La guerra di dipendenza combattuta da Cassino

Un post su Facebook solleva la confusione politica a Cassino, tra scontenti e accuse di mancato sostegno. La lotta per l'indipendenza politica diventa lotta per la dipendenza da qualcuno, nella speranza di condizionare la scelta del candidato sindaco di centrodestra.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

A sollevare il coperchio è un post affidato a Facebook. Rivela il contenuto politico di una pentola dentro la quale bolle ancora la confusione che nei mesi scorsi ha obbligato Fratelli d’Italia a spedire il suo dirigente Fabio Tagliaferri a Cassino commissariando tutto.

Confusione. E gioco delle Tre Carte. Quello nel quale se ne mettono sul tavolo tre coperte spostandole con rapidità, dando all’avversario l’illusione di sapere con facilità quale sia delle tre la carta vincente. Il gioco va avanti fino a quando il croupier è abile e di fronte a lui c’è chi gli crede. A Cassino però il dirigente FdI Gabriele Picano ha girato le carte che lui stesso aveva dato. E c’è chi si è sentito preso in giro.

Il post su Facebook

Tutto nasce dalle elezioni Provinciali della settimana scorsa. Venerdì mattina tutti i candidati erano convinti di dover affrontare una banale passeggiata con unico avversario il freddo. Già venerdì sera all’inizio dello spoglio la metà aveva capito. L’altra metà lo ha capito dopo. E solo in 12 hanno festeggiato. (Leggi qui: Provinciali: eletto il nuovo Consiglio, ecco chi entra. E come.).

Il segreto dell’urna è una pia illusione che resiste solo davanti a quelli che non sanno analizzare il voto. Chi lo sa leggere sa che i numeri hanno la coda. E li rimette al loro posto. Dopotutto si decifrano anche le votazioni dei Conclavi, in cui il solo parlarne implica la scomunica ipso facto.

Seguendo quei numeri è chiaro che qualcosa dal Cassinate è mancato ad Antonio Cardillo e qualcosa dalla stessa area è andata al consigliere comunale di Frosinone Sergio Crescenzi. Tutto all’interno della lista dei Fratelli d’Italia. E di una logica politica che ha un senso. (Leggi qui: FdI – Lega, fine gara mai).

L’avvocato Gabriele Picano si sente in dovere di fare chiarezza. E su Facebook scrive: “Il sottoscritto ha sostenuto a testa alta, chiara ed inequivocabile il consigliere Antonio Cardillo mettendogli a disposizione i miei quadri che da tanti anni mi sostengono. In queste ore alcuni organi di stampa vogliono mistificare la realtà creando fratture. Le presunte defezioni hanno nomi e cognomi”.

Potevi risparmiartela

Sergio Crescenzi

Lineare. Opportuno. Tempestivo. Se non fosse che invece di una partita elettorale si finisce con l’avere il dubbio di trovarsi davanti ad una partita del Gioco delle Tre Carte. A sollevare il dubbio è il consigliere comunale di Frosinone Sergio Crescenzi. Scrive sotto il post dell’avvocato Picano e commenta, mettendo a sua volta in chiaro che quei voti erano stati promessi a lui.Questa potevi risparmiartela. Hai sostenuto Cardillo dopo che mi hai voluto in lista assicurandomi il sostegno. Nemmeno i voti di Bevilacqua e Tomaselli, che mi avevi dato per certi, mi sono arrivati. Anche tua moglie è testimone della mia serietà e di parola. Cosa che non ho ricevuto io”.

Non serve un esegeta per tradurre. C’è stato un impegno preso. Una parola data. Una testimone oculare della dazione (della parola, sia ben chiaro). E ci sono i voti che Crescenzi non ha avuto, Picano conferma di non avere dato, Cardillo però non ha ricevuto.

La guerra di dipendenza

Non è una scaramuccia di retrovia. È la lampante spiegazione del motivo per cui Fratelli d’Italia ha dovuto commissariare Cassino. Scomodando uno come Fabio Tagliaferri.

Perché quella in atto è una sorta di guerra d’indipendenza al contrario. Per paradosso, andrebbe chiamata Guerra di Dipendenza. In cui tutti rivendicano la propria autonomia su Cassino. Con una speranza poco segreta: tentare di influenzare il più possibile la scelta del candidato a sindaco di centrodestra da contrapporre al Dem uscente Enzo Salera.

Ed ecco da dove nascono gli accordi messi in campo durante queste ultime elezioni Provinciali. Fino alla settimana scorsa Cassino rivendicava la territorialità e la volontà di eleggere esponenti legati al cassinate contro il “nord” acchiappatutto, cioè l’area dell’onorevole Massimo Ruspandini che al recente Congresso ha espresso oltre l’80%. Ora invece le ambizioni personali avanzano su tutto. E da guerra di indipendenza ci si ritrova in quella di dipendenza: dividere i voti per giocare più partite, accontentare tutti e tenere la fiche su numeri diversi. In modo da poter avere peso con tutti per poter indicare il candidato sindaco. Il risultato è stato quello di perdere su tutti i fronti. Spieghiamola meglio.

Più partite in una

I numeri dicono che se da Cassino avessero votato come sostiene Gabriele Picano a quest’ora Antonio Cardillo sarebbe Consigliere provinciale. Le evidenze dicono che i voti sono mancati.

Su Cardillo si possono assegnare i voti di Michelina Brevilacqua, Tommaselli, 1 di Monte San Giovanni Campano e 3 di Cervaro. Nel conto ipotetico c’era quello espresso da Franco Evangelista. Che notoriamente però vola alto per contare qualcosa nel basso. In pratica: ha votato chi gli ha dato la prospettiva di poter fare tranquillamente quello che gli dice la testa al di là delle discipline di Partito. Negli anni scorsi prese la tessera e poi reclamò il diritto di dettare la linea, chiese il ruolo di Portavoce e ci rimase male quando gli spiegarono che in FdI esistono i Congressi e sono loro a scegliere. L’analisi dei flussi dice che con ogni probabilità il suo voto è rimasto in FdI ma è andato ad Alessandro Cardinali.

Stando a quanto sostiene Crescenzi c’era un impegno di Picano a sostenere lui, sollecitato anche dal commissario di Cassino Fabio Tagliaferri. Alcuni analisti attribuiscono un voto a Massimo Ruspandini per contribuire ad eleggere il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore ma in questo caso i conti non quadrano; perché Caligiore ha preso gli 11 voti di Ceccano, quello di Mauro Vicano a Frosinone, 2 a Monte San Giovanni Campano, 1 ad Anagni ed 1 a Pontecorvo. Più comprensibile invece che la divisione con Crescenzi che è da sempre in sintonia con Picano. E che la componente possa essersi divisa. Quanto spontaneamente resta un mistero.

Risultato. Antonio Cardillo, il suo candidato alle scorse Provinciali è rimasto fuori per una manciata di voti, Sergio Crescenzi legge su Facebook come non si stata mantenuta la parola data davanti alla testimone oculare. In pratica: due scontenti con una mossa sola.

Ora. Prendendo per buono il post dell’avvocato Picano: ma alla fine questi voti a chi saranno andati visto che né Cardillo e né Crescenzi (in parte) se li ritrovano?