Corsi e ricorsi di fallimenti storici: da Renzi al posto di Letta al Conte bis

L’ex rottamatore fu scelto da Giorgio Napolitanto per frenare l’avanzata dei Cinque Stelle. Che infatti “sfondarono” e arrivarono al Governo. L’incarico bis al professore pugliese doveva servire a ridimensionare Salvini. Il quale infatti sta avanzando come Alessandro Magno.

Quando l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano acconsentì al cambio della guardia a Palazzo Chigi, tra Enrico Letta e Matteo Renzi, lo fece sostanzialmente per due motivi. Il primo era quello di frenare, proprio attraverso Renzi, l’avanzata del Movimento Cinque Stelle. Il secondo invece era economico, vale a dire mettere in moto la ripresa in Italia.

Matteo Renzi

Nel breve periodo le risposte arrivarono, soprattutto alle Europee, con il Pd oltre il 40%. Poi però venne la lunga stagione del referendum costituzionale, finita con una sconfitta durissima dell’ex Rottamatore, costretto a rassegnare le dimissioni. Ma quella stagione fu fallimentare sul piano politico perché entrambi gli obiettivi che dovevano essere raggiunti si rivelarono dei fallimenti storici. I Cinque Stelle continuarono ad avanzare, conquistando Roma e Torino prima di rivelarsi come primo Partito (33%) alle politiche del 4 marzo 2018. La ripresa economica rimase lontana anni luce.

Nell’agosto 2019, cioè qualche mese fa, la crisi innescata da Matteo Salvini, si è risolta con l’innaturale alleanza giallorossa e con uno schema insostenibile: lo stesso premier, Giuseppe Conte, del precedente esecutivo gialloverde, il sostegno al Governo dei due leader che in questi anni si sono insultati come nessuno mai prima, cioè Matteo Renzi e Beppe Grillo.

Nicola Zingaretti

Non solo: sulla posizione di Renzi, Nicola Zingaretti ha portato tutto il Pd. E ci sono anche i Liberi e Uguali di Pierluigi Bersani, Roberto Speranza e Massimo D’Alema. Un Governo che ha avuto il via libera del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Le ragioni che hanno portato a questo erano due: evitare di consegnare il Paese alla Destra guidata da Matteo Salvini e scongiurare l’aumento dell’Iva e uno scenario economico da incubo. Attraverso una finanziaria di prospettiva e di coraggio. A distanza di poco più di due mesi i risultati dicono altro. Intanto dicono che la Destra e Matteo Salvini sono più forti che mai. E poi che la manovra economica, senza un obiettivo capace di colpire e far sognare gli elettori, mette in risalto la serie di mini-tasse con cui pareggiare i conti lasciati aperti dal governo Lega-M5S, così viene percepita come l’ennesima stangata per gli italiani.

Corsi e ricorsi storici: il fallimento di Renzi qualche anno fa, quello del Governo Conte bis adesso. A dimostrazione che a volte è preferibile rivolgersi al popolo sovrano piuttosto che avventurarsi in alchimie che alla fine si rivelano dei boomerang. A quanto arriverà Matteo Salvini prima che si voti per le politiche? Che percentuale raggiungerà?