Lo scenario Il sindaco annuncia che resterà in carica per i prossimi tre anni e che completerà il mandato. Poi aggiunge che per scegliere il candidato ci saranno le primarie. Chi le evita non avrà il suo sostegno politico
Inizialmente aveva pensato di parlare a suocera perché nuora intendesse. Poi però il sindaco Nicola Ottaviani ha deciso di andare dritto al punto. Lo ha fatto a margine della riunione di maggioranza, nella quale si è discusso di diverse delibere amministrative che saranno portate all’attenzione del consiglio comunale nelle prossime settimane.
Tra queste non c’è il tema della realizzazione della moschea, a dimostrazione che l’argomento non è all’ordine del giorno immediato. Ma il messaggio forte e chiaro che Ottaviani ha lanciato è quello che resterà a fare il sindaco per i prossimi tre anni. Traduzione dal politichese: non si candiderà alla Camera e al Senato in caso di ritorno anticipato alle urne.
Come dire: basta con questo dibattito sul “dopo”, su chi sarà il candidato sindaco del centrodestra.
Quindi il secondo “siluro”: Ottaviani ha ulteriormente ribadito che il suo metodo di selezione è uno solo: le primarie. Ergo, chi dovesse decidere di candidarsi a sindaco autonomamente, senza sottoporsi alle primarie, naturalmente può farlo. Ma non avrà il sostegno di Nicola Ottaviani.
Una presa di posizione forte in un momento particolare, perché il dibattito è effervescente all’interno del centrodestra. Ad una candidatura a sindaco puntano in diversi: Carlo Gagliardi (Lega), Danilo Magliocchetti (Forza Italia), Fabio Tagliaferri (Polo Civico). Ma anche il presidente del consiglio comunale Adriano Piacentini. Così come certamente dirà la sua Massimiliano Tagliaferri. E c’è sempre pure Riccardo Mastrangeli.
Il riferimento alle primarie di Nicola Ottaviani non è casuale. Però la sottolineatura di voler terminare il mandato è quella destinata ad incidere maggiormente. Perché tre anni sono un periodo lunghissimo, specialmente nella politica attuale. Senza considerare il fatto che Ottaviani è al secondo mandato: non potrà ripresentarsi, a meno che non scelga di dimettersi prima dei due anni e mezzo, cioè entro la fine dell’anno Scenario complicato, ma comunque nulla si può dare per scontato.
Poi c’è un altro aspetto da tenere in considerazione: non c’è traccia del rimpasto di giunta ipotizzato all’inizio della consiliatura per dare rappresentanza a tutte le liste che hanno eletto un solo consigliere. Naturalmente l’assetto dei gruppi consiliari è molto diverso dal giugno 2017 e questo in un certo senso spiega il ritardo.
Ma c’è pure da considerare che a spingere per un riassetto nell’esecutivo c’è anche il gruppo della Lega, il partito al quale ha aderito Nicola Ottaviani. Lo schema è quello di una nomina ad assessore del capogruppo Enrico Cedrone. Così in consiglio comunale entrerebbe Domenico Fagiolo, coordinatore cittadino.
Anche in questo caso Nicola Ottaviani ha voluto lanciare un messaggio.