Cosa c'è dietro l'operazione che nelle ore scorse ha riportato nel Pd il consigliere Americo Zasa. La 'vendetta' politico del dominus provinciale Pd Claudio Moscardelli nei confronti del sindaco Stefanelli e del suo passaggio ad Italia Viva di Matteo Renzi
Solo gli stolti non cambiano mai idea. E così che il consigliere comunale di Minturno Americo Zasa e vice-commissario presso la XVII dei Monti Aurunci torna nel recinto politico nel quale era stato dal voto amministrativo sino a pochi mesi fa: il Partito Democratico.
Nessun pentimento e tanto meno la voglia di recitare il ruolo di “figliuol prodigo”. Ma in questa vicenda – volendo parafrasare la parabola evangelica- c’è stato un padre-re pronto ad uccidere il vitello grasso per far festa: il segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli. E proprio l’ex Senatore di Latina dei Dem ha annunciato il ritorno di Zasa. Che, debuttante in consiglio comunale con la lista civica di centrodestra “Minturno Domani”, aveva sostenuto il sindaco (vicinissimo alle posizioni di Forza Italia) Pino Sardelli, in carica nel periodo 2005 – 2010.
Ma sotto il ponte della politica passa sempre tant’acqua.
Tutta colpa dei prelievi
Il portfolio elettorale di Zasa nel corso del tempo è lievitato. Una ragione c’è sempre stata: il consigliere comunale era diventato una sorta di “front office” per tanti minturnesi (e non solo) lavorando come infermiere professionale presso il centro prelievi dell’ospedale di via degli Eroi. Questa struttura è stata l’ufficiale causa del divorzio, ora superato, tra il consigliere rieletto nel Pd alle amministrative del 2016 ed il suo Partito.
La frattura si è aperta quando l’Asl di Latina – e il partito Democratico è la sua attuale forza politica di riferimento sul territorio e alla Regione Lazio – ha deciso un drastico taglio dei più servizi. Declassando la struttura a Ppi – Punto di primo intervento.
Quella battaglia sul futuro dell’ospedale più meridionale della Regione sia Zasa che lo stesso senatore Moscardelli le hanno definite ora “incomprensioni”. Capita in tutte le buone famiglie.
E cosa ha fatto Zasa, pur rimanendo fedele sul piano amministrativo al sindaco Gerardo Stefanelli, nel corso di mesi di “riflessione”? “Ho potuto comunque apprezzare l’impegno del Pd di Latina su tanti temi come le infrastrutture e i servizi e sulla sanità in particolare. L’azione svolta dal partito è stata costante e puntuale sia nel denunciare criticità sia nell’affrontare i problemi cercando soluzioni”.
Metabolizzazioni politiche
Zasa sembra, dunque, aver metabolizzato le sue velenose critiche sulla gestione Latinocentrica del Pd. Effettuando una professione di fede che a tratti sembra imbarazzante. Arrivando a sostenere: “Ad oggi il Pd è l’unico Partito con una vita democratica reale al proprio interno e con una classe dirigente di valore a tutti i livelli. Un grande Partito che rappresenta l’unica alternativa a populismi e a sovranismi che recano tanto danno all’Italia”.
“Per me l’attenzione al territorio e la disponibilità al dialogo e ad impegnarsi al servizio dei cittadini rimangono i punti imprescindibili per dare il mio sostegno”.
Pur sottolineando la sua immutata autonomia di giudizio: “Anche in questa fase di emergenza ho potuto confrontarmi con il Pd e con il segretario provinciale Moscardelli non facendo mai mancare in mio contributo di idee e di sollecitazione per le cose che non vanno..”
La vendetta politica
Il ritorno a casa del consigliere Zasa nasconde dell’altro.
Se è vero che le migliori vendette sono i migliori piatti freddi da consumare, il suo abbraccio al Pd è la seconda risposta che il segretario provinciale del partito Moscardelli ha voluto formalizzare contro il suo ex “pupillo”, il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli.
Nei mesi scorsi il primo cittadino aurunco ha lasciato i Dem per trasferirsi con Matteo Renzi ad Italia Viva Renziana: seppur prevedibile, quel trasloco qualche tensione nei confronti del suo ex partito l’ha creata.
Ma il Senatore di Latina non si è scomposto. E dopo aver accusato il colpo, con un’abile strategia democristiana è passato al contrattacco. L’ha fatto con la sua principale “ambasciatrice” del Golfo, la consigliera comunale di opposizione al comune di Santi Cosma e Damiano e neo presidente dell’ente Parco Riviera d’Ulisse Carmela Cassetta. Sarebbe stata lei a riallacciare le fila con Zasa.
Poi a rafforzare l’opera di ricostruzione del dialogo è intervenuto un altro consigliere comunale di maggioranza. Si tratta del veterinario Francesco Sparagna di cui la stampa si è dovuta occupare non tanto per i suoi impegni professionali e politici quanto per essere stato uno dei primi casi positivi in provincia al Covid 19.
Sparagna dovette temporeggiare davvero pochi giorni (dopo il tesseramento di Stefanelli per l’Italia Viva) per lasciare la lista civica in cui era stato eletto nel 2016 “Minturno Rinasce” per lanciare il primo altolà al sindaco in carica: “Dovrai fare i conti con noi”.
Appuntamento alle urne
L’intento del Pd è chiaro: c’è da superare la gravissima emergenza sociale ed economica del Coronavirus, il sindaco concluda nei migliori dei modi il mandato amministrativo ma nella primavera del 2021 avrà un alleato (o avversario), politicamente ed elettoralmente più forte e competitivo.
Che sia iniziata la campagna di rafforzamento dei Dem dalle parti di piazza Portanova – sede del palazzo municipale – lo si evince da altri due elementi: i rapporti ai minimi storici, anche sul piano istituzionale, tra il sindaco Stefanelli ed il presidente del consiglio comunale, il supermoscardelliano Giusepe Tomao. E da altri contatti avviati dal Pd provinciale e locale per indebolire il gruppo consiliare ed la stessa Giunta che sostiene Stefanelli.
Indiscrezioni riguardano i contatti avviati con il consigliere comunale Domenico Riccardelli e con l’assessore Mino Bembo. Entrambi eletti nella civica “Insieme per Minturno”, potrebbero ulteriormente rivitalizzare un partito che il sindaco Gerardo Stefanelli voleva….annientare.