemare gli organici e rimettere in moto. Fino al 6 maggio senza più pause.