Oltre i primi 100 giorni: Latina e il problema della “percezione”

Tre mesi di amministrazione tra carenze e problemi irrisolti. E con Matilde Celentano che non riesce a far ponti tra vittoria e quotidianità. Il cambio di passo con l'arrivo di Panigutti. E l'elogio del 'redismo' con una Democrazia Cristiana che non è mai sparita davvero

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Per i liberali la forma è sostanza, per i socialisti i problemi hanno radici (strutture) che spiegano quel che si vede (sovrastrutture). I due filoni di pensiero restano i pilastri per capire la politica che è equilibrio tra libertà e bisogno. Poi, poi c’è il tempo nuovo dove conta “la percezione”. Conta cioè come le cose si leggono nella loro banalità quotidiana.

A Latina la forma è ignota, le radici sono idroponiche, resta la percezione. Matilde Celentano è sindaco per “sensazioni forti”, infatti non vince ma stravince. Ma poi? Puoi pensare il più ardito ponte tra Scilla e Cariddi, ma poi lo devi fare tra Reggio e Messina.

Comune chiuso a riccio dopo un trimestre

Foto © Mario Javarone

Ecco che la percezione si fa complessa, si fa interrogante e resta volubile. Il Comune si chiude a riccio: sono passati tre mesi, 100 giorni, e non c’è un bilancio ma manco si è partiti. A parole si è capitale della cultura, proiettati verso il centenario: di fatto non c’è l’assessore alla Cultura, una ipotesi di politica culturale, non c’è uno straccio di stagione teatrale e nel foyer del teatro comunale ci pure piove

La città è sciatta, ora c’è anche l’incendio a Rida ed il sistema dei rifiuti finito in tilt. Ammetto che sono un poco sfigati e una visitina per farsi benedire al Divino Amore non farebbe male. Gli assessori si muovono come possono, taluni come si muovono in acqua quelli che non sanno nuotare.

La percezione? Il Comune non si percepisce, non si sente, non si vede.

Il ritorno di Delio Redi

Alessandro Panigutti

Fino a qualche giorno fa mancava il Direttore generale, mancava il Capo di gabinetto, mancava l’assessore alla Cultura.

Ora il Capo di gabinetto c’è e si chiama Alessandro Panigutti: fu Capo di gabinetto ai tempi del sindaco democristiano Delio Redi, cioè quando la Dc era tutto a Latina. È navigato, conosce benissimo Latina e tutti i suoi limiti, conosce la politica e fin dove possono arrivare le sue capacità. Consce, capisce ed ha percezione perché per anni Sandro Panigutti ha scritto di Latina e ne è stato rigoroso fustigatore della politica pontina. Il suo nome resterà indissolubilmente legato al quotidiano Latina Oggi che se ancora sta nelle edicole lo deve in larga parte proprio a lui. Che ha raccontato nelle pagine di Giudiziaria le vicende della transumanza dalla Prima alla Seconda Repubblica fino agli intrighi dei giorni nostri. Ora darà il suo contributo alla terza.

La destra dura e pura di Fratelli d’Italia introduce un elemento nuovo che supera la cesura tra Prima, Seconda e Terza Repubblica: c’è il recupero della maestria democristiana. Infatti, Alessandro Panigutti si affianca a Giacomino Mignano creando una sorta di riscatto postumo del redismo. Lo stesso Nicola Calandrini, senatore di Fratelli d’Italia e coordinatore provinciale del Partito, è il disegnatore di questo disegno. Ha nel Dna quella prassi di dorotea memoria anche se molta meno esperienza, pragmaticità e sofisticazione di pensiero.

Le soluzione col pragmatismo di Redi

Delio Redi con papa Wojtyla

Chissà se questa ondata di redismo riporterà in municipio il pragmatismo di Redi. Le premesse, almeno in teoria, ci sono tutte. Alessandro Panigutti ha una personalità forte, una conoscenza della città forte ed è un leader che non può fare a meno di esserlo. Non ama essere secondo.

La città, lo staff del sindaco, avevano bisogno di un riferimento capace. La storia lunga di Panigutti ed il suo acume fanno ombra, come è inevitabile: ma bisognava dare una sterzata ad un sistema in cui tutto era sindaco in sedicesimi, ora il sindaco è finalmente uno.

Si riparte dal nulla fatto in questi cento giorni. E da un progetto per Latina capitale italiana della cultura che c’è ma dicono sia segreto. (Leggi qui: Il dossier Cultura ed i dubbi di una presentazione segreta).

Nessuno che abbia preteso di sapere cosa ci sia oltre al logo ed al nome. Come pure si sono guardati bene dal chiedere chiarezza su Acqualatina: il sindaco di Latina presiede i sindaci del bacino idrico. Nella società Acqualatina che mette insieme i Comuni con un socio privato, i francesi di Veolia hanno venduto la loro quota ad Italagas. Senza considerare i Comuni e che l’acqua sia un bene pubblico, con interessi ben codificati.

Finora la sindaca ha fatto l’indifferente. Ora chiede di cambiare lo statuto: si glissa sul funzionamento si apre il fronte del potere. La percezione? A Latina, per ora, il Comune non c’è.