“Pianifichiamo ora il dopo Stellantis”

Mario Abbruzzese sull'operazione immobiliare in corso all'interno dello stabilimento Cassino Plant. L’opportunità straordinaria della logistica e la sfida da vincere con un indotto che ha già dimostrato di sapersi riadattare.

Quando tutto sembra essere contro, ricorda che l’aereo decolla contro vento”: cita Henry Ford l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese. Lo fa analizzando il quadro che si sta delineando nel sud della provincia di Frosinone dove Stellantis sta avviando un’operazione immobiliare che ridurrà gli spazi del suo stabilimento di Piedimonte San Germano.

Ci sono aree che sono diventate in eccesso. Oggi le nuove tecnologie di processo non hanno bisogno dei 12mila dipendenti che venivano impiegati in quell’area negli Anni 70. E non hanno bisogno di tutti quegli ettari di superficie che nei bilanci sono solo un costo. (Leggi qui: Buonanotte Stellantis, c’eravamo tanto amati).

Futuro ristretto ma ampio

Carlos Tavares

Il futuro industriale è delineato: lo ha tracciato sei mesi fa il Ceo Carlos Tavares annunciando ai mercati che Cassino Plant «estenderà la propria attività alla produzione di veicoli basati sulla piattaforma BEV flessibile STLA Large». Cioè le auto Premium di nuova generazione. È la piattaforma per le auto realizzate con una tecnologia di terza generazione dotata di un’elevata flessibilità ed è al tempo stesso modulare e scalabile da 70 kW a 330 kW.

Ma per realizzarle non servono quelle aree che invece erano indispensabili cinquant’anni fa. Stellantis è diversa dalla Fiat degli Anni 70. E l’ex presidente d’Aula della Regione Lazio lo mette in evidenza. Ricordando che ora bisogna guardare al futuro. “Sinceramente credo che una classe dirigente degna di questo nome debba porsi l’orizzonte del dopo Stellantis. Anzi, debba già lavorare per il dopo Stellantis. Pianificando lo scenario futuro (breve, medio e lungo periodo) avendo presente un dato di fatto: la diminuzione di personale”.

Dal Metalmeccanico alla Logistica

(Foto: Elevate / Pexels)

Cosa intende Mario Abbruzzese? Traccia un parallelo che finora nessuno ha fatto: negli Anni 70 nella Fiat di Piedimonte San Germano la maggior parte della forza lavoro era rappresentata da operai generici. Oggi c’è una forma di industria che richiede una manodopera con una qualifica trasversale e non eccessivamente specializzata. “È esattamente per questo motivo che stiamo già studiando per il lazio meridionale una straordinaria operazione di logistica in grado di occupare 3.000 dipendenti. Non possiamo e non vogliamo restare a guardare oppure ritenere che ci sia una sorta di destino ineluttabile. Il destino dipende anche da noi e da come progettiamo il futuro del territorio”.

Un’operazione analoga ha preso in considerazione le aree interne allo stabilimento. Quella alla quale fa riferimento Abbruzzese è esterna. E se prenderà forma non lo farà a ridosso delle prossime elezioni Europee: ma entro la fine del 2023.

Affittano? È un bene

Foto Stellantis / Imagoeconomica

Detto questo “per quello che mi riguarda l’affitto delle aree Stellantis è un segnale assolutamente positivo, perché questo significa che è in atto un processo di reindustrializzazione, pensato e finalizzato per sopperire al problema dell’eccesso di spazi vuoti, inutilizzati, abbandonati. Spazi in eccesso non vuol dire crisi, al contrario possono rappresentare una straordinaria opportunità per nuove tecniche di processi produttivi e di prodotto stesso”.

Il punto di partenza del ragionamento è… la realtà: oggi costruiamo più macchine (e di maggiore qualità) con meno persone. Ma questo non vuol dire alzare bandiera bianca e smobilitare. Abbruzzese cinferma: “Vuol dire riqualificazione, riadattamento, cambiamento delle strategie, dei processi e dei piani industriali. Certo non è semplice, ma vale frase di Henry Ford”.

C’è poi una seconda sfida. Per Abbruzzese la vera sfida da vincere sta nei numeri della recente ricerca Anfia, l’associazione nazionale dei produttori di Auto e componenti. L’ha commissionata Unindustria, un’intuizione del presidente della territoriale di Cassino Francesco Borgomeo. Quella ricerca ha stabilito che l’indotto di Cassino si è affrancato dalla monofornitura Stellantise deve assolutamente continuare lungo questa strada. Anzi, deve assumere una sua personalità sempre più forte, sempre più caratterizzata, sempre più proiettata nel futuro”. In pratica: Cassino sa fare componentistica Auto e la sa fare bene; per questo può essere un interlocutore di Stellantis all’interno di una catena d’approvvigionamento terribilmente breve. E per questo affidabile.

Leggi Europee

Poi la visione continentale. Alla quale in questo periodo l’ex Presidente del Consiglio Regionale è particolarmente sensibile. Perché la Lega lo ha messo nell’elenco di quelli che possono essere candidati nel Centro Italia nel 2024.A mio giudizio le politiche europee dovrebbero affiancare, favorire, sostenere e perfino condividere questo processo su scala continentale. E non soltanto quindi nella dimensione cassinate. Come del resto è avvenuto per l’agenda Cars2020. Lo dico in maniera semplice, forte e chiara: il concetto è che l’Europa deve continuare a mantenere l’Automobile e l’indotto italiano deve assolutamente mantenere la sua capacità di essere competitivo in Europa”.

Mi permetto di aggiungere che sarebbe preferibile avere i piedi piantati nel presente e lo sguardo rivolto al futuro. Evitando di girarsi per rimpiangere un passato formidabile e glorioso. Ma irripetibile. Semplicemente perché nel frattempo è cambiato il mondo e sono cambiate le classi dirigenti”.

Per Abbruzzese adesso è fondamentale adattarsi in fretta alla realtà. Evitando di piangersi addosso e trovando soluzioni che mettano comunque al centro la produzione e i posti di lavoro. “Un certo Steve Jobs diceva che “il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo”. Cerchiamo di lavorare di squadra, nell’ambito di politiche europee e nazionali”.

Il concetto è che l’Automotive di Cassino ha rappresentato il fulcro dello sviluppo dell’intera provincia di Frosinone e di un’area perfino più vasta per decenni. Oggi ci sono le opportunità della logistica e di un indotto che ha già dimostrato di sapersi riadattare.E’ difficile, non impossibile. E’ complicato, non irrealizzabile. Servono visione, coraggio, impegno e lucidità”. Per Abbruzzese si può fare.