Il plico è custodito all’interno del palazzo del Sant’Uffizio in territorio della Città del Vaticano. E’ conservato in un armadio blindato, nell’ala riservata alla Sezione Disciplinare: lì dove ci sono gli uffici di quella che era conosciuta come la Santa Inquisizione. E’ da la lì che un corriere diplomatico partirà nelle prossime ore con destinazione la provincia di Frosinone. Deve raggiungere l’ufficio di uno dei tre vescovi attivi sul territorio ciociaro. E consegnare, solo nelle mani del titolare della sede, il plico sul quale è stato posto l’imprimatur del prefetto, sua eminenza il cardinale Gerhard Ludwig Müller e dell’arcivescovo della Societas Jesu Luis Francisco Ladaria Ferrer.
La busta bianca, con lo stemma delle chiavi di Pietro, contiene due fogli. Solo nella Congregazione per la Dottrina della Fede sanno cosa c’è scritto. Ma si tratta di un documento delicato. Al punto che ne è stato informato anche Sua Santità il Papa Francesco. Il quale ha esaminato il carteggio, avanzato un paio di domande a chi glielo ha sottoposto, e poi fatto cenno con la testa di procedere. Jorge Maria Bergoglio già conosceva i fatti. Il documento viene inviato non in nome del Papa ma su sua delega diretta.
Non contiene provvedimenti disciplinari a carico di vescovi o presbiteri. Ma è destinato a scuotere due diocesi: una in provincia di Frosinone ed una in una regione diversa dal Lazio, «Mettendo fine ad una storia che va avanti da troppo tempo» dice uno dei 25 tra cardinali, arcivescovi e vescovi che si sono occupati della questione.
Il corriere diplomatico partirà intorno alle 17 dall’ufficio di Piazza del Sant’Uffizio. Ma il contenuto del messaggio che andrà a recapitare potrebbe essere stato sottoposto a ‘embargo‘: cioè, chi lo riceve è vincolato al segreto fino al limite indicato nella lettera di accompagnamento. Che potrebbe essere l’ora della prima Santa Messa di domenica mattina.