Mentre a Cassino, Alatri e Sora infuria la campagna elettorale, a Frosinone ci si prepara alle elezioni comunali del prossimo anno. Naturalmente Nicola Ottaviani ha già preparato il taccuino sul quale annotare una serie di elementi che emergeranno da questa tornata amministrativa: vuole verificare il risultato dei sindaci uscenti Giuseppe Golini Petrarcone, Ernesto Tersigni e Giuseppe Morini. Vuole capire quanto incide in termini di voti una scelta, come quelle di Tersigni e De Donatis, di non avere simboli di partito sulle schede. Poi verificherà il contributo elettorale di Fratelli d’Italia e di Noi con Salvini, per capire se possono essere tenuti in considerazione.
Ad Alatri Ottaviani sostiene Enrico Pavia, contro Antonello Iannarilli. Pure questo è un elemento da non sottovalutare considerando la perenne notte dei lunghi coltelli che rabbuia Forza Italia. Ottaviani non sottovaluta nemmeno lo strappo che potrebbe conclamarsi tra Pd e Socialisti per le vicende di Sora.
Però c’è un elemento sul quale concentrerà l’attenzione: i risultati delle liste civiche. Il modello di coalizione che ha in mente lui è questo. Con un ruolo assai marginale dei partiti, a cominciare da Forza Italia.
Il 5 giugno i dati saranno in ogni caso interessanti. Ma siccome Nicola Ottaviani è abituato a scrutare sempre l’orizzonte nazionale, sa che l’esito delle comunali di Roma condizionerà le grandi scelte della politica. Se Virginia Raggi andrà al ballottaggio, il patto del Nazareno nascerà sotto nuove forme per una alleanza contro i Cinque Stelle? A Frosinone il M5S non ha una forza del genere, però le intese trasversali potrebbero comunque tornare utili. Poi c’è Alfio Marchini: se andasse lui al ballottaggio, le manovre centriste si sprecherebbero.
Nicola Ottaviani, in fondo, resta un democristiano non pentito.