Una birra per trasformare l’economia

Nella sala convegni della Camera di commercio, la premiazione del I Concorso sulle eccellenze birrarie delle province di Frosinone Latina. Non ci si culla però sugli allori: parte un progetto di turismo brassicolo con la Camera dell'Umbria

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Tanti, pur sempre una nicchia, hanno iniziato a farsela in casa dentro ai pentoloni. Altri, spinti dalla passione, hanno comprato il primo impiantino per produrne abbastanza per sé e i propri amici. Ma c’è chi quella passione l’ha trasformata in un lavoro: producendo e vendendo birra artigianale.

Non è la birra che si trova dappertutto, quella dei colossi che ormai vantano sempre più luppoli proprio perché sentono l’alito sul collo dei microbirrifici indipendenti. È la birra che non subisce processi industriali di pastorizzazione e microfiltrazione, che non si riduce a dozzinale prodotto commerciale, che si trova e viene bevuta dai puristi. È tutto quel mondo che anche gli amanti del vino cercano in una buona bottiglia anziché una bevanda qualsiasi.

A Frosinone, nella sala convegni della Camera di commercio interprovinciale, è germogliata l’Economia della birra artigianale. Sono stati premiati tredici microbirrifici delle province di Frosinone e Latina, tra i cinquantuno iscritti al primo “Concorso delle eccellenze birrarie” della Ciociaria e del Pontino. Ma in fondo contava il giusto arrivare primi: è stato lanciato un progetto di turismo brassicolo.

I primi classificati concorreranno ora al “Premio Cerevisia”, che viene organizzato da dieci anni dal Banco nazionale di assaggio delle birre (Banab), creato da Camera di commercio di Perugia e dell’Umbria con il Cerb e l’Assobirra: il Centro di ricerca per l’eccellenza della birra, creato vent’anni fa dall’Università di Perugia e primo in Italia nel settore, e l’Associazione dei birrai e dei maltatori, in rappresentanza della filiera.  (Leggi qui E ora si stappa: i vincitori del concorso sulle birre artigianali).

Camera doppia: Basso Lazio e Umbria

Il concorso, una vetrina nazionale al di là della gara, è stato intuito dalla Camera di Commercio di Frosinone e Latina come prospettiva di sviluppo; organizzato attraverso l’esperienza maturata dalla Camera di Commercio dell’Umbria; messo a terra da InforMare: l’azienda speciale del Basso lazio. In stretto contatti con Promocamera l’Azienda speciale dell’Umbria. È un progetto che farà da apripista di un modello nazionale da sviluppare su quello dell’Ercole Olivario, che a Perugia valorizza le eccellenze olearie italiane e fa scuola nel Belpaese da oltre trent’anni.

Giorgio Mencaroni (Foto © Imagoeconomica)

Durante la premiazione sono intervenuti Giovanni Acampora e Giorgio Mencaroni, presidenti nell’ordine delle Camera di Frosinone-Latina e dell’Umbria, nonché Luigi Niccolini e Florindo Buffardi: l’uno presidente e l’altro vicepresidente di Informare, delegato alla formazione e al turismo, quest’ultimo fervente promotore del progetto. Che, oltre a valorizzare e promuovere la birra artigianale del Basso Lazio, punta a costruirci intorno tutto un turismo esperienziale.

In prima fila, tra gli altri, un ciociaro trapiantato in Umbria: Federico Sisti, segretario generale della Cciaa umbra, già direttore generale delle allora Innova e Aspin: Aziende speciali assorbite da Informare. La Commissione giudicatrice, ricorsa alla classica prova d’assaggio (panel test), è stata composta dai giudizi internazionali Giovanni De Francesco, Vincenzo Alfeo (Cerb) e Simone Massenza (food and drink blogger), da Roberto Scarponi dell’Unione degustori birre, e dal publican e giudice nazionale Nicola Saveri.

Fino al concorso nazionale

Quello sulle “Eccellenze birrarie delle province di Frosinone e Latina” è l’unico premio nazionale, tra l’altro, in cui la gradazione alcolica viene misurata scientificamente: per dichiarare i reali volumi di alcol. Avviene già per stabilire la purezza dell’olio. La Camera umbra, inoltre, sta finanziando start up di giovani per coltivare il luppolo: fondamentale ingrediente della birra. Dove? Nei campi in cui si coltivava storicamente il tabacco, non più conveniente come una volta.

