Le piste ciclabili, il Piedibus e la pigrizia meridionale di Frosinone

Viste da lontano, le piste ciclabili e ciclopedonali di Frosinone fanno riflettere. In maniera diversa. In Emilia c'è un preside che provò a proporle nel capoluogo quando insegnava al Severi. La realtà è amara per il sindaco. Esattamente come insegna il caso Piedibus

Questione di prospettiva. Le stesse cose si vedono in maniera diversa se si sta più vicino o più lontano. Il professor Henry David Toro ha insegnato al Liceo Scientifico Statale Francesco Severi di Frosinone e la città l’ha vissuta da dentro. Significa che insieme all’associazione Frosinone Bella e Brutta ha provato a cambiare il capoluogo. Con iniziative, proposte, eventi… Dal 2019 non sta più in Ciociaria: fa il concorso, diventa preside, va a fare il dirigente scolastico in Emilia Romagna. E quel mondo che vedeva da dentro ora lo giudica da fuori, con il distacco di chi osserva da lontano.

Professore, lei con l’associazione Frosinone Bella e Brutta, Legambiente e Fiab le piste ciclabili nel capoluogo le avevate proposte dieci anni fa: il paradosso vuole che le realizzino ora che lei se n’è andato…

Noi le vedevamo in modo diverso. Quelle realizzate oggi a dieci anni di distanza sembrano fatte in tempi e con modi sbagliati.

Ad esempio?

Quella di via Marittima è troppo stretta, ad una corsia. Mentre quelle in via Puccini si è deciso di realizzarle in prossimità dell’avvio dell’anno scolastico. Cioè quando il traffico è più congestionato e caotico.

Il sindaco è andato allo Scalo per affrontare il malcontento della gente. Da solo. (Leggi qui: Mastrangeli impavido: “balla da solo”… allo Scalo senza i suoi).
(Foto © DepositPhotos.com)

Vista da qui, la realizzazione delle piste ciclabili ha avuto come effetto il consolidarsi di una singolare alleanza tra quasi tutti i cittadini di Frosinone, anche elettori di centrodestra) e le opposizioni. Le minoranze in Consiglio comunale per attaccare strumentalmente il sindaco hanno iniziato una critica serrata contro tutti gli interventi messi in campo, finendo per difendere il blocco conservatore di questa città.

Chi sono quelli dal pensiero conservatore a Frosinone?

È un blocco costituito da diversi commercianti che temono una riduzione dei loro commerci. Ma la cosa più preoccupante è un altra: tra i conservatori c’è pressoché la totalità degli abitanti frusinati, che ama scorrazzare sempre e solo in auto. Non a caso Frosinone detiene con Latina il triste record di auto in circolazione per abitante

L’impressione è che Frosinone non voglia le ciclabili.

In pratica a parte il sottoscritto, Legambiente, Fiab e pochissimi altri, nessuno vuol sentir parlare di piste ciclabili in questo capoluogo che nella parte bassa è assolutamente pianeggiante. E tutto ciò è assai triste se pensiamo che siamo nel 2023 e tutte le città del mondo portano avanti politiche rivoluzionarie sulla mobilità sostenibile: la chiusura permanente delle piazze, la realizzazione di piste ciclabili appunto. E soprattutto, misure di disincentivazione dell’uso dell’auto a motore

Voi le avevate proposte nel 2013.
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Per chi, come il sottoscritto, vive per gran parte del mese a nord del Rubicone è cosa assai triste questa. Soprattutto se si pensa allo spettacolo indecoroso dei primi giorni di scuola con le strade bloccate da automobili come in una capitale del Terzo o Quarto mondo. E ancor più triste se pensiamo che con l’associazione di volontariato Frosinone Bella e Brutta in anni ormai lontani realizzammo, soprattutto grazie al presidente di allora Luciano Bracaglia, il progetto Piedibus in alcune scuole primarie della città: Cavoni e Maiuri.

In cosa consisteva?

Ci basammo sulle analoghe esperienze in Nord Italia e Nord Europa soprattutto. Prevedeva l’arrivo a scuola a piedi dei bimbi: un bus fatto di piedi, appunto. Accompagnati da adulti, pensionati, genitori… In questo modo i genitori con l’auto andavano al capolinea: di solito uno spiazzo grande lontano dai nodi più trafficati e facile da raggiungere anche in macchina. Lì facevano scendere il figlio e così ripartivano verso il luogo di lavoro ma senza congestionare le aree adiacenti le scuole.

Un modo sano, sicuro e divertente di iniziare la giornata, e soprattutto ecologico. Permetteva di educare i più piccoli ai corretti comportamenti da tenere in strada, oltre a diminuire il traffico molto intenso delle prime ore del mattinoNel mese di giugno del 2013, a completamento della sperimentazione del Piedibus presso la scuola Cavoni si effettuò addirittura una cerimonia di chiusura dell’anno scolastico, premiando i bambini con il più alto numero di presenze all’iniziativa.

Funzionò. Poi però negli anni successivi?

Dopo qualche anno il progetto si esaurì e con l’Associazione tentammo di riproporlo alle nuove amministrazioni locali. Ma invano. Era necessaria tanta volontà e voglia di fare, soprattutto da parte delle autorità comunali, di quelle scolastiche e dei genitori in generale. Le speranze erano tante ma per una serie di motivi il progetto si arrestò; un assessore ci disse personalmente che non riteneva il progetto determinante nella risoluzione dei problemi legati al traffico mattutino in città.

C’è un denominatore comune tra Piedibus di dieci anni fa e Piste Ciclabili di oggi…

Come genitore, fui contattato dall’allora dirigenza scolastica in via Fosse Ardeatine nella zona alta della città per le scuole “Ignazio De Luca” di via America Latina e “Nicola Ricciotti”. Si provò ad organizzare una riunione per riproporre il tentativo di modalità nuove e sostenibili di trasporto. Alla riunione però indetta dalla dirigente scolastica ci presentammo in pochissimi genitori. Evidentemente ai frusinati non interessava granché l’esperienza. O magari preferivano, per inerzia o pigrizia, le file nel traffico infernale del mattino.

Dal 2019 è in in Emilia a fare il dirigente scolastico.

E ritrovo il progetto Piedibus. Che però qui è un’esperienza consolidata negli anni. Nata nel 2011 dopo una conferenza organizzata dal Comune di Campogalliano ad opera di un genitore. In modo autonomo sono stati organizzati i percorsi, trovate le risorse per le pettorine e le tesserine. E cosa più ardua all’inizio, sono stati trovati gli adulti volontari. All’inizio fu dura ma oggi i bambini partecipanti sono tantissimi ed i benefici veramente tanti: per ogni bambino che partecipa al Piedibus c’è una macchina in meno che sosterà davanti la scuola emettendo fumi nocivi per tutti. 

Com’è andata a finire?

Col tempo, seguendo l’insegnamento del dottor Schweitzer per il quale “l’esempio non è la cosa che influisce di più sugli altri ma è l’unica cosa!”, tutta la comunità di Campogalliano ha iniziato a partecipare tra i volontari: pensionati, professionisti, genitori, sindaca, vicesindaca, assessori, insegnanti, dirigente scolastico, ecc… Oggi il Piedibus a Campogalliano è un fiore all’occhiello della comunità e vanta ben tre linee, che da tre punti periferici convergono verso la scuola. C’è da dire, per la verità, attraversando piste ciclopedonali molto belle e immerse nel verde. 

Sembra così facile e logico, ma al di sotto del Tevere diventa invece tutto maledettamente difficile. Forse dovremmo interrogarci, soprattutto noi adulti.