Catalent è stata acquisita da Novo Nordisk per 11,5 miliardi di dollari, un'operazione strategica nella quale - su 50 impianti - tre avranno un ruolo centrale. E tra loro c'è l'impianto di Anagni. Si punta al mercato dei farmaci anti-obesità. Ora si attendono antitrust e azionisti. Closing entro fine anno. Chiarlitti (Filctem Cgil) "Resta il rammarico per il maxi investimento da 100 milioni sfumato”
Catalent cambia proprietà. Con un’operazione da 11,5 miliardi di dollari passa sotto il controllo della danese Novo Nordisk. I sindacati sul territorio della provincia di Frosinone (dove Catalent ha uno strategico impianto) giurano che ne sapevano meno di niente e per questo non danno giudizi, i mercati internazionali invece apprezzano molto al punto che dopo l’annuncio, le azioni di Catalent hanno aperto la seduta di questa mattina in rialzo del 10%. Mentre quelle di Novo Nordisk in avvio di contrattazioni hanno guadagnato il 3,2%.
Non è una svendita ma un’operazione strategica. Catalent è specializzata nella produzione, confezionamento e infialamento dei farmaci. La struttura di Anagni è stata fondamentale nel periodo del Covid: quando bisognava confezionare le dosi di vaccino e spedirle verso i mercati di tutto il mondo. Efficientissima, precisa, efficace. Sono le ragioni per cui i danesi di Novo Nordisk hanno deciso di compiere l’operazione. Hanno bisogno della sua capacità per potenziare la produzione e soddisfare la domanda dei nuovi farmaci anti-obesità. Perché Catalent è il primo fornitore di incarti e siringhe per i medicinali anti-diabete e anti-obesità di Novo Nordisk, Ozempic e Wegovy.
Il ruolo centrale di Anagni
Quello di Anagni è uno dei 50 stabilimento del gruppo Catalent che è quotato alla borsa di New York. Ma in questa operazione industriale avrà un ruolo centrale. Per comprenderlo bisogna ricostruire l”operazione di acquisto.
A controllare la galassia Novo Nordisk è Novo Holdings titolare del 77% delle azioni del colosso farmaceutico danese. A comprare Catalent è Creek Parent una delle società della holding. Ha ricevuto mandato di compiere un’operazione industriale, non si tratta di un semplice investimento: Creek Parent ha disposizione di acquistare tutte le azioni di Catalent in circolazione.
Il valore attribuito a Catalent è 16,5 miliardi di dollari. L’operazione però è subordinata a due semafori verdi. Il primo deve accenderlo l’antitrust, il secondo lo deve illuminare l’assemblea degli azionisti. In entrambi i casi non si prevedono difficoltà: nel primo caso non si prevede una posizione dominante poiché Catalent va ad implementare la capacità di produzione Novo Nordisk. Nel secondo, il prezzo di acquisto è vantaggioso e rappresenta un buon business. Una volta che i due semafori verdi saranno accesi, Catalent diventerà di fatto una controllata di Novo Nordisk e lascerà la borsa di New York. Il tutto dovrebbe concludersi entro l’anno.
Con l’acquisizione, nella pancia di Novo Holdings entreranno gli oltre 50 impianti Catalent. La loro capacità produttiva annuale è di 70 miliardi di dosi. Blister, fiale, packaging di ottomila prodotti diversi in tutto il mondo. Degli oltre 50 siti, tre verranno venduti da Novo Holding a Novo Nordisk che li gestirà direttamente: sono gli stabilimenti di Anagni, di Bloomington (Usa) e di Bruxelles.
I numeri di Anagni
Lo stabilimento di Catalent ad Anagni è un plant di importanza mondiale. È specializzato nella produzione di prodotti sterili e biologici, nel confezionamento secondario, vanta una vasta esperienza nel riempimento di fiale e siringhe per liquidi asettici. Il sito di Anagni è famoso sullo scenario globale per la sua comprovata esperienza nei trasferimenti tecnici e detiene vari record di qualità.
Sul fronte delle capacità sterili e bio si occupa della finitura e riempimento del prodotto farmaceutico, dell’assemblaggio e dell’imballaggio del dispositivo medico, assicura i servizi di fornitura clinica integrata. Sul piano delle soluzioni di imballaggio commerciale per dose orale Anagni è in grado di offrire soluzioni di imballaggio commerciale complete per il lancio del prodotto, imballaggi primari e secondari con capacità di blister e imbottigliamento. Tra i suoi cavalli di battaglia c’è la risposta rapida in 48 ore dall’ordine alla spedizione, funzionalità di stoccaggio automatizzato, serializzazione.
La casa madre intendeva creare ad Anagni un polo di ricerca e sviluppo con l’investimento di 100 milioni di euro e la formazione di un centinaio di figure altamente specializzate. Dopo avere atteso due anni le autorizzazioni, Catalent ha ritirato l’investimento, spostandolo in Oxfordshire nel regno Unito.
Le reazioni dei sindacati
I sindacati italiani erano all’oscuro dell’operazione. “Ne prendiamo atto – dice Sandro Chiarlitti, segretario regionale Filctem i chimici Cgil del Lazio – e con amarezza prendiamo atto che dopo tre anni la Catalent di Anagni viene ceduta ad un nuovo gruppo farmaceutico. Quale strategia ci sia dietro non lo sappiamo. Cercheremo di capire nelle prossime settimane. Certo che rimane l’amaro in bocca sapere che lo stabilimento poteva essere un avamposto della ricerca sui farmaci ma a causa dei ritardi sulle autorizzazioni quell’investimento destinato alla Ciociaria è stato dirottato in inghilterra”.
La decisione di cedere lo stabilimento direttamente a Novo Nordisk lascia intuire che sarà una struttura strategica ed avrà un ruolo centrale. “Se così fosse – dice Sandro Chiarlitti – il merito andrebbe interamente alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’impianto di Anagni che con la loro capacità, la loro professionalità e la loro serietà hanno costruito una reputazione mondiale per il nostro sito”.