Il Centro dell’Università di Perugia, l’unico in Italia e membro della rete delle strutture scientifiche internazionali dedite alla ricerca sulla birra e sulle sue materie prime, si trova a Deruta: un borgo di novemila anime che si distingue per la produzione di ceramiche artistiche.

Ed è lì che il Dipartimento di Scienze agrarie dell’ateneo umbro detiene direttamente 2.500 ettari destinati alla coltivazione. I partecipanti al concorso hanno ricevuto una vera e propria certificazione scientifica. Non solo: anche suggerimenti per l’ulteriore miglioramento della birra, un valore aggiunto di cui i produttori possono ovviamente far tesoro o meno.

Birrifici e birre premiate

Sono state premiate le prime tre classificate delle cinque categorie: aromatizzate, bassa fermentazione, strong, frumento e alta fermentazione. Tre le aromatizzate prima la Cherry Sour di Thirsty Brothers di Atina, seconda la Majola di Sancti Benedicti di Cassino e terza Alba di Montecassino. Per la bassa fermentazione: prima Siepe di Terre di Confine di Sonnino, seconda Perotti di Deep Beer di Sora e terza piazza non assegnata (cumulo di premi).

Birrificio Thirsty Brothers

Per le strong: Trex Black Ipa di Losa di Latina, Honey Belgian Ale di Ape d’Oro di Aprilia, e Legio di Tsunami di Ceccano.  Per le birre frumento: Primo Amore di Terra di Lavoro di Roccasecca, Aurea di Montecassino, e Minù di Thirsty Brothers di Atina.

Ecco, invece, le eccellenze dell’alta fermentazione: Mi Giutto Bu di Deep Beer di Sora, Montecassino dell’omonimo birrificio e Birra Ambrata di Antica Dogana di Terracina. Sono state assegnate, inoltre, menzioni speciali: Borbonica di Cismo di Gaeta (alta fermentazione), Beer Tacco Ipa dell’Azienda Agricola Bertaccio di Paliano e L’Oro di Veroli del locale Birrificio Ciociaro.

Birra artigianale col turismo intorno

Giovanni Acampora

Il presidente Giovanni Acampora, nel suo intervento iniziale, ha lanciato un’altra scommessa della Camera di commercio di Frosinone e Latina: «Questo metodo di concertazione, per noi che abbracciamo il concetto di Area Vasta, è la via per uscire dalla crisi economica. Due anni di pandemia, la crisi Russia-Ucraina, i cambiamenti climatici: da questo disastro ne usciamo soltanto con condivisione e fratellanza, con un diverso approccio etico e solidaristico tra i produttori, non soltanto tra gli Enti camerali. Oggi è un bel giorno proprio perché abbiamo messo in campo tutti insieme questi valori».

Gli ha fatto eco Giorgio Mencaroni, presidente della Camera dell’Umbria: «Dobbiamo far sviluppare l’economia della birra, legata ai piccoli birrifici e alla birra artigianale, e al turismo. Fino a trent’anni fa il turismo veniva considerato come un settore parassitario, come il paguro bernardo, a scapito di altri. Oggi è diventata una leva importante per lo sviluppo economico di un territorio. Bisogna fare rete a livello nazionale, superando la logica della concorrenza, mettendo insieme chi ha vinto o meno questo concorso. Le migliori birre nazionali verranno messe così a contatto con i buyer, non quelli della grande distribuzione che strozzano con i prezzi, ma quelli che puntano sui prodotti di eccellenza».   

Azienda speciale per il mare… di birra

Luigi Niccolini, presidente di Informare, è entrato ancor più nel dettaglio: «Il turista, portatore sano di economia, è ormai molto più esigente. Vuole fare un’esperienza, conoscere anche perché e come si fa una birra. Non è più un turismo di superficie e noi dobbiamo alzare le nostre attività, il nostro credo, la nostra offerta di qualità del territorio al livello che ci viene richiesto. Abbiamo registrato numeri importanti per essere la prima edizione del concorso e, essendo agricoltore e quindi vicino a questo tipo di produzione, ringrazio i birrifici per il loro, l’impegno, la visione che hanno avuto. Questo è un punto di partenza, avanti con il concorso nazionale».   

