Il sindaco è pronto al passo indietro. Ed a lasciare alla Chiesa la decisione sulla proclamazione di Cassino "Civitas Mariae". Salera: "Fase di approfondita meditazione, se divide... A Cesare ciò che è di Cesare”. Il divieto di celebrazione a dom Ogliari fuori dall'abazia. Che incrementa i dubbi sulla creazione di un culto 'urbano' da contrapporre a quello di Montecassino
«Non ci aspettavamo tutta questa animosità. Anzi, ci era stata prospettata una situazione del tutto diversa. Noi prendiamo atto del clima che si è creato, abbiamo avviato una fase di approfondita meditazione al termine della quale decideremo. Se si confermerà una scelta divisiva per la città… A Cesare ciò che è di Cesare…». Il sindaco Enzo Salera non vuole scottarsi le dita con la proclamazione di Cassino come Civitas Mariae cioè città devota al culto mariano. Se la scelta deve dividere i fedeli tra sostenitori di Montecassino e quelli dell’Assunta, dovrà essere la Chiesa e non il Comune a decidere cosa fare.
Lo ha detto nel pomeriggio a Teleuniverso, lasciando intendere che ci sono tutti i presupposti per una possibile marcia indietro dell’amministrazione comunale. Perché una disputa sui Santi non è competenza dell’autorità amministrativa, piuttosto è faccenda di devozione e di Chiesa.
L’abate non può celebrare
Ad innescare la polemica è stata una raccolta di firme tra i parroci di Cassino. Ha chiesto al Comune di deliberare la richiesta di elevazione della città a Civitas Mariae. Una volta approvata dal Consiglio comunale, la delibera poi sarebbe dovuta andare a Sora dal vescovo diocesano Gerardo Antonazzo: che di fronte alla chiara volontà del Popolo non si sarebbe potuto tirare indietro.
Cosa sta convincendo Enzo Salera a lasciare la questione nelle mani della Chiesa? Almeno tre tipi di reazione che si sono innescati.
La prima. Si è acceso un indecoroso derby tra Santi, come se la Madonna dell’Assunta e San Benedetto fossero due squadre di pallone. Pessimo segnale sulla maturità della Fede. I Santi sono una cosa seria, non una gara di calcetto.
Ls seconda. In molti hanno visto l’iniziativa come la volontà di creare un culto ‘urbano’ da contrapporre a quello dell’abazia. Un chiaro avvio dell’emarginazione per Montecassino. Soprattutto se unito ad una decisione presa di recente: all’abate dom Donato Ogliariè stato comunicato dalla diocesi che gli è proibito celebrare Messa al di fuori dell’abazia, tranne situazioni straordinarie.
La terza. La creazione di un nuovo culto per via amministrativa andrebbe ad intaccare l’emblema che rende riconoscibile Cassino a qualunque latitudine nel mondo. Non è un caso se Ferrovie dello Stato ha scelto proprio il monastero benedettino per recalmizzare la fermata Tav a Cassino.
A Cesare ciò che è di Cesare
La questione è stata ben sintetizzata nelle ore scorse dall’assessore Luigi Maccaro. Proviene da una cultura ed una formazione cattolica, vicinissimo a don Antonio Mazzi, laico ma da sempre al servizio del Prossimo.
Su Facebook ha evidenziato che “La città di Cassino sta entrando in una discussione che non fa onore alla propria storia che è anche una storia di fede. Sarebbe un gesto bellissimo da parte dei parroci ritirare la petizione fatta al Sindaco. Se fossi consigliere comunale voterei contro un ordine del giorno per esprimere un parere su un atto di esclusiva competenza del Vescovo”.
È su questi temi che Enzo Salera ha avviato la riflessione. Pronto ad ingranare la retromarcia se nelle prossime ore gli confermeranno che quella scelta è divisiva.
Se la Chiesa vuole, nessuno può vietargli di amministrare il suo gregge come meglio crede. Ma mettendoci la faccia.