Un Pd, due sensibilità e forse due sezioni

I numeri del voto di domenica ad Anagni ribadiscono la netta divisione tra le due sensibilità del Pd. Ha prevalso l'asse Pompeo - Pilozzi - Grossi. E ora si ipotizza la costituzione di un secondo circolo

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Come sta il Partito Democratico ad Anagni? La domanda non è pleonastica: diventa particolarmente importante alla fine delle Primarie che hanno indicato Daniele Leodori come Segretario regionale del Pd.

Un successo ampio e confortante. Che però, almeno in città, pone qualche  questione che prima o poi bisognerà affrontare.

L’analisi numerica

La fila alle Primarie Pd

Iniziamo dai dati. Ad Anagni a votare complessivamente per le Primarie regionali del Pd sono state 524 persone. Che sono andate, nella giornata di domenica scorsa, nei due seggi allestiti: uno dei quali, curiosamente, situato negli stessi locali che solo poche settimane fa avevano ospitato la festa per la rielezione del sindaco Daniele Natalia.

Il totale di 524 persone non è un numero poco consistente. Anche se qualcuno ha fatto notare che il numero sarebbe comunque un po’ più scarno rispetto ai 693 voti che la lista del Partito Democratico aveva preso alle ultime comunali. Una piccola flessione, ma ci può stare, soprattutto perché in quel caso si trattava di elezioni Comunali, quindi più sentite. Mentre quello per le primarie era un voto più “tecnico”. Il Partito, insomma, continua, nonostante tutto, ad essere in salute.

La questione più importante però è un’altra. Le primarie hanno confermato, a livello regionale e provinciale, la centralità di Francesco De Angelis e della sua Rete Democratica. Che si è imposta con il 65%, come l’area più votata in tutto il Lazio. Ad Anagni ha invece avuto la meglio la lista “A sinistrache insieme a quella di De Angelis (ed altre tre ma non in Ciociaria) sostenevano il neo Segretario. (Leggi qui: Vincitori e vinti, intese e rotture: come cambia il Pd con Leodori Segretario).

Il passaggio è cruciale.

Un Partito, due sensibilità

Maurizio Bondatti

Queste Primarie sono state una conta. Fatta in maniera diversa dal passato ma sempre una conta resta. Realizzata con un criterio unitario e non per dividere. In pratica su Daniele Leodori c’è stato il consenso regionale del 95% dei votanti: ma nonostante la convergenza, le componenti non hanno presentato un listone unitario; preferendo contarsi per poi costruire su quei numeri i nuovi equilibri nel Lazio.

La lista A Sinistra che ha vinto la conta ad Anagni ha visto la convergenza dell’ex presidente della provincia Antonio Pompeo, dell’ex deputato Nazzareno Pilozzi e del neo dirigente nazionale Danilo Grossi. Che ha espresso ad Anagni il secondo dei suoi 5 eletti in provincia: Maurizio Bondatti, con 390 preferenze. (Leggi qui: Chi sono gli eletti dalle Primarie Pd).

Cosa vuol dire questo? Vuol dire che in città ci sono almeno due anime del Partito. Francesco De Angelis infatti è stato per mesi uno dei principali sostenitori della teoria del Campo Largo; ovvero, della necessità di far convergere il Partito Democratico all’interno di un’alleanza vasta che dovesse combattere la strategia della coalizione “Anagni in movimento” del sindaco uscente Daniele Natalia. Tesi che poi non ha prevalso nel legittimo gioco democratico: il Partito anagnino ha scelto invece di appoggiare la figura di Luca Santovincenzo all’interno della coalizione LiberAnagni.

Tra i maggiori sostenitori di questa teoria, appunto, lo stesso Bondatti. Il fatto che Maurizio Bondatti  sia stato tra i più votati della lista A Sinistra dice quindi che in città persistono ancora due anime del Pd. Anche dopo il risultato delle Comunali.

Ed anche due Sezioni?

Vittorio Save Sardaro

Anime che prima o poi dovranno in qualche modo dialogare o trovare comunque un accordo. E che ci sia una netta diversità di vedute, lo dimostra anche un altro elemento. E cioè l’ipotesi, sempre più plausibile negli ultimi giorni, della creazione di un secondo circolo del Partito Democratico ad Anagni dopo quello gestito dal segretario Egidio Proietti.

A farsi promotore di questa iniziativa sarebbe stato Vittorio Save Sardaro, storico esponente della sinistra locale che, già in tempi passati, all’epoca di Bruno Cicconi, aveva portato avanti un’istanza di questo tipo. Per ora si parla soltanto di ipotesi, senza che si debba arrivare per forza di cose alla creazione di una seconda sezione in città.

Qualora accadesse sarebbe, evidentemente, un elemento di perplessità in un Partito che, ancora oggi, fatica a decidere esattamente dove andare.