Il promotore Florindo Buffardi, vicepresidente di Informare, è ripartito dall’inizio per proiettarsi al futuro: «Questo progetto nasce da una mia convinzione. Per sviluppare un territorio, non solo sotto l’aspetto imprenditoriale ma anche a livello di impresa turistica, bisogna valorizzare quello che si ha. E noi abbiamo eccellenze nel settore della birra artigianale. Per questo progetto abbiamo approfittato delle amicizie, ma si è creduto nella collaborazione tra le due Camere di commercio per portarlo avanti. Questo progetto ha due scopi: la valorizzazione dei prodotti e lo sviluppo turistico consequenziale. Nella vita volere è potere e serve il coraggio di investire anche nei momenti difficili».   

Birra aromatizzata

Gli impianti di produzione

Prima classificata la birra Cherry Sour del birrificio Thirsty Brothers di Atina. Hanno ritirato il premio il birraio Matteo De Luca, Gianmarco Miele e Daniel Caira. «Birra con una schiuma abbastanza persistente, limpida con un colore stupendo – secondo la motivazione ufficiale -. Al naso è intensa con note che vanno dalla ciliegia ai frutti rossi fino al vinoso. In bocca è armonica, corpo elegante, con note di ciliegia, uva e melograno. Complimenti al birraio per l’uso sapiente delle materie prime e della frutta».

Seconda la birra Majola del birrificio Sancti Benedicti di Cassino, rappresentata da Antonio Sinagoga. «La schiuma è fine, persistente e aderente, l’aspetto limpido. Al naso è intensa, abbastanza complessa con note floreali e fruttate di frutta gialla. In bocca è corposa, equilibrata, abbastanza complessa e persistente».

Terza la birra Alba del birrificio Montecassino, Azienda Agricola Albaneta di Cassino, alla presenza di Daniele Vittorio Miri. «Birra con una schiuma bianca, fine, persistente e aderente, con un aspetto limpido e di colore giallo. L’olfatto è caratterizzato dalla generosa speziatura che apporta note di coriandolo, scorza di agrumi e leggero citrico. La freschezza aromatica si ritrova all’assaggio, supportata da un corpo rotondo. Il finale è fresco, citrico e rinfrescante dando elevata bevibilità alla birra».

Birra a bassa fermentazione

Ad aggiudicarsi il primo posto la birra Siepe del birrificio Terre di Confine di Sonnino. Sono stati premiati Livio e Giuseppe Lattanzi, e Giuseppina Multari. «La birra si caratterizza per avere una schiuma compatta e persistente, un aspetto eccellente, limpido e un colore stupendo. L’olfatto è intenso, complesso, elegante con il malto che esprime tutta la sua forza con note di biscotto, nocciola, cioccolato al latte. Il gusto segue le sensazioni olfattive, l’equilibrio del malto e del luppolo danno complessità e persistenza, con note di caramello, biscotto, miele. Il finale è esile, secco, amaro gradevole che la rendono la bevuta un vero piacere».

A seguire la seconda classificata, la birra Perotti di Deep Beer di Sora, prodotta da Francesco Di Palma. «La schiuma è bianca, abbastanza fine, abbastanza persistente. Si presenta limpida con un colore giallo. Al naso luppolo e malto danno una elegante profilo con note erbacee, cereale e crosta di pane. Al gusto il malto è presente con note di miele, vaniglia, pane. L’amaro non è invadente, il finale è dolce e gradevole».

Nella categoria “Bassa fermentazione” non è stato assegnato il terzo premio in quanto la terza classificata ha già ottenuto un premio nella medesima categoria e pertanto, secondo regolamento, non ha diritto ad un secondo premio. Le altre birre in concorso per la categoria bassa fermentazione, invece, non hanno raggiunto il punteggio minimo di 60 su 100.

Birra strong

A primeggiare è la birra Trex Black Ipa del birrificio Losa di Latina, incarnata da Alberto Ficarola. «Birra caratterizzata da una schiuma ed un aspetto eccellenti, che invoglia alla bevuta dal primo istante. Il naso è complesso ed elegante, dove luppolo, lievito e malto sono egregiamente espressi, con note speziate e torrefatte. Al gusto è equilibrata, complessa e persistente con note di tostato, frutti rossi, liquirizia, cioccolato fondente. Birra ben fatta con un bilanciamento sapiente tra luppolo, lievito e malto».

