Quando circolano troppi nomi di aspiranti sindaco non è mai una bella cosa. Perché significa che non c'è una candidatura capace di attrarre in maniera univoca
Se una città si interroga su “chi sarà il sindaco prossimo” e non ha nomi prossimi è malata. Significa che sono tanti gli aspiranti ma non esiste in città un nome così sopra le parti, cosi pieno di personalità, da attrarre e non respingere.
A Latina si fanno tanti nomi: quindi non c’è Pelé, manco Eusebio, per tacere di Rita Levi Montalcini o Nilde Iotti… Qui non abbiamo leader indiscussi ed ecco che in tanti si propongono con la filosofia del “Perché io no?”.
Gli aspiranti a sinistra
Partiamo da sinistra? Dal centro sinistra. Valeria Campagna è quasi più Schlein della Schlein, quindi ci sta tutta, anche se lei e i suoi fanno finta che no.
Poi ci sono i maschi come Enzo De Amicis che di voti in città fa incetta: è iperattivo dal calcio al teatro per tacere del canto. Sta col Pd.
Il sindaco uscente, il capitano, Damiano Coletta si è già detto disponibile. Lui è come Romano Prodi: l’unico che ha battuto la destra come il professore bolognese ha fatto con Berlusconi. C’è anche Alessandro Cozzolino in quota a Terzo Polo che già ha aspirato agli altri giri, oggi si sente maturo;
Per la civica Lbc – Latina Bene Comune oltre Coletta, che sarebbe il loro Beppe Grillo, c’è Gianmarco Proietti che è il loro Giuseppe Conte. Come Giuseppi, anche Proietti si è messo di rimando trovandosi al comando. Eleganza cattolica ma di rito orientale. C’è poi Daniela Fiore, già consigliere comunale del Partito Democratico, carattere determinato che non ha a modello la Schlein con il suo nuovismo. Nel suo pantheon politico, al centro ci sono Nilde Iotti col suo rigore o Tina Anselmi con la sua determinazione.
Sono un bel pò.
Gli aspiranti a destra
A destra? Centro destra. si parte da Matilde Celentano candidata di Fratelli d’Italia secca. Non ha la determinazione di Giorgia Meloni ma di questa sfrutta l’ondata al femminile. È medico ed ha maturato crediti saltando parecchi giri elettorali, ora è pronta.
Annalisa Muzio sta in campo per Forza Italia ma i risultati elettorali alle Comunali non gli sono stati propizi, ci comincia a credere meno.
Valentina Picca Bianchi, il doppio cognome fa figo: è la soluzione del pescare nella società civile. Sta con gli industriali, potrebbe essere la soluzione neutra se la discussione si fa acerrima in nome dell’unità del centrodestra. (Leggi qui: Se la donna è di moda: 4 amazzoni per un sindaco).
Nell’altra metà del cielo c’è anche Patrizia Fanti: lei chiede a prescindere. Poi ci sono gli uomini e questi sono nella categoria “ma come ci dici di no?“. Qui stanno Massimiliano Carnevale sostenuto dal deputato leghista Giovanna Miele: si è trovato mezzo detto e lui lo ha preso come “ho detto tutto“.
C’è Alessandro Aielli e poi qualcuno cercherà, ma sta nelle cose, magie su nomi che non ti aspetti.
Navigazione a vista
A poco più un mese dalla presentazione delle liste la navigazione è in alto mare senza neanche una ipotesi di costa all’orizzonte.
Si troverà l’incastro tra i tanti aspiranti, questo è certo, ma il fatto che non “sia scontato” è un problema per la maturità della politica cittadina.
Dice che la Schlein “non l’hanno vista arrivare“, ma qui siamo papalini e ogni esercito che ci ha invaso per farsi notare arrivava annunciato da ottoni, percussioni e fiati mirando a conquiste senza combattimenti, a nomine. (Leggi qui: Non ci hanno visto arrivare. Gli incroci della vita).
Siamo al primo giro e c’è tanto rumore stonano i tanti.