Da Fini a Casini, da Alfano a Fitto. Ma pure chi è uscito dal partito non ha fatto tanta strada. Adesso tra i possibili eredi spunta Urbano Cairo, che però frena. Intanto Giovanni Toti non si fida più e prepara lo strappo finale.
Negli ultimi venticinque anni tutti gli uomini politici di centrodestra che sono stati individuati come possibili “delfini” di Silvio Berlusconi hanno conosciuto parabole politiche in picchiata.
Dall’ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini all’ultimo democristiano (oggi parlamentare del Pd) Pierferdinando Casini. Dall’ex enfant prodige Angelino Alfano a Raffaele Fitto. Appena qualche settimana fa Berlusconi ha lanciato l’idea di primarie in Forza Italia per scegliere il suo erede. Individuando in Giovanni Toti e Mara Carfagna i possibili pretendenti alla… corona. Poi però ha subito annunciato la sua candidatura anche Mariastella Gelmini, è tornato in scena Antonio Tajani e via di questo passo.
E’ di poche ore fa la frase di Urbano Cairo, patron di La7, presidente del Torino e molto altro ancora. Alla domanda se potesse essere lui il delfino di Berlusconi, Urbano Cairo ha risposto: “In questo momento è no, però… Mai dire mai”.
Non sappiamo se e quali gesti scaramantici Cairo abbia fatto senza farsi notare oppure quando era lontano dai riflettori. Urbano Cairo conosce benissimo Sua Emittenza e sa perfettamente che nessun aspirante delfino diventerà mai leader di Forza Italia. Perché Berlusconi ha un solo erede in mente: Silvio Berlusconi. Non riesce ad immaginare un futuro dopo di lui, non ritiene nessuno alla sua altezza, pretende (con l’8%) di dettare la linea alla Lega di Matteo Salvini (34%). E se dopo 25 anni si parla ancora di chi sarà il successore, è chiaro a tutti che in tutto questo tempo non c’è stata alcuna operazione da parte di Berlusconi per far crescere davvero una classe dirigente in grado di governare il partito dopo di lui.
Giovanni Toti questo lo ha capito perfettamente e sa che Silvio Berlusconi, dopo essersi rifugiato in calcio d’angolo, cercherà di arrivare al punto fatidico: “per non spaccare il Partito mi sacrificherò di nuovo io”.
Toti farà un suo movimento, L’Italia in Crescita. Ha guardato i sondaggi e ha visto che il suo gradimento è sceso da quando la prospettiva è stata quella di restare in Forza Italia. Ma perché per rilanciare un Partito invece di aprire le primarie alla gente (come chiede Toti) si vogliono riservare le stesse soltanto agli iscritti (come vuole Berlusconi)?
Forza Italia è sotto il 10% ed è ormai il quarto partito italiano, tallonato peraltro da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
I delfini di Berlusconi fanno una brutta fine politica. Finiscono nell’acquario. Quelli che sono andati via pure fino a questo punto. Ma Giovanni Toti è convinto di poter invertire la tendenza.