Un confronto ruvido in una zona pronta a riversare malumore sacrosanto e il "coraggio" del sindaco di Frosinone. Coraggio solo suo
Da sempre il quartiere Scalo di Frosinone, quello della Stazione ferroviaria, quello della Chiesa della Sacra Famiglia, quello dei giardinetti, è una roccaforte elettorale per il centrodestra. Qui hanno preso sempre tantissimi voti sia il due volte sindaco Nicola Ottaviani (oggi deputato della Repubblica) e sia lo stesso sindaco oggi in carica Riccardo Mastrangel. Che nella zona ha una delle più antiche farmacie di Frosinone.
Anche l’assessore al Bilancio Adriano Piacentini ha costruito allo Scalo i suoi successi elettorali, negli anni. Da qualche tempo, e da ieri in modo particolare, lo Scalo rischia di perdere, per il centrodestra, questa particolarità. Ed il centrosinistra cittadino sembra non aver ancora colto l’opportunità di questa svolta epocale per la politica frusinate.
Tra la Sacra Famiglia e… Kafka
Ieri sera infatti davanti alla Chiesa della sacra famiglia, come annunciato da tempo, si è svolto l’atteso confronto tra il sindaco Mastrangeli ed i cittadini sostenuti dai comitati del quartiere.
È avvenuto in una cornice per certi aspetti Kafkiana. In premessa, va detto che il primo cittadino ci ha messo la faccia come promesso e come sempre. Non si è tirato indietro al confronto con i presenti, prendendosi le critiche. Ampiamente prevedibili. Ed anche qualche fischio. Ma gli va dato atto che non ha fatto passi indietro davanti alla platea, a tratti particolarmente rumorosa. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di giovedì 7 settembre 2023).
Va fatta una considerazione. Riccardo Mastrangeli è andato praticamente da solo ad affrontare la platea che gli domandava cose che sono solo per alcuni versi di sua competenza. L’ordine e la sicurezza pubblica, i furti, gli scippi, lo spaccio, le prostitute, i colpi messi a segno addirittura tre volte nella chiesa, gli spari di notte… Il sindaco c’è andato lo stesso.
L’impressione ricorrente e sempre più confortata dai fatti. È che Mastrangeli non sia adeguatamente sostenuto e “difeso” dalla sua maggioranza, Assessori e Consiglieri, sui temi importanti e delicati. E per questo elettoralmente pericolosi.
Generale senza truppa in un quartiere “difficile”
Tutti sembrano avare il timore di confrontarsi con la pancia dei cittadini. E con il rischio di perdere il loro consenso dicendogli pane al pane e vino al vino. Come ad esempio che il dramma dello scalo di Frosinone è lo stesso di quasi tutte le zone urbane d’Italia: svuotate delle Forze dell’Ordine che sono state decimate dalle continue spending review. Mentre il crimine invece continuava a crescere, organizzarsi, diffondersi.
Il sistema Paese sembra essersene accorto: gli arruolamenti sono stati triplicati, quadruplicati e decuplicati a seconda dell’arma. Ci vorrà ancora un po’ per vedere in strada gli allievi che oggi stanno frequentando i corsi.
Ma bisogna avere il coraggio di dirlo alla gente che è avvelenata dalla mancanza di sicurezza. La paura è legittima. La realtà è che i bravi politici sono capaci di ascoltare la pancia della gente e calmarla, i pessimi politici si fanno guidare dalla pancia degli elettori.
Le due croci: microcriminalità e ciclabile
Due su tutte le criticità manifestate al sindaco dai residenti. L’emergenza microcriminalità e le piste ciclabili.
Vi è da dire che il primo problema non si manifesta certamente in questi giorni. Sono passati esattamente tre anni, era precisamente il 1 settembre del 2020, quando il circolo cittadino di FdI, a proposito del quartiere Scalo, denunciava che è “Un’area ormai ad alto rischio. E in qualsiasi ora del giorno, per la quale urgono misure drastiche prima che si trasformi definitivamente in terra di nessuno‘”.
Basta andare a prendere le dichiarazioni rilasciate all’epoca. “Le condizioni di vita degli abitanti del quartiere Scalo, già disagiate in passato a causa della malavita locale, sono oggi rese ulteriormente difficili dalla presenza massiccia di extracomunitari che, da diverso tempo, hanno letteralmente occupato l’intera area dei giardinetti pubblici. Trasformandola da luogo di svago e ristoro per i residenti, a spazio riservato allo spaccio a cielo aperto. Questo come abbiamo più volte denunciato”. Così il circolo di Fdi nel 2020.
Ma è cambiato poco
A distanza di 3 anni, la situazione non è cambiata, evidentemente. Se è vero, come è vero, che ieri i cittadini presenti hanno contestato la sindaco le stesse criticità di 3 anni fa, legate alla micorcriminalità. Quindi ai furti nei negozi, e nelle case. Addirittura in Chiesa. Sulla presenza di extracomunitari, sullo spaccio, sulle risse. Tutte cose già viste in passato e per le quali il Questore di Frosinone ora ha deciso di intervenire con fermezza, per arginare i fenomeni criminosi allo Scalo.
