Il dialogo tra Pd e M5S in Regione Lazio non avrà ricadute su Roma. La posizione del Partito su Virginia Raggi rimane la stessa. E la decisione del MoVimento di appoggiarla per un secondo mandato “preclude ogni dialogo a Roma”.
Graziano Delrio
Consultazioni nel vivo e possibilità che si vada oltre l’ipotesi Conte ter. Perché Italia Viva affila la mannaia. E perché per un gioco di incastri il Presidente uscente della Camera pare l’unico collante di maggioranza. Di Maio permettendo.
Si va verso la conta in aula, ma Nicola Zingaretti non può snaturare un partito che per decenni ha attaccato Berlusconi per aver avuto il voto di Razzi e Scilipoti. Ma chi sono i costruttori? Da Sandra Mastella all’Udc, passando per Riccardo Nencini. Intanto Pierferdinando Casini ricorda l’esempio di Aldo Moro.
L’eminenza grigia del Pd torna ad escludere una crisi al buio, ma intanto si affaccia una clamorosa ipotesi nel caso di rimpasto: lui stesso nel Governo. E in questo caso il presidente della Regione Lazio potrebbe arrivare senza problemi alla fine del mandato.
Nel Pd in tantissimi non sopportano più né il premier, né Rocco Casalino e i Cinque Stelle. L’attacco dell’ex rottamatore potrebbe rappresentare un canto delle sirene per Base Riformista. E allora il segretario nazionale Dem non potrà più far prevalere il senso di responsabilità a scatola chiusa.
Nelle prossime ore le Commissioni Trasporti di Camera e Senato ascolteranno il nuovo presidente designato per il Porto di Civitavecchia – Gaeta. Giovedì il voto. In sella entro il 15 dicembre
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
Diversi sindaci stanno già pensando alle elezioni per la presidenza della Provincia. Mancano ancora più di due anni e in diversi devono prima essere eletti o confermati. Ma l’argomento c’è. Attenzione anche a Cretaro e Natalia.
Il Pd pretende un ‘percorso serio’. Resta la tensione sugli Stati generali, convocati dal premier. Marcucci: “no a passerelle, spot ed eventi improvvisati”.
Lo scenario descritto da Dagospia, la posizione del segretario e le strategie in atto. Ma una cosa è certa:le “correnti” sono più vive che mai. Abolirle è impossibile, non resta che provare a governarle.
Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.
Il premier si sente sempre più solo al comando e pensa ad un Gabinetto di guerra. Il segretario dei Democrat aveva proposto una cabina di regia, che
è un’altra cosa. Perché nel partito crescono i malumori verso l’inquilino
di Palazzo Chigi, blindato in passato. Zingaretti adesso riflette davvero.
La mozione approvata in Regione Lazio per iniziativa del M5S in realtà non bloccherà alcun termovalorizzatore nel Lazio. Ne è convinto Donato Robilotta. I numeri del fabbisogno. Cosa c’è in campo. E chi si sta muovendo
Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.
Democristiano nel Dna, Enrico Tiero ha iniziato ad aggregare tutto il suo mondo ed a portarlo all’interno di Fratelli d’Italia. Generando una componente moderata. capace di dire la sua. Dopo avere messo in ombra l’ala ex An ed ex Msi
La lucida analisi di Nicola Zingaretti, che non forza sulle sardine. E aspetta con calma la verifica di gennaio mentre Matteo Renzi e Luigi Di Maio oscillano tra voti di fiducia e fibrillazioni. Mentre Matteo Salvini e Giorgia Meloni giocano benissimo ma continuano a perdere nel voto di Camera e Senato.
Delrio apre alle elezioni anticipate, Renzi pure. Conte prepara l’ennesima marcia indietro, stavolta sul Mes. Il Movimento Cinque Stelle, terrorizzato dalle urne, è pronto a qualunque cosa. Anche a tornare da Salvini? E’ esattamente questo che sta cercando di capire Zingaretti, che può trovare una sponda in Giorgia Meloni.
Pompeo parteciperà a Milano alla due giorni di Base Riformista, l’area degli ex renziani del Partito. Dice: «Non esiste alternativa a quella di saper ripartire dai territori mettendo al centro gli amministratori»
Dopo la riunione del Gabinetto di guerra del Partito Democratico il malcontento versi i Cinque Stelle di Di Maio e Italia Viva di Renzi è emerso in maniera rumorosa. I Dem non ci stanno a farsi rosolare. Non tiene più nemmeno lo spauracchio dell’elezione di un presidente della Repubblica sovranista.
Assedio del centrodestra al Presidente della Provincia. Che evita lo scontro e ripiega. Mandando nel caos gli avversari. Metà di FdI lascia l’Aula. E metà resta. Chi ha fatto da stampella.