Voto di scambio a Piedimonte: sindaco allontanato, vice ai domiciliari

foto: © MICHELE DI LONARDO

Seconda bufera sulle elezioni comunali di Piedimonte San Germano. Divieto di dimora per il sindaco, domiciliari al vice e ad un imprenditore. L'ipotesi: lavoro in cambio di voti.

Posti di lavoro in cambio di voti per il sindaco e la sua coalizione: le elezioni comunali di Piedimonte San Germano tornano nell’occhio del ciclone. Il sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Alfredo Mattei ha chiuso il secondo filone d’inchiesta sulla sfida che due anni fa mise di fronte l’avvocato Gioacchino Ferdinandi ed il primario Ettore Urbano. Vinta per una manciata di voti dal primo. Con quali mezzi è quello che la Procura sta accertando. Il magistrato ha ottenuto il divieto di dimora a Piedimonte per il sindaco Ferdinandi, gli arresti domiciliari per il vicesindaco Leonardo Capuano e per un imprenditore del posto.

L’ipotesi sulla quale i magistrati ed i carabinieri del Comando provinciale di Frosinone è l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. In pratica, il “voto di scambio“: io ti faccio ottenere un posto di lavoro seppure a tempo, tu in cambio però mi dai il tuo voto. Ipotesi che viene fermamente respinta dal sindaco, assistito dagli avvocati Massimo Di Sotto e Claudio Sgambato.

Elezioni e veleni

Le elezioni comunali di giugno 2017 si erano concluse con la vittoria di Gioacchino Ferdinandi con 1.945 voti contro i 1.913 ottenuti dal dottor Ettore Urbano: appena 32 voti di differenza.

Erano finite subito a carte bollate. Il dottor Urbano nel 2017 aveva presentato un ricorso ai giudici del Tar chiedendo il riconteggio delle schede. Sosteneva che alcune presentassero dei segni di riconoscimento e pertanto quei voti a favore del suo avversario andassero annullati.

La risposta dell’avvocato Ferdinandi era stata una denuncia alla Procura della Repubblica chiedendo l’apertura di un’inchiesta: per accertare chi avesse fatto i segni sulle schede.

Le indagini avevano portato agli arresti domiciliari il primario Ettore Urbano e coinvolto un dipendente comunale, sospettati di avere fatto ricorso a quello stratagemma per ottenere il riconteggio delle schede e fare annullare, ribaltando così il risultato. In seguito, il ricorso alla magistratura Amministrativa da cui tutto era nato, è stato ritirato.

Ora il nuovo filone, sul fronte opposto. E gli arresti domiciliari con il divieto di dimora. A Frosinone, il prefetto Ignazio Portelli sta già esaminando il caso e valutando se ci siano gli estremi per rimettere mano a quelle elezioni.