“Una risata vi seppellirà” scrisse una mano anonima ma comunque anarchica, verso la fine dell’Ottocento: i movimenti studenteschi se ne appropriarono nel 1977 e la scrissero con la vernice su un muro della facoltà di lettere de La Sapienza a Roma; da quel momento fu il loro motto. A Cassino glielo hanno scippato e puntano ora sull’ironia, quella al vetriolo e graffiante, per chiudere la campagna elettorale.
Su Internet girano almeno una decina di fotomontaggi. E tutti hanno lo stesso tema: il volto del candidato sindaco Francesco Mosillo con alcuni tratti somatici dell’ex sindaco Bruno Scittarelli; il volto del candidato Carlo Maria D’Alessandro fuso con alcuni tratti del consigliere regionale Mario Abbruzzese; oppure i candidati rappresentati come maschera che nasconde il vero volto di quelli che (secondo la propaganda favorevole a Giuseppe Golini Petrarcone) sarebbero i loro veri ispiratori (leggi qui il precedente)
Francesco Mosillo bolla tutto questo in maniera lapidaria: «E’ soltanto cabaret. E’ il cabaret di Petrarcone ma non giustifica il suo scappare a destra e a sinistra. Venga seriamente al confronto non solo con me ma soprattutto con i cittadini di Cassino».
Carlo Maria D’Alessandro ha proposto come luogo del confronto il bar di fronte al municipio «Così il sindaco non deve fare troppa strada» (leggi qui l’invito di D’Alessandro). Invece Mosillo allarga ancora di più il campo: «Dove vuole e quando vuole purché prima che finisca questa triste campagna che lo ha visto protagonista in negativo».
Un’ironia fuori luogo, quella messa in campo dal sindaco? «Lui cerca solo di far passare in secondo piano il fatto che oggi Acea ha notificato la sentenza al comune di Cassino e che la Gosaf ha bruciato un milione e mezzo di euro dei cittadini di Cassino. Fatti sui quali continua a non rispondere. La mia giunta invece sarà composta per metà di donne e per la totalità da professionisti qualificati».