Ora gli odontoiatri, che erano frenati fino agli zigomi, possono fare “punturine” di bellezza anche su fronte e palpebre. Il confine è stato cancellato dal Decreto Bollette del Governo Meloni. Mentre la Medicina Estetica insorge a livello nazionale, l’Odontoiatria si difende anche dalla provincia di Frosinone
Finora non potevano andare oltre gli zigomi. Ma adesso possono sconfinare anche su fronte e palpebre. L’eterna disfida tra Medicina Estetica e Odontoiatria finisce per ora a favore dei dentisti. Ma non senza recriminazioni.
Grazie al Decreto Bollette approvato dal Governo Meloni e Legge di Stato, i medici laureati in Odontoiatria «possono esercitare – dispone l’articolo 15 ter – le attività di medicina estetica non invasiva o mininvasiva al terzo superiore, terzo medio e terzo inferiore del viso». In questo modo possono estendere i loro interventi su tutto il volto: non sono più vincolati all’obbligo di associare il trattamento estetico alla terapia odontoiatrica. Più chiaro ancora?
In precedenza gli era consentito effettuare esclusivamente cure estetiche «solo se destinate alla terapia delle malattie e anomalie congenite e acquisite dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti». E con relativi tessuti, come già precisato dal Consiglio superiore di sanità, si sono sempre intese «le zone perilabiali e dei mascellari inferiore e superiore, fino all’ area sotto-zigomatica».
Botulino anche dal dentista
L’odontoiatra, anche se non tutti lo sanno, è da sempre abilitato a iniettare acido ialuronico attorno alla bocca. Ora può anche levigare tra la radice del naso e le sopracciglia, nonché rimuovere le rughe a fianco agli occhi, facendo “punturine” di botulino: la sostanza autorizzata soltanto per la parte alta del viso, ancora la più scelta da chi procede con i “ritocchini” anziché la chirurgia plastica.
In Italia risultano più o meno cinquantamila odontoiatri: uno ogni seimila persone. Nel Lazio sono oltre cinquemila: più o meno uno ogni mille abitanti. Più di cinquecento (519) sono quelli attualmente iscritti all’Albo della provincia di Frosinone: praticamente uno ogni novecento ciociari. Nell’elenco provinciale dei medici estetici, istituto nell’agosto 2022, se ne contano per ora appena sedici. A livello nazionale sono meno di tredicimila, ma effettuano oltre un milione di interventi all’anno: il 75%, tolta la chirurgia plastica, è rappresentato dalla medicina estetica non invasiva o micro-invasiva. Il rapporto donna-uomo, tra i pazienti, è 70-30.
Nel Decreto Bollette, aiuti per le famiglie contro il rincaro energetico ma anche disposizioni in materia di salute e adempimenti fiscali, la novità è stata introdotta con l’articolo 15 ter. È quello con cui è stato principalmente tolto il requisito della specializzazione degli odontoiatri per la partecipazione ai concorsi pubblici per dirigente medico odontoiatra e l’accesso alle funzioni di specialista ambulatoriale. In aggiunta, facendolo sconfinare oltre gli zigomi: è la modifica sostanziale della legge del 1985 che istituì la professione sanitaria dell’odontoiatra.
La Medicina Estetica insorge
Come ogni rivoluzione ci sono i favorevoli ed i contrari. Ci sono quelli per i quali le cose cambiano in meglio e quelli che perdono una parte della rendita che deriva dalla loro posizione di monopolio. Il presupposto è che si tratta di una rivoluzione. Frutto dell’operato del ministro della Salute Orazio Schillaci e del sottosegretario Marcello Gemmato.
Contro, si è scagliato l’intero Collegio italiano delle società scientifiche di medicina estetica. Ribadiscono, innanzitutto, che «non possono essere effettuati dagli odontoiatri trattamenti di medicina estetica ad hoc, ma soltanto quale completamento all’interno di protocolli odontoiatrici ampi e completi».
Anche rispetto all’apertura all’uso del botulino, poi, si puntualizza che «non possono essere impiegati dagli odontoiatri farmaci e medical device che non siano stati immessi in commercio per l’impiego nell’area odontoiatrica di competenza». Ovvero, come rivendicano, dagli zigomi in giù.
Nel parere del Consiglio superiore di sanità, inoltre, «viene esplicitata come elemento innovativo – aggiunge il Collegio formato dalle società Agorà, Sies e Sime – una chiara esplicitazione della differente formazione tra il medico e quella dell’odontoiatra. La doppia pronuncia 2014 e 2019 del Consiglio Superiore di Sanità – con contenuti sostanzialmente invariati – attesta che l’importante organo dello Stato, anche composto da membri diversi nel corso degli anni, ha ravvisato l’importanza di evidenziare i limiti oggettivi alla pratica di attività di Medicina Estetica da parte dell’Odontoiatra».
