La ricetta Frosinone per vincere le elezioni a Cassino

C'è un elemento che ha consentito al centrodestra di strappare al centrosinistra il Comune di Frosinone. Dopo l'incontro di ieri sera con i Civici, Fabio Tagliaferri sta valutando se la mossa sia replicabile a Cassino 2024

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

La salita inizia adesso. Per il centrodestra che si prepara alle elezioni Comunali di Cassino i veri nodi al pettine sono quelli che si sono proposti nella serata di ieri durante il vertice riunito all’Hotel Rocca. È quello che ha messo per la prima volta di fronte il commissario di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri ed i Civici che stanno all’opposizione del sindaco Enzo Salera.

Sul fronte della forma: sorrisi, pacche sulle spalle e foto sotto i riflettori. Sul fronte della sostanza: solo una parte è disposta a convergere sulla linea tracciata da Tagliaferri. Mentre gli altri restano ancorati sulle loro posizioni e non intendono schiodarsi.

La sintesi della riunione

Fabio Tagliaferri

I Partiti  si compattano, i civici vanno in ordine sparso: questa la sintesi politica a margine del primo incontro tra la coalizione di centrodestra e le forze della società civile. Fino a pochi giorni fa sembravano tutte unite e compatte intorno al progetto delle Primarie, tenevano i Partiti confinati un passo indietro: per creare un campo più largo possibile, capace di arrivare fino ai delusi del Pd e del centrosinistra. Per poterli aggregare e coinvolgere in un patto che aggregasse tutti gli anti sindaco Salera. Cosa che sarebbe stata ben più complessa con la presenza delle bandiere di Partito.

Ma le prime defaillances sono arrivate proprio dal fronte civico che guarda a sinistra. L’attivista “No Acea Renato De Sanctis ha fatto notare come la convocazione del tavolo fatta dal commissario del circolo locale di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri abbia segnato un chiaro spartiacque. Perché da questo momento in poi non si tratta più di un progetto civico ma di una coalizione di centrodestra. In cui De Sanctis teme che i civici rischino di essere marginali e ininfluenti. Ha quindi salutato il comitato e ha declinato l’invito di Tagliaferri.

A marcare visita è stato anche Luca Fardelli, uno dei fedelissimi del presidente Pd del Lazio Francesco De Angelis, della consigliera regionale del Pd Sara Battisti e del presidente Egaf Mauro Buschini che sta rientrando in servizio permanente effettivo.

L’assenza di Luca

Luca Fardelli

Ufficialmente Luca Fardelli ha declinato per motivi di lavoro, la verità è che il consigliere comunale ha ancora un canale di dialogo aperto con l’amministrazione di centrosinistra, ragion per cui non ha voluto lasciare alcuna impronta del suo Dna nel tavolo di centrodestra.

La posizione ufficiale della sua componente è di appoggio indiscusso per il bis di Enzo Salera. Lo ha detto il Segretario provinciale Luca Fantini, lo ha ribadito dalla Festa dell’Unità a Veroli Sara Battisti, lo dice ad ogni incontro con la sua area Mauro Buschini.

Una posizione dettata unicamente dalla disciplina di Partito. E non da una reale sintonia con Enzo Salera. Che per cinque anni ha lavorato in maniera da collocarsi in una posizione che fosse la più lontana possibile dall’area di Pensare Democratico: non firmando la candidatura di De Angelis per il Parlamento, schierandosi su un candidato diverso alla guida della Provincia, sostenendo la corrente alternativa dell’allora presidente della Provincia Antonio Pompeo. Quanti voti ha portato Salera a Pensare Democratico? Zero. Quanti potrebbe portarne la sua rielezione? Zero. Ora è chiaro cosa significhi disciplina di Partito.

Il vero cuneo nel quale Fabio Tagliaferri ha la possibilità di infilarsi è proprio questo. Cioè?

Il Papa straniero

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

In maniera del tutto informale il Commissario di Fratelli d’Italia ha iniziato a studiare i nomi di figure d’altissimo profilo che potrebbero qualificare Cassino. E sta esaminando l’orizzonte togliendo dai 360 gradi solo lo spicchio di personalità dichiaratamente Dem. Tenendo dentro soprattutto quelli che riscuoterebbero rispetto anche nel mondo del centrosinistra.

