Il gioco della passatella a Frosinone: chi è ‘padrone’ e chi ‘sotto’

Le elezioni Provinciali di dicembre come il gioco della Passatella per Frosinone. Che nel dubbio se giocare da 'padrone' o da 'sotto' vede la concreta possibilità di finire 'olmo'. Cioè senza suoi Consiglieri in Provincia.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Le elezioni Provinciali di dicembre potevano essere l’occasione per confermare la centralità di Frosinone nelle dinamiche politiche del territorio. Non solo per il fattore del voto ponderato: il capoluogo e Cassino sono gli unici due centri ciociari con oltre 30mila abitanti ed il loro voto pesa in maniera determinante. Ma soprattutto per il peso specifico.

Come si fa ad incidere su determinate tematiche senza essere protagonisti del dibattito? Sotto questo aspetto Frosinone deve ancora capire bene quale ruolo vuole recitare. O forse sarebbe più corretto dire “quale ruolo i Partiti gli consentono di recitare”.

Frosinone, spettatore non pagante

Il municipio di Frosinone

I numeri, sulla carta, dicono che il Comune di Frosinone ha le potenzialità di portare a palazzo Iacobucci 3 consiglieri: 2 di maggioranza ed 1 di opposizione. Questo però può accadere solo in virtù di un accordo blindato tra Partiti e gruppi consiliari: un patto per far votare in blocco i consiglieri che si è deciso a tavolino di far eleggere. Potenzialità già manifestate in altre elezioni Provinciali del passato. A destra come a sinistra degli schieramenti. Invece da qualche anno (questa sarebbe la seconda volta) il Capoluogo si limita a fare da spettatore non pagante, senza alcuna strategia di gioco di squadra tra le forze politiche di centrodestra che governano la Città.

Ma anche a Sinistra non sembra che le cose stiano diversamente. Anzi, il quadro è ancor più frammentato. Consentendo così che il Consiglio comunale del capoluogo diventi la riserva di caccia di voti per altri  candidati, che i Partiti hanno deciso di far eleggere alla Provincia.

Senza candidature blindate e condivise da tutti a Frosinone, per le liste civiche sarà veramente “tana libera tutti”. Con tutti gli effetti potenziali futuri, anche sull’amministrazione Mastrangeli. Perché lo scenario che si sta delineando nella composizione delle liste per le Provinciali, appare proprio questo. Sia nella maggioranza che nell’opposizione.

Eccezioni poco quotate

Sergio Crescenzi

Eccezion fatta per la candidatura di Armando Papetti eletto in minoranza con la civica dell’ex sindaco Domenico Marzi. Sarà alle Provinciali nella lista di Luigi Vacana. Ed eccezione pure per il Consigliere di maggioranza Sergio Crescenzi che sarà nella lista di Fdi che è anche il suo gruppo consiliare in Comune. Quante possibilità hanno di essere eletti?

Papetti si candiderà in una civica totalmente sganciata dal Pd che almeno in teoria potrebbe eleggere un solo Consigliere provinciale. E tutti gli indizi portano a Vacana. Il discorso per Crescenzi invece è diverso. FdI punta ad eleggere tre o forse addirittura quattro Consiglieri alla Provincia. Crescenzi potrebbe inserirsi nella strategia “di attacco” del Partito, che vede come elementi di punta i Sindaci di Ceccano Roberto Caligiore e Supino Lucio Fiordalisio. Gli spazi per Crescenzi ci sarebbero. Ma deve poter contare, per giocarsela, su tutti quattro voti del proprio Gruppo consiliare.

C’è poi una variabile impazzita che rischia di azzerare il totalizzatore con i pronostici. La variabile è data dalla fascia dei Piccoli Comuni: spesso amministrati da realtà civiche, in questi anni di dissoluzione dei Partiti e della loro organizzazione territoriale hanno perso il radicamento politico. Sono voti il larga parte volatili e propensi a spostarsi verso il fronte capace di assicurare attenzioni amministrative al loro Comune. Ed in questo periodo i grandi centri decisionali sono nelle mani del centrodestra: dalla Regione alla Saf.