«Si rispetti l’ambito di competenza»
La Medicina Estetica ha lanciato l’allerta al Ministero della Salute. Alla protesta si sono uniti anche ottocento medici e varie società scientifiche affini o connesse al settore: Adoi (dermatologia e venereologia), Aicpe (chirurgia plastica), Aida (dermatologia ambulatoriale), Aideco (dermatologia e cosmetologia), Aigef (ginecologia estetica e funzionale), Aiteb (terapia estetica botulino), Isplad (società internazionale di dermatologia), Sicpre (chirurgia plastica), Sidapa (allergologia), Sidemast (dermatologia e malattie sessuali) e Sitri (tricologia).
L’allerta resta per ora costruttiva: «Da anni il Collegio di Medicina Estetica lavora per una reale e idonea sinergia fra Medicina Estetica ed Odontoiatria, che in realtà è ben rodata e consolidata tra i professionisti che rispettano il proprio ambito di competenza».
Vogliono che il Medico continui a occuparsi di Medicina Estetica e l’Odontoiatra di cura e riabilitazione odontoiatrica. Auspicano, dunque, «una rinnovata sinergia tra i due ambiti, senza continui tentativi di estensione delle competenze odontoiatriche nell’ambito della Medicina Estetica».
Decreto Bollette: «Risultato storico»
L’elenco provinciale dei medici estetici è stato istituito dall’Ordine l’8 agosto dello scorso anno. Tra gli appena sedici iscritti figura anche il dottor Peter Giansanti, Medico di medicina generale ed estetica. È altresì membro del Consiglio direttivo dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Se la Medicina Estetica alza la fronte, l’Odontoiatria non può che ridere sotto i baffi. A livello nazionale, tra gli altri, ha esultato il presidente dell’Andi (Associazione dentisti) Carlo Ghirlanda: «Si tratta di un risultato storico. Ringraziamo il Governo e i gruppi parlamentari delle forze di maggioranza per avere ascoltato e capito i motivi alla base di queste richieste».
Si ringrazia il Governo Meloni per l’abolizione dell’obbligo di specializzazione per la partecipazione ai concorsi, come per la rimozione dell’ostacolo alle attività cliniche per chi ha conseguito la doppia laurea in Medicina e Odontoiatria. Finora potevano essere iscritti a uno solo dei due albi. Ma si accoglie più che favorevolmente anche la terza gradita novità.
«Tranquilli, cura di sorriso e volto»
«È riconosciuta l’unità anatomo funzionale della faccia, finalmente considerata come unico apparato non più distinto in tre singoli distretti topografici – attesta il presidente Ghirlanda – con il contemporaneo superamento degli attuali limiti di intervento stabiliti per gli odontoiatri nelle terapie sui tessuti del viso. Infine si corregge l’anacronistico ostacolo alle attività cliniche di coloro i quali hanno conseguito una doppia laurea».
Anche il dottor Marco Canegallo, presidente della Commissione Albo provinciale odontoiatri di Frosinone, commenta a riguardo: «Penso che ormai sia chiaro, come ribadito dal Ministero della Salute – fa presente – che gli odontoiatri sono medici avendo frequentato la Facoltà di Medicina e Chirurgia, corso di laurea in Odontoiatria».
Poi spiega: «Hanno una conoscenza eccellente dell’anatomia della testa, ambito in cui comunque è limitato il loro intervento di medicina estetica. Si occupano di tutte le patologie della bocca e della relazione che hanno con altre patologie sistemiche: diabete, ipercolesterolemia, malattie cardiache e tante altre». I “dentisti” di oggi, a detta sua, «si occupano del sorriso e dell’estetica del volto fortemente in relazione con il sorriso – conclude -. Spegnerei pertanto qualsiasi forma di polemica ben rasserenando i medici estetici: gli odontoiatri si limiteranno alla cura estetica del sorriso e del volto».
«Più di una linea orizzontale sul volto»
Chiamata in causa in materia, interviene anche la dottoressa Rosamaria Marino. È al secondo mandato come presidente della sezione provinciale dell’Aio (Associazione italiana odontoiatri), nonché specialista in ortognatodonzia: anomalie di denti e ossa mascellari.
«La conversione in legge del decreto Bollette consente finalmente anche a laureati in Odontoiatria di esercitare le altre attività di medicina estetica non invasiva o micro-invasiva – così la dottoressa Marino -. La professione di medico odontoiatra va difesa e le nostre competenze non necessitano di limiti definiti da un mansionario».
«Tutte le terapie connesse con l’apparato stomatognatico, fisiche, farmacologiche, chirurgiche non ci sono assolutamente precluse e il concentrare le nostre attività mediche ad una sterile linea orizzontale sul volto del paziente è limitante – aggiunge in conclusione -. Nell’esercizio professionale odontoiatrico le vere limitazioni sono legate alle competenze possedute e chi esercita conosce bene, il più delle volte, i propri limiti e quindi affronta soluzioni terapeutiche a lui congeniali».
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