Un Omnibus chiamato Zingaretti: in diretta la linea del futuro

In diretta su La7 il Governatore del Lazio spiega il suo modo di vedere il Pd ed il Paese. Il legame con Gentiloni. Un ruolo per Calenda e pure per Renzi. Il rischio dittatura. I tre temi principali

Tutto in diretta tv. Dalle frequenze Rai a quelle di La7. Nello studio di Che Tempo che Fa l’altra sera Paolo Gentiloni a ufficializzato il suo appoggio a Nicola Zingaretti nella corsa per diventare Segretario nazionale del Partito Democratico. (leggi qui Gentiloni: io sto con Zingaretti).

Meno di dodici ore dopo, l’indomani mattina, Nicola Zingaretti restituisce l’assist: lo fa dalle frequenze de La7 durante Omnibus. Dice che «Quelle di Gentiloni sono state bellissime parole che mi hanno fatto piacere. Dobbiamo puntare sulla rigenerazione di un campo di forze, il tema non è solo il Pd. Se guardo le piazze di questi giorni, da Torino a Roma, vediamo che le illusioni si stanno trasformando in grandi delusioni».

Sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda: basta con le cose all’americana, meglio tornare all’antico che funzionava. Cioè: basta con il segretario di Partito che deve essere candidato a premier. Meglio tornare a quando le cose funzionavano: il Segretario si occupa della linea politica del Partito, il Presidente del Consiglio invece Governa il Paese. Seguendo le linee del Partito.

C’è questo tra Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni. Un’intesa tra gentiluomini in virtù della quale se Zingaretti prenderà in mano il Pd designerà Gentiloni se Partito dovrà indicare un Premier.

 

Le piazze del cambiamento

Nicola Zingaretti poi ha posto l’accento sulle piazze di Roma e Torino. Due città governate dal Movimento 5 Stelle e strappate al centrosinistra. Ma nelle quali ora c’è delusione. Rappresentata dalle piazze piene di gente che reclama quell’efficienza che non c’è.

«C’é un processo di reazioni civili delle persone che dicono no. Il Pd deve avere il massimo dell’umiltà e del cambiamento. Il congresso è utile se serve a questo» ha detto il presidente della Regione Lazio.

«Bisogna aiutare a ricostruire una nuova speranza senza arroganza. Negli ultimi anni abbiamo litigato senza discutere, noi dobbiamo discutere senza litigare. Non bisogna fermare le pluralità ma guidarle insieme in punti di sintesi, questa è l’unità» ha aggiunto Zingaretti.

 

Abolire la povertà: poi l’aumentano

Nicola Zingaretti poi affronta il tema del Governo del Paese. Riconosce la legittimità del Governo Conte – Salvini – Di Maio. Ma in mette in luce quelli che considera dei fallimenti,

«Questo Governo governa perché ha i voti ed è giusto che governi, ma non è e non sarà la soluzione per l’Italia. Un Governo che annuncia trionfante di abolire la povertà e poi la aumenta, mette a rischio i risparmi degli italiani, le pensioni».

Perché i risparmi sarebbero a rischi? «Sono previsti 2 miliardi di tagli, attacca i giornalisti per paura che si dica la verità».

Ma il pd in questa fase è assente. I sondaggi confermano le analisi di Zingaretti: ci sono i primi segnali di delusione: i sondaggi più recenti confermano la posizione della Lega anche se scende al 29%, il Movimento 5 Stelle è in picchiata e viaggia verso quota 25%. Ma il Pd non c’è, come se la pattuglia Renziana in Parlamento non fosse capace di approfittarne. Il Governatore allora definisce il ruolo del Pd. «Noi dobbiamo soprattutto fare opposizione ma anche costruire quello che manca in questo momento in Italia, ed è un’alternativa».

 

Calenda prezioso

La linea Zingaretti è quella dell’inclusione. Ai tempi del Pci il collante ideologico teneva uniti gli operaisti di Ingrao con i migliorasti di Napolitano, oggi è possibile fare altrettanto? Per fare nomi: c’è margine per un rapporto tra Zingaretti e Calenda?

«Quali sono le differenze tra me e Calenda? Se si dialoga le differenze si superano. Calenda è un interlocutore prezioso per costruire un’alternativa a questo Governo, quando era ministro ha messo al centro il diritto delle persone spesso schiacciate dall’economia globale o dalle multinazionali. Ma serve un fronte, che sia Zingaretti o Calenda nessuno va da nessuna parte da solo».