È questo a rendere poco attendibile la proiezione che vorrebbe sui 12 Consiglieri Provinciali che verranno eletti, una ripartizione con al Pd 4 Consiglieri eletti, FdI 3, Lega 2, FI 1, Lista Vacana 1, l’ultimo seggio disponibile se lo giocheranno…i resti.

Perché voi no

Anselmo Pizzutelli (Foto: Massimo Scaccia)

Ma perché questa decisione a Frosinone di non puntare su Consiglieri Comunali eletti sicuramente in Provincia, con un accordo blindato? Principalmente, per non creare situazioni di conflittualità potenziali, che potrebbero avere riflessi sull’amministrazione. Meglio evitare problemi ulteriori mettendo altra carne a cuocere, oltre al fuoco già alimentato dai vari Anselmo Pizzutelli, Giovanni Bortone, Maria Antonietta Mirabella. Ed altri ancora che, per il momento non parlano. Si limitano solo a non partecipare alle riunioni di maggioranza. (Leggi qui: L’ora della tregua è lontana per Mastrangeli).

Riflessi che però, dopo le provinciali, ci saranno lo stesso, inevitabilmente. La vigile attesa del sindaco Riccardo Mastrangeli sul tema delle liste, gli scontenti li ha determinati già. Perché è chiaro a tutti che la civica del Vice Sindaco Antonio Scaccia si aspettava la candidatura, appoggiata anche dalla Lega, della Consigliera Francesca Chiappini, la prima degli eletti nel capoluogo. Ma così probabilmente non sarà.

Proprio tra la Lega e la lista di Scaccia si era creato, nel corso degli ultimi tempi, una sorta di patto federativo, anche se non ufficiale. Negli ultimi anni la civica fondata dall’indimenticato Gennarino Scaccia ha sempre riversato le sue preferenze civiche sui candidarti espressi dalla Lega alle varie elzioni politiche. Patto che, venuta meno la candidatura della Chiappini, di fatto non esiste più e consente alla lista Scaccia di avere le mani libere. E di interloquire, in vista delle Provinciali e le Europee del prossimo anno, sia con Forza Italia che con FdI.

Qualora l’interlocuzione con il partito della Meloni dovesse concretizzarsi in qualcosa di più, allora i futuri scenari politici a Frosinone potrebbero essere veramente imprevedibili nel centrodestra.

Sul fronte del centrosinistra

Angelo Pizzutelli

Discorso speculare nel centrosinistra. Angelo Pizzutelli si aspettava, o forse si aspetta ancora dal suo Partito, la candidatura blindata alle Provinciali, non fosse altro per le centinaia di voti che ha sempre portato in dote al Partito Democratico. La realtà dei fatti è che una blindatura oggi non può essere garantita. A nessuno. Proprio per quel concetto di volatilità del voto di cui sopra.

Il problema non è se Angelo Pizzutelli meriti o meno l’elezione. Per lui parlano i tanti passi indietro che in questi anni gli è stato chiesto di fare nel nome dell’unità del centrosinistra. Rinunciando anche alla sua aspirazione a candidarsi come sindaco del Non ultima quella di candidato sindaco del Capoluogo. Il problema è che in questa fase non c’è la certezza di poter blindare nemmeno un Angelo Pizzutelli.

Anche per lui, forse la candidatura alla provincia sfumerà. O meglio lui deciderà di non candidarsi senza la garanzia della elezione. Anche in questo caso i riflessi politici futuri all’interno del Pd e nel centrosinistra in generale non sono valutabili allo stato. Ecco perché anche l’opposizione, come la maggioranza, ha scelto di non puntare su unico nome condiviso da portare in Provincia. Lasciando ad altri candidati di altri comuni, la possibilità di essere eletti, anche con i voti del Consiglio Comunale di Frosinone che hanno un valore ponderato enorme.

Così come nel gioco della “Passatella“, che ancora si vede praticare (per fortuna) in qualche bar di campagna in Ciociaria. Frosinone da padrone, rischia di diventare sotto. Se non addirittura olmo.