Mafia Capitale, chiesta l’archiviazione anche per le deposizioni di Zingaretti

Richiesta di archiviazione per Nicola Zingaretti e Daniele Leodori: nessun reato nelle loro deposizioni durante l'inchiesta Mafia Capitale. Non furono reticenti, non nascosero dettagli alle indagini

Inchiesta archiviata. Da contestare c’era nulla. Lo hanno stabilito gli accertamenti. Nicola Zingaretti esce così dagli accertamenti che erano stati avviati anche sulle sue deposizioni, rese durante l’inchiesta sul Mondo di Mezzo: il giro di collusioni e corruzione tra malavita e pubblica amministrazione.

La Procura della Repubblica di Roma ha chiuso i suoi accertamenti a carico di 18 persone l’inchiesta sulla falsa testimonianza resa al processo di primo grado su Mafia Capitale. (leggi qui I giudici alla Procura: «Controllate le deposizioni di Zingaretti»)

Tra i nomi dei soggetti che rischiano di finire sotto processo non figurano il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e nemmeno il presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori.

Per entrambi sarà chiesta l’archiviazione ufficiale.

Rischiano invece il processo l’ex viceministro degli Interni, Filippo Bubbico, l’ex braccio destro del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, Antonio Lucarelli e Micaela Campana, deputata e responsabile nazionale del Pd per il welfare.

Filippo Bubbico, secondo la Procura, in udienza ha affermato “di non aver conosciuto e di non aver incontrato Salvatore Buzzi, escludendo di averlo incontrato l’11 giugno 2014” e di “non sapere nulla in ordine alla gara per la gestione del Cara di Castelnuovo di Porto, di non essersi mai interessato alla vicenda relativa all’accoglienza di immigrati in detto Comune e di non aver mai parlato della questione con Micaela Campana” e di “non aver mai conosciuto o sentito telefonicamente Luca Odevaine“.

Antonio Lucarelli, invece, quando è stato ascoltato come teste, “ha affermato, contrariamente al vero, di non conoscere Massimo Carminati, di non essere mai stato contattato dallo stesso nel periodo in cui ha svolto le mansioni di capo segreteria di Alemanno, di non aver subito da Carminati alcuna intimidazione e di aver avuto rapporti conflittuali con Buzzi che, poi, ridimensionava nella rilevanza“.

Quanto a Micaela Campana, gli inquirenti l’accusano di “aver negato reiteratamente numerose circostanze della sua vita politica e personale“, fra le quali “la richiesta rivolta a Buzzi di curare il trasloco per il cognato Nicolo’ Corrado“, “le ragioni dell’incontro del 4 aprile 2014 con Buzzi presso la sua abitazione“, “i collegamenti diretti di Buzzi con Bubbico e l’interessamento di quest’ultimo alle vicende inerenti alla gara per la gestione del Cara di Castelnuovo di Porto“.

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