Il duro destino degli uscenti del Pd

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Le elezioni politiche ed il duro destino degli uscenti del Partito Democratico: spediti nelle retrovie del fronte. Senza blindatura

Dei cinque parlamentari uscenti della provincia di Frosinone soltanto uno, Luca Frusone (Movimento Cinque Stelle) ha la garanzia di rielezione. Capolista dei pentastellati del collegio plurinominale proporzionale di Frosinone-Latina, Frusone deve limitarsi a contare voti e percentuali di quello che tutti i sondaggi considerano oggi il primo partito italiano. Segno del suo peso politico all’interno del Movimento.

 

Marino Mastrangeli non si è ricandidato: la volta scorsa fu eletto senatore con i Cinque Stelle, poi uscì subito dal Movimento e aderì al Gruppo Misto. Fu uno dei primi “ribelli”, pagando il no di Beppe Grillo alla partecipazione dei parlamentari alle trasmissioni televisive. Se la regola fosse applicata oggi i Cinque Stelle… non avrebbero un gruppo parlamentare.

 

Ma quello che stupisce (negativamente) di più è il trattamento che hanno ricevuto i parlamentari del Pd. Perché la loro azione alla Camera e al Senato non è stata presa in considerazione. Hanno dovuto cedere il passo davanti alle logiche correntizie e di blindatura dei big di prima e seconda fascia.

 

Prendiamo il senatore Francesco Scalia: è stato protagonista di diversi disegni di legge, specialmente in materia economica. È stato lui a spianare la strada degli investimenti inglesi sull’area industriale di Anagni, giungendo così alla resurrezione dell’ex Ceramiche Marazzi ed al salvataggio di Ideal Standard. Ha effettuato moltissime missioni all’estero, anche per controllare il voto in altri Paesi. Lo stesso Matteo Renzi, oltre che il ministro Luca Lotti, lo ha pubblicamente lodato. Terzo nel listino proporzionale di un collegio senatoriale che comprende, fra gli altri territori, Viterbo. Ha davanti Bruno Astorre e Monica Cirinnà. Non sarà facile.

 

Nazzareno Pilozzi, nella complessa e decisiva partita dell’approvazione della nuova legge elettorale (il Rosatellum), ha presidiato aula e commissioni. Quasi fosse una guardia rossa nordcoreana. Vicinissimo al sottosegretario Maria Elena Boschi, non si è fermato un attimo. Quarto in collegio proporzionale di Roma Est.

 

Alla senatrice Maria Spilabotte è stata affidata una sorta di mission impossibile: candidata nel collegio maggioritario del Senato di Frosinone, quello che tutti i sondaggi danno per superblindato per il centrodestra, che candida Massimo Ruspandini. Poi terzo posto nel proporzionale, dietro Monica Cirinnà e Claudio Moscardelli.

 

Nessuno ha un posto blindato. Eppure tutti e tre hanno lavorato molto e bene nei rispettivi emicicli. Eppure tutti e tre sono renziani. Non è bastato. Forse è anche per questo che il Pd rischia di scendere sotto quota Bersani, il 25% della non vittoria del 2013. Magari si inventeranno la formula della non sconfitta.