È lo schema risultato vincente a Frosinone. Dove il dottor Riccardo Mastrangeli non è iscritto a Partiti è notoriamente di centrodestra ma drena voti a centrosinistra. Una mossa analoga era stata tentata sul fronte opposto: puntando sul nome del dottor Mauro Vicano: non iscritto al Pd, notoriamente di matrice socialista e con estimatori nel centrodestra. Vinse così Domenico Marzi: icona del centrosinistra ma di fonte al quale tanti del centrodestra spostarono il loro consenso.

Fabio Tagliaferri da qualche ora sta valutando se un modello analogo sia replicabile su Cassino: città democristiana di destra nel Dna, capace di leggere sindaci di centrosinistra più d’una volta.

Il quadro frantumato

Giuseppe Golini Petrarcone

Una mossa che compatterebbe un quadro che da ieri sera è chiaramente più frastagliato. Lo dimostra la totale assenza di foto opportunity a margine dell’incontro. Nessun sorriso, nessun comunicato stampa, nessuna voglia di mettersi in posa: usciti dalle stanze dell’Hotel Rocca di Cassino, ognuno è andato via alla spicciolata per conto suo.

Il primo è l’ex consigliere comunale Giuseppe Sebastianelli, a seguire Benedetto Leone. Vanno via scuri in volto. Adesso che si fa? “Se troviamo Maradona siamo tutti contenti, altrimenti noi abbiamo spiegato che l’unica strada per individuare il candidato sindaco è quella delle primarie” spiega tra il serio e il faceto Benedetto Leone. Va via insieme a lui anche l’ex consigliera Laura Borraccio.

Si intrattengono con i cronisti e con Fabio Tagliaferri i civici Giuseppe Golini Petrarcone, Massimiliano Mignanelli e Danilo Evangelista (ex responsabile dei giovani della Lega, oggi sta lavorando ad una lista civica): sono quelli che si sono mostrati maggiormente possibilisti, insieme a Rossella Chiusaroli e agli esponenti di Udc e Noi Moderati nel cercare una sintesi politica senza ricorrere per forza alle primarie.

Sulle loro posizioni si sintonizza Gabriele Picano: non ha partecipato al tavolo ma è giunto all’Hotel Rocca per salutare Tagliaferri. Un anno fa era stato il primo a parlare di primarie, adesso si mostra più tiepido. “Le primarie? Non per forza“, spiega Picano. Anche lui lavora ad un Maradona.

Questione di priorità

Il commissario del circolo locale di FdI Fabio Tagliaferri, dopo quella della partita di calcetto, usa un’altra metafora per illustrare la situazione a proposito della richiesta delle primarie: “Se ho una piaga ad un braccio provo prima a vedere se riesco a risolvere il problema, non penso subito a tagliarmi il braccio“.  Tagliaferri si sintonizza insomma su una frequenza molto distante da quella dei civici di centrodestra e probabilmente non è un caso che Leone, Borraccio e Sebastianelli siano andati via anzitempo senza sorrisi e senza foto.

Il commissario di circolo di FdI mette bene in chiaro come stanno le cose: “Le strade sono due, inutile girarci intorno: o il primato della politica trova la sintesi attorno ad un nome e quindi le primarie non servono; al contrario, se da questo tavolo politico escono una serie di nomi si potrà far ricorso alle primarie per selezionarlo. Ma perché partire dal pregiudizio, o presupposto, vogliamo le primarie?“.

La distanza sul metodo c’è, e si vede, tuttavia sembra esserci una certa sintonia su quello che dovrà essere il programma: “L’incontro di oggi è stato conoscitivo, mi sembra che ci sono persone realmente interessate alla città, tra una decina di giorni torneremo ad incontrarci” spiega Tagliaferri. E sarà interessante vedere se i civici risponderanno ancora una volta “presente” oppure ci saranno altre defezioni. Non è escluso, anzi.