L’appello di Sara: «Teniamo i giovani Pd fuori dalle nostre diatribe»

di SARA BATTISTI
Presidente PD Provincia di Frosinone

L’organizzazione giovanile del Partito Democratico è stata ed è ancora la mia casa. La Sinistra Giovanile prima e i Giovani Democratici poi la mia esperienza politica più bella, arricchente e soddisfacente. Ne ho difeso il valore e la necessità, quando Walter Veltroni mise in discussione la sua esistenza e ne ho difeso l’autonomia quando il partito delle correnti nel Lazio ha provato ad utilizzarla per i propri interessi di bottega.

A Frosinone c’è un’organizzazione giovanile che nel caos del PD provinciale di questi anni ha continuato a lavorare con serietà contraddistinguendosi nelle battaglie politiche, con risultati che purtroppo non sono mai diventati patrimonio del PD, troppo impegnato nel gioco del “game of thrones”.

Tanti dei giovani che hanno contributo a darle sostanza politica (Mauro Buschini, Enrico Pittiglio, Martina Innocenzi, Lucia Palone, Danilo Scenna, Angelolivio Del Gigante, ed altri) oggi ricoprono importanti ruoli amministrativi e sono dirigenti di Partito o di categoria.

Ho letto sul blog Alessioporcu.it, un articolo interamente dedicato a loro stamane (leggi qui il precedente). Molto più collegato alle vicende interne al PD che alla reale dialettica politica dei Giovani Democratici. Sotto la guida politica di Luca Fantini, questa organizzazione è una tra le più solide del Lazio. Sono convinta che insieme al gruppo dirigente proseguiranno il loro lavoro con serietà e convinzione e per l’ennesima volta daranno prova di maturità politica anche a noi.

Per parte nostra, teniamoli fuori dalle diatribe che ci riguardano, tuteliamoli, diamogli un’opportunità di crescita reale. E’ un invito che rivolgo a tutti: Francesco De Angelis, Francesco Scalia, Nazzareno Pilozzi, Maria Spilabotte, Simone Costanzo, Antonio Pompeo.

Perché quando ci riferiamo alla nuova classe dirigente è a loro che dovremmo pensare e non a noi stessi.

L’innovazione nel PD passa soprattutto per la formazione qualificata della classe dirigente, che non avviene per cooptazione ma per la capacita che questa ha attraverso la dialettica politica, di contraddistinguersi su linee politiche aggreganti e battaglie per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini.

In un Partito si è prima dirigenti poi amministratori. Ci si misura sulla qualità politica, sulla capacità di lettura dei processi, sulla visione che si ha sul mondo. Poi la si rappresenta nelle Istituzioni. Altrimenti tutto si banalizza rispetto al consenso elettorale.

Abbiamo visto che le preferenze non sempre esprimono qualità. Dal Mondo di Mezzo, a Franco Fiorito quanti avevano dimostrato una potenza elettorale abnorme che nascondeva però malaffare e incapacità amministrativa. Ai giovani deve essere lasciato lo spazio per coltivare i propri sogni e le proprie ambizioni, misurandosi con la politica attraverso un’organizzazione giovanile che è una palestra di vita.

Fate bene ragazzi, non vi fate imbrogliare!