Abbruzzese: «Pompeo vuole rescindere il patto? Si accomodi»

«Qualcuno nel Partito Democratico pensa che siamo stupidi. Qui non c’è nessun accordo politico da fare: è stato già fatto due anni fa quando abbiamo eletto presidente Antonio Pompeo. E quell’accordo vale per un’intera consiliatura».

Mario Abbruzzese non ci sta. E ancora una volta punta il dito contro una parte del Pd. Quella che vuole la rottura dell’alleanza di governo con Forza Italia che da due anni guida la Provincia di Frosinone. Domenica scorsa è stato il presidente provinciale del Pd Domenico Alfieri a chiedere chiarezza alla Direzione Provinciale. Lo ha fatto durante la discussione sulle strategie da mettere in campo in vista delle elezioni di gennaio: «Non possiamo governare con Forza Italia». Una posizione che ha visto convergere anche il segretario Simone Costanzo ed il presidente dell’Asi Francesco De Angelis. Che con realismo però ha aggiunto: «Ma se non abbiamo i numeri è chiaro che si andrà ad un governo di coalizione». (leggi qui)

Mario Abbruzzese li bolla come: «Discorsi inutili».

Per lui la situazione politica è del tutto differente. «Oggi a mettere in discussione l’alleanza politica tra noi e il Pd sono persone che nel 2104 hanno perso le elezioni. Quindi sono attori diversi. Persone che non ho conosciuto in quella fase».

Insomma, se il Pd dovesse conquistare ancora una volta la maggioranza, per il leader di Forza Italia cambierebbe nulla. «L’accordo è stato direttamente sottoscritto con la Lista Civica del Presidente Pompeo. E vorrei ricordarlo a tutti: l’impegno è stato sottoscritto sull’elezione del presidente della provincia, il cui mandato dura 4 anni. Senza il nostro apporto oggi al governo della provincia ci sarebbe stato un altro presidente. Se qualcuno non lo ha ben chiaro in mente lo ripeto: oggi Antonio Pompeo è presidente e lo sarà ancora per altri due anni esclusivamente grazie al 25% portato da Forza Italia»

Nelle file del Pd sono in tanti a chiedere che venga messa fine a quell’alleanza. Nelle settimane scorse, il gruppo consiliare aveva consegnato al presidente Pompeo un documento con il quale esprimeva il proprio disagio. Un disagio legato al fatto che su un tema chiave per il futuro della provincia, il contratto con Acea, i sindaci di centrodestra avevano assunto una posizione del tutto contrapposta a quella del pd.

Abbruzzese sottolinea che quella votazione c’entra nulla con l’alleanza in Provincia. Una cosa è l’assemblea dei sindaci. Altro è la Provincia. «Vorrei ricordare questo a tutti che adesso stiamo rinnovando il consiglio provinciale. Molti sono distratti o fanno finta di distarsi. Allora lo dico con chiarezza: la legge Delrio prevede nei fatti un accordo sul nome del presidente della provincia. Ma non prevede accordi sulle liste provinciali. Tiene fuori la politica. Oggi non c’è da fare nessun accordo. chi fa finta di non capire questo piccolo e sottile passaggio vuole credere che siamo stupidi. Noi non siamo stupidi».

Anche la direzione provinciale Pd, il mese scorso aveva espresso contrarietà a quell’alleanza. Consegnando però le chiavi al presidente Pompeo. Come a dire: per noi, politicamente, bisogna chiudere, ma se vuoi, vai avanti.

Anche per Abbruzzese è solo il presidente Pompeo a poter decidere. «Noi siamo seri. Forza Italia è un Partito serissimo. Quando assume un impegno lo mantiene fino alla fine. Quindi se loro il presidente Antonio Pompeo vuole disattendere l’accordo politico si accomodi pure. L’accordo è stato concluso con lui due anni fa e solo lui è legittimato a romperlo. Non i Partiti. Se oggi ci fosse il rinnovo del presidente della provincia, questo discorso avrebbe un senso. Ma così non ne ha. Se poi Antonio Pompeo vuole rescindere, deve fare una cosa molto semplice. Deve avere il coraggio di dire con chiarezza che due anni fa Forza Italia gli è servita solo per diventare presidente. E se non ci vuole più ha il dovere di rimettere il mandato. E allora può tornare a contarsi».

Ma Mario Abbruzzese è convinto che il presidente voglia defilarsi? «No, non mi sembra che abbia questa intenzione. Piuttosto mi sembra che qualcuno voglia spostare su di lui il tiro, per regolare problemi interni al Partito Democratico»

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