Onestà intellettuale vuole che si ricordi come l’ordine pubblico sia di competenza del Forze dell’Ordine e non del sindaco. Che può farsi portavoce delle preoccupazioni sue e dei suoi cittadini. Cosa fatta davanti al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Dal punto di vista amministrativo, l’unico di competenza del Comune di Frosinone: il sindaco ha promesso l’apertura modulare della piazza della stazione, della realizzazione di un chiosco e di un’area giochi per i bambini. Tutto finalizzato a dare ulteriore vivibilità al quartiere e deterrente per i malintenzionati.
Riccardo parla a viso aperto: “Lasciamo tutto così?”
L’altra grande criticità del quartiere contestata al sindaco Mastrangeli è stata quella delle piste ciclabili e del BRT cioè il bus che avrà una corsia preferenziale. Chi è intervenuto ha rilevato come le piste ciclabili non sono affatto idonee in questa zona di Frosinone. Rischiano di penalizzare residenti e commercianti causa dell’aumento dei volumi di traffico, in tutte le strade adiacenti lo scalo. Ed in mancanza dei parcheggi vicini alle attività commerciali. Situazione che potrebbe ulteriormente aggravarsi con il BRT (bus rapid transit).
Mastrangeli ha replicato, punto su punto, senza tentennamenti, senza fare retromarce. Ha detto: “A Frosinone c’è uno scarso ricambio d’aria dovuto all’orografia, le polveri sottili sono elevatissime e portano alle neoplasie. Da farmacista noi vendiamo percentuali di cortisone tre volte di più che in Italia. Un bambino su tre soffre di disturbi respiratori. Vogliamo fare qualcosa o lasciamo le cose così?”
E ancora: “E’ nostra responsabilità pensare ad una mobilità alternativa, tra cui le piste ciclabili. La pista di via Puccini non era sbagliata, però era troppo proiettata nel futuro. Io so che questa città non è ancora preparata per questi temi così rivoluzionari.”
Il significato politico di quel confronto
Parole comunque coraggiose da dire davanti a tante persone, poco propense ad ascoltarle ma soprattutto a recepirle. Di fatto, il sindaco ha detto che si andrà avanti con tutte le iniziative programmate dall’amministrazione, per la mobilità alternativa. Chi si aspettava una discorso da propaganda politica imbonitrice, visto il clima, con annunci di cambiamenti di marcia da parte del sindaco è rimasto deluso. E la propria delusione l’ha fatta vedere e sentire, chiaramente, ieri sera davanti alla Chiesa della Sacra famiglia.
L’appuntamento di ieri ha fornito comunque importanti ed inequivocabili segnali politici. Che Mastrangeli non può non aver colto. Il sindaco ancora una volta è stato lasciato da sola a cantare e portare la croce. Con franchezza va detto che era legittimo il dubbio di quelli secondo i quali il sindaco non era tenuto ad andare al confronto: perché non è quella la sede, non è quello il modo, perché si crea un pericoloso precedente difficile da governare: ogni zona potrebbe chiedere un confronto.
Altrettanto però è vero che una volta presa la decisione non si può mandare il sindaco da solo nell’arena. Forse è forse arrivato il momento di un confronto vero e serio con tutta la sua maggioranza: con la Giunta, il Consiglio, la Presidenza d’aula e con i rappresentati dei Partiti e delle liste civiche che fanno parte della coalizione.
Così, il sindaco di Frosinone è diventato un parafulmine.
Un sindaco “parafulmine” e senza chi lo spalleggi
Chi non è d’accordo con le politiche ambientali dell’amministrazione Mastrangeli dovrebbe dirlo chiaramente ed apertamente. Ora. Senza ripensamenti o retropensieri. Da oggi, anche mettendoci la faccia, in pubblico ed in privato. Nascondersi sempre dietro la figura del sindaco, ieri mandato manifestamente allo scoperto (qualcuno dice con un disegno politico ben preciso) in splendida solitudine, non dovrebbe essere più consentito. Proprio dal sindaco.
In secondo luogo, la lista del Sindaco, che ha con il Consigliere Anselmo Pizzutelli la delega, importante proprio allo Scalo è sempre pronta a sostenere convintamente le scelte dell’amministrazione? Quelle sottoscritte da tutti nel programma elettorale. Di lotta e di governo insieme, non regge più.
I Consiglieri “malpancisti” che all’inizio dell’estate hanno rischiato di far finire in minoranza l’amministrazione hanno ancora gli stessi sintomi. Il che è un rischio per la stabilità del governo cittadino.
Il saggio di Scirpoli e la saggezza del sindaco
Il centrosinistra cittadino, in evidente crisi di identità e soprattutto di unità, ieri ha ricevuto un input chiaro: la campagna elettorale per le comunali del 2027, se non accadono vicende irreparabili prima, deve iniziare proprio dallo Scalo.
Intanto, Mastrangeli ha dato mandato ai suoi collaboratori di acquistare, ovviamente a sue spese, uno dei saggi di Michele Scirpoli. Pare sia molto interessato al passo che dice “Ci si sente meno soli quando si è soli, rispetto a quando si è circondati dall’ipocrisia”.