E Renzi? C’è spazio pure per Matteo? Nei giorni scorsi Nicola Zingaretti ha detto si. Semmai il problema è l’opposto: se anzi sappia stare con gli altri.

«Renzi dovrebbe essere una delle figure che entrano a far parte di questa alternativa, ma è altrettanto vero che gli italiani si aspettano rinnovamento e discontinuità partendo dal cambiamento del gruppo dirigente».

 

Fallimento sull’immigrazione

Il Governatore del Lazio spiazza tutti quando tira fuori le cifre sull’immigrazione. «Ora con orgoglio dopo quattro mesi lo posso dire: la ricetta della destra e del M5S sull’immigrazione è peggiore della situazione che hanno trovato, perché anche quella rete di distribuzione e di inizio di integrazione che avrebbe fatto bene a tutti la stanno smantellando per continuare a creare un mostro. E sapete perché? Perché’ si nutrono delle paure, e quindi noi dobbiamo essere quelli che credono nell’empatia della giustizia».

Insomma, per Zingaretti questo Governo taglia le forze dell’ordine e lascia i cittadini soli, illudendoli di essere più sicuri perché gli mette in mano una pistola.

«Salvini sbaglia a tagliare i fondi agli enti locali sulle periferie e liberalizzare e allargare la possibilità di avere le pistole dentro le case. È un modello culturale che dobbiamo combattere. La percezione di sicurezza è data sì da più forze dell’ordine ma anche da più attenzione alla condizione umana delle persone».

Una cosa che non si sarebbe dovuta fare, per Nicola Zingaretti è il taglio da 10 miliardi di euro nei trasferimenti ai Comuni. «Hanno contribuito a lasciare sole le persone e hanno dato una percezione di paura».

 

Raggi per favore governi meglio

La sindaca di Roma sabato è stata assolta. Ciò di cui era accusata – per il giudice – non è previsto come reato. (leggi qui Raggi assolta: «Finiti due anni di fango»). Nicola Zingaretti ne è felice perché «io non accetterò mai che la Giustizia si sostituisca alla politica. La giustizia deve fare il suo corso ed essere libera di indagare, e non sopporto quando questi due livelli si sostituiscono, lo dico da sempre. La verità, però, è che i Cinque Stelle ogni volta che c’è un’indagine, si avventano con violenza come delle iene feroci sugli individui distruggendo loro la vita, con un messaggio devastante che elimina l’idea stessa del processo, che ha le sue fasi».

A Virginia Raggi dice che «deve innanzitutto governare, e per favore inizi a governare meglio».

 

Il rischio dittatura

Silvio Berlusconi domenica ha parlato di un rischio dittatura per l’Italia. Lo ha detto riferendosi agli attacchi fatti dal M5S ai giornalisti.

«Se con questo Governo c’è un rischio dittatura come ha detto Berlusconi? Io non so se c’è un rischio, ma già questa pratica per cui io non giudico le idee ma distruggo chi le esprime è un arretramento rispetto al confronto culturale e politico della democrazia, è già un danno che spinge alla violenza e al non riconoscimento dell’altro.

Io non sono d’accordo con Salvini e il M5S ma sono dei miei avversari politici e addirittura quando dicono qualcosa la valuto: ho la sensazione che in questo momento la debolezza e la fragilita’ di questi movimenti puntino a distruggere chi critica e chi dice la propria. Loro pensano che sia un elemento di forza, io penso che sia di debolezza perché quando qualcuno mi critica, la prima cosa che penso e’ ‘forse e’ giusto’, e questo aiuta molto a essere migliori».

 

I tre temi principali

A Nicola Zingaretti chiedono quali siano i tre principali temi e le priorità della sua candidatura al congresso Pd.

Il Governatore risponde che la prima priorità è il lavoro. «Bisogna cominciare ad aprire i cantieri che già sono pagati, previsti e programmati ma che non partono, con un intervento straordinario per aprire almeno 30 miliardi di euro di cantieri all’anno, e questo è possibile».

Il secondo tema sono i giovani, la loro formazione. Zingaretti dice che si deve investire «sulla scuola, la ricerca e l’università».

Non è d’accordo sul reddito di cittadinanza. «Invece di questa pagliacciata sul reddito di cittadinanza che nessuno sa cos’è, i fondi mettiamoli sul Rei, il reddito d’inclusione, che già fra qualche mese porterebbe gli assegni nelle case degli italiani».