Stanno radunando le truppe in attesa di un congresso straordinario che potrebbe tenersi entro febbraio oppure al massimo ad aprile.
Domani in direzione nazionale Matteo Renzi chiarirà le sue intenzioni, soprattutto se resterà alla guida del Partito Democratico. In ogni caso ha un obiettivo soltanto: liquidare la Ditta, asfaltare Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema. I quali a loro volta sono pronti a tutto pur di rottamare il rottamatore.
La scissione è tra le ipotesi da non scartare. Se anche non dovessero esserci i tempi tecnici per celebrare il congresso, perché magari si terranno le elezioni anticipate come ipotizzato nelle ore scorse dsal ministro Angelino Alfano durante la puntata di Porta a Porta con Maurizio Stirpe, le candidature alla Camera e al Senato diventeranno il… congresso.
In provincia di Frosinone gli schieramenti si stanno formando.
Con Matteo Renzi ci saranno il senatore Francesco Scalia, l’onorevole Nazzareno Pilozzi, il presidente della Provincia Antonio Pompeo, il presidente del partito Domenico Alfieri e tutti gli amministratori che fanno riferimento a loro.
Il presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis e l’assessore regionale Mauro Buschini renziani lo sono diventati per “dovere di Stato”, ma non hanno mai avuto simpatie vere per l’ex sindaco di Firenze. Loro stanno con Massimo D’Alema e adesso sono posizionati dalla parte del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Che a sua volta è alla ricerca di una candidatura blindata in Parlamento considerando i venti di burrasca politica che soffiano sulla Regione Lazio: prima la vittoria del Movimento Cinque Stelle a Roma e nei Comuni dei Castelli, poi le sconfitte a Cassino e Sora, quindi la batosta del referendum (nel Lazio il No è stato straripante).
Con Matteo Renzi ci sarà anche la senatrice Maria Spilabotte, considerata ormai un’eretica dal gruppo di De Angelis. Con il quale invece c’è Sara Battisti, orfiniana doc.
La differenza possono farla due democristiani di origine controllata. Il primo è Simone Costanzo, il segretario. Alleato con De Angelis fa parte dell’area Dem di Dario Franceschini e Bruno Astorre. In campagna elettorale è stato il più attivo sul referendum. L’idiosincrasia con Scalia potrebbe essere superata nel nome di Matteo Renzi.
L’altro è Marino Fardelli, consigliere regionale e sedicente leader della rivolta nel cassinate. E’ critico con tutti, e tutti sono critici con lui, soprattutto i suoi alleati. Ma se deve scegliere chi buttare dalla torre fra Scalia e De Angelis sceglie De Angelis tutta la vita.
Congresso straordinario o no, nel Pd non verranno fatti prigionieri.