A ruota la birra Honey Belgian Ale della beer farm Ape d’Oro di Aprilia. Presenti per il ritiro del premio Marco e Donatella Locicero. «Birra con una schiuma compatta e persistente, abbastanza limpida e con un colore brillante. L’olfatto caratterizzato dal lievito e dal malto, è intenso e complesso con note di pera, banana, biscotto e crostata di albicocca. Al gusto, la gradazione alcolica esprime la sua esplosività con note di malto, chiodo di garofano, fenolico, vaniglia. Finale secco supportato da un amaro deciso ed equilibrato».

Terza piazza per la birra Legio Robust Porter del birrificio Tsunami di Ceccano, rappresentata da Marco Stirpe. «Birra limpida con un colore eccellente, schiuma abbastanza fine e abbastanza persistente. Il malto dà intensità e complessità, con sentori di tostato, frutta secca, biscotto. In bocca è elegante e rotonda, anche in questo caso caratterizzata soprattutto dai malti utilizzati con note di cioccolato, liquirizia. Finale secco, con un amaro ben bilanciato al malto».

Birra di frumento

Si parte con la birra Primo Amore del birrificio Terra di Lavoro di Roccasecca. Il premiato è Roberto Minicillo. «Birra dall’aspetto stupendo, con una schiuma compatta, pannosa, molto limpida e dal colore giallo. Olfatto caratterizzato da note floreali, fiori gialli, cereale e grano. Il frumento dona alla birra un gusto acidulo, fresco, supportato dal lavoro del lievito che dà un sapore floreale, speziato, fenolico. Birra armonica ed elegante».

Secondo posto per la Birra Aurea di Montecassino. «Schiuma fine, compatta, aderente. Aspetto limpido e colore brillante. Al naso è intensa, abbastanza complessa, molto pulita ed elegante. La speziatura apporta complessità con note di coriandolo e cardamomo. Al gusto è fresca, balsamica, menta, vaniglia, cereale. La bevuta è equilibrata ed elegante, dove si nota l’eccellente lavoro del birraio nella gestione degli ingredienti».

Terza classificata, invece, la birra Minù di Thirsty Brothers di Atina. «Schiuma bianca fine e persistente. Birra limpida con un intenso aroma. Al gusto è intensa, abbastanza equilibrata con un finale secco e abbastanza persistente».

Birra ad alta fermentazione

Foto © Antonio Renzi

Questa la motivazione che ha spinto la commissione a far vincere la birra Mi Giutto Bu di Deep Beer di Sora: «Birra che si presenta con una schiuma stupenda ed un aspetto pulito e brillante. Lo stile viene egregiamente espresso dal generoso utilizzo di luppolo con note di frutta tropicale, pompelmo. In bocca è esplosiva, in perfetta armonia con le note olfattive. La bevuta è equilibrata, intensa e complessa con una gradevole dolcezza in accordo con le caratteristiche dello stile. Birra ben fatta».

La birra Montecassino, prodotta nell’Azienda Agricola Albaneta sotto all’Abbazia cassinate, è stata accentuata così: «Schiuma stupenda, compatta, persistente e aderente. È limpida e con un colore stupendo. Malto e lievito apportano intensità, complessità, eleganza e pulizia. Note di frutti rossi, fenolico, chiodo di garofano, cioccolato fondente. Al gusto fenolico, malto, cioccolato in linea con l’olfatto. Birra equilibrata, rotonda, pulita ed elegante con una elevata bevibilità. Birra armonica».

Terza, infine, la Birra Ambrata del birrificio Antica Dogana di Terracina. Il premio è stato ritirato da Emanuele Braconi, Patrick Pierre Gerardi, Stefano Trani e Luigi RennaBirra con una schiuma abbastanza fine e abbastanza persistente. Limpida. Olfatto abbastanza intenso e abbastanza complesso. Il malto è presente con sentori di biscotto e caramello. Gusto maltato, equilibrato, persistente. Il luppolo chiude la bevuta dando secchezza ed eleganza e rendendo il prodotto armonico e gradevole».