Il calcio libero (ma organizzato) di Di Francesco

A poche ore dall’esordio contro il Napoli, il tecnico del Frosinone ha confessato emozioni e pensieri ai microfoni di Dazn. “Meglio una partenza più morbida ma ben vengano i campioni d’Italia – ha detto l’allenatore – Condizione fisica ed aggressività le nostre armi. Diventare nonno mi ha reso un uomo migliore. Ho parlato con Stellone prima di accettare la panchina”.

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Cita il libro “Lascia il passato nel passato” (“Dobbiamo ripartire da zero”), ammette di sentirsi un uomo migliore dopo essere diventato nonno (“I miei nipoti mi hanno restituito entusiasmo”), predica un calcio libero (“Ma organizzato”), avrebbe preferito un debutto più morbido (“Ben venga il Napoli comunque”) e svela le armi che dovrà sfoderare il Frosinone (“Condizione fisica e aggressività”). Nella settimana dell’esordio contro il Napoli, il neo tecnico del Frosinone Eusebio Di Francesco ha confidato le sue emozioni ai microfoni di Dazn. Chiamato per il post-Grosso, l’allenatore abruzzese cerca il rilancio che passerà necessariamente dall’eventuale miracolo-salvezza.

Un’intervista asciutta quanto interessante durante la quale sono emersi particolari inediti come il colloquio avuto con Roberto Stellone prima di accettare la panchina giallazzurra. Quasi 6 minuti (5’, 48” per la precisione) per raccontare il suo primo mese a Frosinone e le sensazioni in vista dell’inizio del campionato. Sempre sorridente, essenziale, motivato, Di Francesco sembra che si sia calato nel migliore dei modi nella nuova realtà. E non a caso il teatro dell’intervista è stato lo stadio “Stirpe” che lo accompagnerà in un’avventura difficile ma quanto mai affascinante.

Un “supernonno” in panchina

Roberto Stellone, ex tecnico del Frosinone

Di Francesco ridadisce di aver scelto Frosinone per il contesto, la serietà della società e la presenza del direttore Guido Angelozzi. “Con lui ho avuto sempre un grande rapporto sia da tecnico che da calciatore”, puntualizza Di Francesco. “Inoltre ho parlato con Roberto Stellone (il tecnico della doppia promozione dalla Lega Pro alla Serie A ndr) per capire l’ambiente – il particolare inedito – Ciò mi ha convinto al di là di qualsiasi altro aspetto. Mi interessava ripartire in un contesto dove potevo essere me stesso”.

L’autogol di Canestrelli che ha deciso la sfida di Coppa Italia Frosinone-Pisa

Lo stop forzato (ultima panchina a Verona il 13 settembre 2021) non è stato facile da sopportare. Ha ammesso di aver perso il sorriso. “Mi mancava il campo e l’ho confidato ai miei collaboratori più stretti – sostiene – Appena rientrato, già al primo allenamento, mi sono sentito a casa. A mio agio”. Oggi si sente un uomo migliore grazie ai 3 nipoti (un quarto in arrivo). “Sono diventato nonno e nel periodo in cui sono stato fermo i miei nipoti mi hanno restituito l’entusiasmo di tornare a casa e giocare con loro”, confessa candidamente.

Calcio libero ma organizzato

Eusebio Di Francesco

A poche ore dal debutto, Eusebio Di Francesco traccia un bilancio della sua esperienza a Frosinone. “Sono contento di questo primo mese – osserva “DiFra” – Ho un gruppo di ragazzi che hanno entusiasmo, vogliono mettersi in mostra ed essere competitivi anche in Serie A. La rosa è incompleta ma sono soddisfatto dei giocatori a disposizione”.  Alla squadra ha citato il libro “Lasciare il passato nel passato” di Francine Shapiro”. “Spesso ci ancoriamo alle cose positive e negative ed invece penso che vadano messe da parte. Dobbiamo ripartire da zero”, ha aggiunto.

Capitan Mazzitelli

Il sorriso ritrovato, il coraggio ed il calcio libero. Sono i valori che vuole trasmettere al suo Frosinone. “La gioia, il divertimento, il coraggio ed appunto il sorriso sono la base – ha proseguito – Quel sorriso che ho perso nell’ultimo periodo e quindi per prima cosa ho cercato di ritrovarlo insieme al piacere di allenare i ragazzi. Il calcio libero ma in un contesto organizzato. Il mio compito è d’insegnare come, quando e dove sentirsi liberi”. Insomma i valori umani prima di tutto. “Sono fondamentali al di là dei ruoli nella vita e nel calcio per raggiungere risultati importanti. Ed io devo portarli avanti nello spogliatoio”, ha chiosato.

Aggressività e condizione fisica

Luciano Spalletti

Non ha fatto solo il nonno in questi 2 anni. “Dico sempre ai miei giocatori d’imparare dai più bravi e così ho fatto anch’io – ha raccontato – Bisogna prendere spunti e rubare qualcosa di positivo. Ma senza fare copia incolla: ognuno deve rimanere se stesso. Ho seguito Aurelio Andreazzoli all’Empoli dove giocava anche mio figlio e poi sono stato da Luciano Spalletti con il quale ho un rapporto di lunga data. Da lui ho cercato di capire la gestione della squadra, a Napoli è stato bravissimo a dare serenità e gioia di giocare al calcio”.

Di Francesco al lavoro in campo

Dulcis in un fundo il Napoli. “Una partenza più morbida sarebbe stata meglio – ha ammesso – Ma ben venga anche il Napoli. Il Frosinone non potrà prescindere da una condizione fisica eccellente che potrà alcune volte sopperire al gap tecnico. E poi dovremo essere tanto aggressivi anche se non so fino a quando. Ma non possiamo fare altrimenti. Comunque daremo filo da torcere e poi sarà il campo a dare il suo responso che bisognerà sempre accettare”.