I 43 giorni delle strisce

Via alla nuova Isola pedonale. Ci sono voluti 43 giorni per dipingere la segnaletica orizzontale nel centro storico di Latina, un lavoro che doveva finire il 1° aprile ma è terminato solo il 13 maggio. Le operazioni sono state complicate da continui cambiamenti per rispettare il Codice della Strada. Oggi il via. Con le prime multe

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Quarantatré giorni. Tanto c’è voluto per dipingere – correttamente – le strisce e la segnaletica orizzontale nell’isola pedonale del centro storico di Latina. Che già così, fa sorridere. Doveva essere pronta per il 1 aprile: ma quello si sa, è il giorno del pesce. E si è finiti al 13 maggio. 

Da oggi ha riaperto al traffico la parte di isola pedonale in piazza del Popolo, quella davanti all’Intendenza di Finanza. I mezzi provenienti da corso Matteotti possono proseguire dritti in piazza e infilarsi poi a sinistra verso via Diaz. E sia in piazza che nella via troveranno una trentina di comodi parcheggi freschi freschi. Gratuiti, ma a disco orario di un’ora. E per evitare caos, per le prime ore l’area sarà pattugliata dalla Polizia locale.

Che ha elevato le prime due contravvenzioni. Se le sono aggiudicate i possessori delle due auto lasciate in sosta vietata all’imbocco del tratto davanti al Circolo Cittadino. Doveva essere libero per il transito delle auto sulla parte della piazza davanti all’Intendenza di Finanza.

Un mese e mezzo per le strisce

La Polizia Locale in azione

Ora, lungi dal voler rientrare ancora una volta nella diatriba “isola-sì, isola-no, pista ciclabille-sì, pista ciclabile-no“, un dato è certo: al Comune di Latina sono serviti non sette, non quattordici, ma 43 giorni per dipingere in modo corretto, ovvero secondo Codice della strada, la segnaletica orizzontale.

L’annuncio della volontà della maggioranza dell’amministrazione comunale era venuto alcune settimane prima, a metà marzo. Decidendo: riapriamo al traffico una parte dell’isola e cancelliamo l’anello ciclabile del centro storico (che qualcuno in maggioranza aveva scherzosamente soprannominato “l’anello del criceto che gira su se stesso“).

Ma qualcuno aveva fatto i conti senza l’oste. Ovvero, il Codice della strada. 

I problemi

In primo luogo, veniva cancellata la parte di anello ciclabile del centro storico che da corso Matteotti faceva un pezzo di piazza del Popolo davanti al Circolo cittadino e svoltava poi in corso della Repubblica. Ma i tecnici hanno decretato: così diventa pericolosa. Da corso Matteotti dobbiamo farla proseguire dritta in piazza del Popolo davanti l’Intendenza di Finanza.

Ci sono poi gli stalli auto: non erano stati considerati quelli per carico e scarico merci, quelli “rosa” per donne in stato di gravidanza e altri. Così, a metà aprile, l’ordinanza di fine marzo che istituiva quella riapertura al traffico la si è dovuta correggere.

Ma i problemi non erano ancora finiti. Ci si sono messe di mezzo le strisce, con episodi a volte al limite del ridicolo: strisce pedonali disegnate sui simboli della pista ciclabile; l’assenza di una fascia di rispetto tra gli stalli auto e la pista stessa; gli stalli messi contromano e troppo lunghi; l’assenza di una indicazione di precedenza tra via Diaz e via Carducci. 

Così, ogni settimana, si è rimessa mano alle strisce: dipingi e cancella, dipingi e cancella, roba che manco la fabbrica di San Pietro. Tanto tra altri due o tre mesi si toglie la pista in tutto il centro e si ricomincia da capo. Per non parlare del fatto che pure la segnaletica verticale, ovvero i cartelli, erano troppo “invasivi”, e ci si è resi conto dopo che, in caso di eventi, sarebbero finiti proprio in mezzo alla visuale verso l’eventuale palco dello spettacolo: andavano spostati. 

Un Ufficio per le Complicazioni delle Cose Semplici, si direbbe. D’altronde, per una situazione che sarebbe dovuta partire il 1 aprile, c’era forse da aspettarselo.